Vecchioni, Battiato e la prostituzione. La “buona politica” del trasformismo made in Sicily

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
09 Dicembre 2015 16:23
Vecchioni, Battiato e la prostituzione. La “buona politica” del trasformismo made in Sicily

Nei giorni scorsi è impazzata sul web, e non solo, la polemica per il discorso del cantautore milanese Roberto Vecchioni all’Università di Palermo ed in particolare per le parole pronunciate sulla Sicilia. L’opinione pubblica si è spaccata con prese di posizioni “pro” e “contro” Vecchioni. Abbiamo assistito perfino ad un “sirenetto” Presidente della Regione ritratto a prendere il sole e fare il bagno per rispondere alle parole di Vecchioni.

Si, purtroppo, i siciliani hanno dovuto subire anche questo: una logora pezza per coprire un presunto buco. Personalmente ho provato i brividi nel vedere in quelle modalità Rosario Crocetta, colui dal quale i siciliani si aspettavano la tanto propagandata “rivoluzione” ed invece protagonista di uno dei peggiori governi siciliani della storia. Magari Crocetta avesse preso posizione mettendoci la faccia ed il suo “physique du rôle” per le questioni Muos, trivellazioni in mare, lavoro, sanità e tanto altro, invece niente, soltanto passerelle e scandali, legati anche al proprio ego. Risultato? Un Governo tenuto in vita dai macchinosi sotterfugi del Pd per non rischiare una debacle elettorale.

Così negli ultimi anni si è assistito ad una girandola di incarichi assessoriali, alla fine, quando i siciliani stanchi, stanchissimi di un altro flop, si aspettavano la caduta di Crocetta ed elezioni anticipate, il Pd –come dicevamo- ha “ingessato” il sistema siciliano con direttive della Segreteria nazionale spaventata dall’ipotesi elezioni anticipate visti i sondaggi e la possibilità reale di una vittoria del M5S.

A proposito ricordiamo che proprio il gruppo all’Ars del Movimento 5 Stelle presenterà domani una mozione per sfiduciare il Governo Crocetta invitando tutta l’opposizione a votarla compatta avvertendo: “chi critica e attacca Crocetta firmi ora o taccia per sempre". Nella nota il Movimento 5 stelle spiega di voler "stanare gli ipocriti di palazzo dei Normanni, che a parole dicono peste e corna del governo e del governatore, ma al momento buono si tirano sempre indietro.

Se i deputati fossero un mimino conseguenti a quanto hanno detto nel passato più o meno recente – si legge nella nota del M5S - Crocetta potrebbe fare il bagnante o il turista in servizio permanente effettivo e non solo in occasione di assurdi e inqualificabili spot a favore della Sicilia. Purtroppo, ora, parecchie delle macroscopiche inefficienze di una Sicilia proiettata a folle velocità verso il baratro sono improvvisamente sparite sotto la valanga di poltrone, strapuntini e incarichi a gabinettisti e camerieri, regalati un po' a tutti.

Questo, assieme alla consapevolezza di gran parte dei deputati di poter tornare a palazzo dei Normanni solo come turisti nella prossima legislatura, non fa che rafforzare il partito del Bostik". Infine il gruppo all’Ars del M5S ha sottolineato: “chi giovedì boccerà la mozione o inscenerà squallidi giochetti in aula per salvare il governo sappia, però, che d'ora in poi non potrà più parlare e della sua azione in aula dovrà rendere conto ai siciliani.

Per conto nostro siamo pronti a tutto per mandare a casa Crocetta. Le nostre 14 firme, lo ricordiamo, sono a disposizione nel caso servissero a raggiungere quota 46, cosa che farebbe decadere l'Assemblea”.

Ed a proposito di poltrone, la girandola di incarichi assessoriali ha portato il Pd Siciliano a far scendere in campo i suoi “pezzi da 90”. Una delle poltrone più ambite è quella dell’on. Antonello Cracolici che dopo la sua nomina ad Assessore alla Pesca ed Agricoltura ha lasciato il posto di capogruppo del Pd all’Ars. Così si è aperta un dibattito interno per ricoprire quell’importante carica. Alla fine a spuntarla è stata Alice Anselmo, 38 anni, avvocato e docente alla Kore di Enna, eletta con il listino di Crocetta.

Dal 2012 ad oggi la Anselmo ha cambiato però 7 gruppi. Inizia appunto con il Megafono, passa al gruppo Territorio, insieme a Nello Dipasquale (anche lui adesso arrivato al Pd), poi passa ai Drs, poi nel gruppo misto, e l’approdo all’Udc. Ma non è finita perché la Anselmo passa ad Articolo 4, infine il passaggio al Pd, corrente renziana. La sua nomina a capogruppo è stata battezzata dal luogotenente di Matteo Renzi in Sicilia, cioè il sottosegretario Davide Faraone che difende così la Anselmo di fronte alle accuse di trasformismo: “macchè cambia-casacche, questo è il nuovo Pd che accoglie”.

Non ci sono parole…

Ma anche nell’opposizione al Governo Regionale il cambiamento e l’innovazione appaiono chimere, è il caso esemplare di Forza Italia in Sicilia dove il "generale" Silvio Berlusconi, volenteroso di riscendere in politica da protagonista, ha richiamato il "maresciallo" Gianfranco Miccichè esautorando il coordinatore regionale Enzo Gibiino. Si avete capito bene Gianfranco Miccichè lo stesso che alle elezioni regionali del 2012, sostenuto dall’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, si candidò spezzando l’unità del centrodestra; raggranellò un 15% dei voti circa determinando di fatto la sconfitta di Nello Musumeci e la vittoria di Crocetta.

Berlusconi d’altronde è conscio della maggiore “capacità contrattuale” di Micicchè per rilanciare i forzisti in Sicilia. E Miccichè non lo ha deluso mettendo subito a segno il primo colpo, e che colpo! Ha convinto a passare nelle fila di Forza Italia niente poco dimeno che Francantonio Genovese, ex segretario regionale del Pd ed appena tornato libero dopo un anno in carcere e alcuni mesi ai domiciliari a causa dell’inchiesta per truffa, peculato e associazione a delinquere che lo ha visto coinvolto e che ruota intorno agli enti di formazione messinese.

Genovese ovviamente si porta dietro dal Pd un proprio portafoglio di voto e fedelissimi, fra questi anche Franco Rinaldi, deputato all’Ars e parente di Genovese; Rinaldi è nel Consiglio di Presidenza dell’Ars. Chissà che il passaggio di Genovese in Forza Italia non sia stata una risposta al Pd per aver “acquistato” Denis Verdini anche questi noto nelle aule giudiziarie.

Insomma non vi è certo da rallegrarsi se il “trasformismo” in Sicilia viene dipinto come vento di cambiamento e strategia innovativa. Che vergogna! Ritornando alle parole di Vecchioni, non ho espresso pubblicamente la mia opinione su di esse, poteva non interessare a nessuno, ma dopo queste ultime scene della tragi-commedia politica in atto in Sicilia negli ultimi tre anni (e se vogliamo anche in Italia, la Sicilia d’altronde è sempre stata una “cartina tornasole” della situazione nazionale) mi è sempre più chiaro a cosa si riferisse un altro cantautore, stavolta un nostro conterraneo molto apprezzato nel mondo, e cioè quel Franco Battiato che da assessore al Turismo e Spettacolo del primissimo Governo Crocetta ebbe a dire “Troie disposte a tutto” in un suo intervento al Parlamento Europeo.

Per queste sue parole Battiato venne licenziato da Crocetta, il maestro però precisò che la sua non era stata una frase sessista e che si riferiva ad un malcostume della politica del passato. Un passato che, alla luce dei fatti, non è ancora passato…

Francesco Mezzapelle

09-12-2015 17,00

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