I dati del report Abbati l’abuso: nei comuni costieri siciliani dal 2004 al 2022 il rapporto tra le ordinanze emesse e quelle eseguite è del 19%. La percentuale più bassa, quella della provincia di Catania e Siracusa rispettivamente al 5% e al 5,6%
In Sicilia si preferisce la strada del condono. A dimostrarlo il primo sì della Commissione Ambiente e Territorio dell’Assemblea regionale al condono che prevede di sanare gli abusi edilizi commessi entro la fascia di 150 metri dal mare (a inedificabilità assoluta). Una decisione che Legambiente critica e boccia ricordando che la Sicilia è una delle regioni dove il cemento abusivo dilaga, come emerge anche dall’ultimo report nazionale Abbatti l’abuso. Secondo il dossier di Legambiente sulle mancate demolizioni in Italia nelle cinque regioni più a rischio, nei comuni costieri siciliani presi in esame il rapporto tra ordinanze di demolizione eseguite e quelle emesse è del 19%. Dato che scende al 5% per la provincia di Catania e al 5,6% per quella di Siracusa.
Risalendo la classifica, la provincia di Ragusa (15,9%), di Trapani (18%), di Palermo (18,3%), di Messina (19%), e di Agrigento (37,9%). L’unica provincia che manca all’appello è quella di Caltanissetta con i comuni di Gela e Butera che non hanno risposto al questionario di Legambiente.
“La Sicilia – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è una delle regioni del Sud Italia più esposte all’invasione del mattone illegale. Per arginare questa fenomeno, è fondamentale intervenire a livello nazionale e territoriale. Quello approvato ieri è l’ennesimo tentativo, palesemente anticostituzionale, di aggirare nell’Isola le leggi nazionali in materia di abusivismo edilizio. Il primo tentativo era stato fatto nel 2016, con un emendamento identico che venne approvato in Commissione e dichiarato inammissibile dal presidente dell’Assemblea regionale.
Ci auguriamo che accada lo stesso anche in questo caso. Al governo Meloni chiediamo, invece, di contrastare questo colpo di mano annunciando, come è già successo con la legge regionale del 2021, l’impugnazione del provvedimento, se dovesse essere approvato dall’Assemblea regionale, davanti alla Corte costituzionale. Ma non basta: per sconfiggere la piaga dell’abusivismo, concentrato soprattutto al Sud e lungo le coste, occorre potenziare l’attività di demolizione delle case abusive e dare più ruolo e responsabilità ai prefetti restituendo il senso originario all’art.
10bis della Legge 120/2020, se necessario, anche con un nuovo intervento legislativo”.
“Mentre in Sicilia si fa fatica a demolire gli abusi edilizi esistenti anche in zone di inedificabilità assoluta, all'Assemblea Regionale Siciliana si continuano a proporre disegni di legge per improbabili sanatorie edilizie che già in passato sono stati dichiarati incostituzionali - ricorda Tommaso Castronovo, di Legambiente Sicilia - come ha fatto nel 2022 la Corte costituzionale con la legge regionale 19 del 2021, che prevedeva il condono anche nelle aree sottoposte a vincolo di inedificabilità assoluta. La Sicilia non ha bisogno di condoni, ma di legalità”.
Sei le proposte che Legambiente indirizza al Governo per contrastare la piaga dell’abusivismo edilizio:
1) più ruolo e responsabilità ai prefetti, restituendo il senso originario all’art.10bis della Legge 120/2020, se necessario, anche con un nuovo intervento legislativo. 2) Danno erariale. Il ruolo della Corte dei conti è decisivo, per verificare, quantificare e imputare in maniera sistematica l’eventuale danno erariale causato dalle mancate entrate nelle casse comunali del corrispettivo economico dovuto per l’occupazione da parte degli abusivi di immobili non demoliti e diventati di proprietà comunale.
3) Prescrizione e demolizione. Per quanto riguarda le demolizioni per via giudiziaria, alla base degli interventi deve essere posta la sentenza che accerta il reato e non, invece, quella di condanna del reo. 4) Ricorsi al Tar. È necessario prevedere lo stop all’iter di demolizione solo in presenza di un provvedimento di sospensione da parte di un tribunale, altrimenti non c’è motivo per bloccare le procedure. 5) Chiusura delle pratiche inevase di condono. Legambiente propone di istituire un fondo di rotazione con uno stanziamento pari a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026. 6) Emersione degli immobili non accatastati.
L’Agenzia delle entrate rende disponibili le informazioni relative ai fabbricati non accatastati acquisite sulla base delle immagini aeree e delle verifiche di cui al DL 78/2010, ai ministeri dell’Ambiente e Sicurezza energetica, delle Infrastrutture, ai Comuni e ai Prefetti per la verifica della regolarità edilizia e non solo fiscale.
L’ufficio stampa
Teresa Campagna