Emergenza raccolta organico in Sicilia, responsabilità della Regione. Rischio di gestione mafiosa dei rifiuti

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
11 Novembre 2019 12:17
Emergenza raccolta organico in Sicilia, responsabilità della Regione. Rischio di gestione mafiosa dei rifiuti

Oggi 55 mila abitanti del comune di Mazara del Vallo dovranno tenersi i sacchetti con l'organico a casa: l’assessore comunale al Bilancio-Patrimonio-Partecipate, Caterina Agate, sabato scorso aveva annunciato la sospensione della raccolta differenziata dell’umido organico nel territorio a causa dell’ennesimo blocco degli impianti di compostaggio che sta creando disagi in gran parte dei comuni siciliani.   Dal 5 novembre la Raco di Catania, colosso privato del compostaggio, ha chiuso i battenti per manutenzione e non riaprirà fino a giovedì.

Oltre alla Raco, da un mese anche l'impianto di trattamento di Bellolampo non accetta più l'umido di altri comuni, a parte il capoluogo, e da giorni la Ecox di Termini Imerese ha diminuito l'attività per problemi tecnici, mentre la Sicilfert di Marsala è chiusa da un anno per problemi di autorizzazioni dopo quelli giudiziari. Gli uffici dell'Assessorato regionale guidato da Albero Pierobon sono intervenuti per trovare soluzioni con i gestori degli impianti di compostaggio, l’intervento non ha però sortito nessun effetto. Nonostante dunque, tanti sindaci stiano puntando tutto sulla raccolta differenziata, mettendo in campo intensi sforzi e grandi risorse anche finanziarie per rendere un servizio adeguato, sensibilizzando la cittadinanza e riuscendo così ad incrementare gradualmente la percentuale di differenziata, permane sempre il problema dello “smaltimento” dei rifiuti, la cui soluzione è di esclusiva competenza della Regione.

  Nel trapanese la raccolta rifiuti procede a singhiozzo, un giorno la raccolta dell’organico si sospende a Mazara, il giorno successivo a Marsala. Ad Alcamo, nel comune guidato dal sindaco del M5S, Domenico Surdi, in pochi mesi il dato sulla differenziata è passato dal 70 al 30%: “Conferiamo l'organico insieme all'indifferenziato, accollandoci le multe imposte dalle discariche. Non possiamo permetterci –ha detto Surdi- che finisca per le strade". A Marsala, 85 mila abitanti, la raccolta è sospesa in periferia, ma non al centro storico: "Non si può chiedere ai cittadini di tenere l'umido dentro casa per una settimana –ha tuonato il sindaco Alberto Di Girolamo - anche noi stiamo cercando operatori per portarlo fuori dalla Sicilia".

  Il suo vicesindaco, Agostino Licari, che ha la delega ai rifiuti, è andato ancor più duro dichiarando in un’intervista a Tp24: “E’ una situazione drammatica e vergognosa da parte di un Ente latitante che è la Regione. Musumeci ha detto che ha finanziato dei progetti per degli impianti di compostaggio ma ci vogliono quattro cinque anni per realizzarli ma ha detto che la colpa è di chi l’ha preceduto ed in parte è vero. Per par condicio la colpa è un po’ di tutti. Anche noi abbiamo governato la Regione e abbiamo le nostre responsabilità.

Sui rifiuti ci marciano tutti, c'è una gestione mafiosa, perché attraverso i rifiuti si fanno grandi guadagni. Attualmente dove conferiamo l’organico? Noi conferiamo a Termini Imerese in parte e in parte a Catania e con dei mezzi prenotati per andare attraverso i mediatori dei rifiuti anche fuori. Quanto paghiamo? Per ora –ha spiegato Licari- siamo sui 170 euro a tonnellata in Regione ma quando andiamo fuori arriviamo anche a 300 euro a tonnellata. Sapendo che con i nuovi impianti anaerobici dovremmo avere un costo non superiore alle 50 euro a tonnellata.

A Siculiana non si faceva pretrattamento con un inquinamento incredibile e sono aumentati i costi. Finalmente la Sicilia si sta muovendo verso l’aumento della differenziata, ma questo ha determinato l’aumento dell’organico e chi ha un impianto ne sta approfittando mettendo i Comuni in ginocchio”.   A puntare il dito contro la Regione è pure il primo cittadino di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione: “Non è più tollerabile che la Regione continui a far ricadere sui sindaci le proprie responsabilità in materia di rifiuti.

Da un lato, infatti, il Governo regionale ci impone di raggiungere la percentuale di almeno il 65 percento di differenziata, dall’altro invece non ci dà la possibilità di garantire alla cittadinanza un servizio efficace ed efficiente a causa di una carente capacità di gestione e di pianificazione strategica. Martedì scorso (5 novembre), infatti, per l’ennesima volta ci è stata comunicata la chiusura dell’impianto di compostaggio e ancora oggi non abbiamo ricevuto notizie da parte della Regione riguardo l’eventuale apertura di nuovi impianti, considerato che tutti quelli esistenti in Sicilia non sono più in grado di ricevere e trattare la parte umida dei rifiuti.

Ho dato mandato agli uffici comunali –ha sottolineato Castiglione- di inviare una nota alla stessa Regione, oltre che alla Prefettura e al Ministero competente, richiedendo interventi urgenti al fine di trovare una soluzione alla problematica”. In Sicilia ormai l’emergenza rifiuti è diventata quotidiana, basta la chiusura di un impianto o il rifiuto di una ditta che va tutto in tilt. Tutto questo con il Governo regionale inerme mentre all'Ars la riforma dei rifiuti proposta dallo stesso assessore Pierobon è bloccata i dal fuoco incrociato di opposizione e franchi tiratori della maggioranza.

Pierobon avrebbe anche puntato all'apertura del polo tecnologico pubblico di Castelvetrano, pronto da marzo e mai partito; forse se ne parlerà non prima di fine anno. Fatto sta che il Governo regionale non riesce a risolvere il grave problema della sospensione della raccolta dell’umido, rimane alla mercè dei gestori degli impianti e di quanti con  i rifiuti trasportati fuori dall’Isola fanno dei veri e propri affari; il rischio, da molti già sottolineato, che dietro a questo sistema si annidino interessi occulti, mafiosi alimentando una filiera malavitosa dietro al business dei rifiuti organici che sarebbero trasportati fin oltre il territorio nazionale, in quei Paesi europei che, attraverso impianti di nuova generazione, hanno creato un’economia virtuosa oltre che risolto problemi energetici.

Pertanto la Regione siciliana, e chi l’amministra, non può permettere tale sistema che oltretutto fa lievitare i costi per i cittadini nonostante questi impegnati a differenziare; oltre al danno di doversi tenere i sacchetti con l’umido in casa anche la beffa di vedere la propria bolletta Tari salire progressivamente. Ci sono già sindaci che stanno organizzando una manifestazione davanti a Palazzo d'Orleans al fine di inchiodare il Governo regionale alle proprie responsabilità. Francesco Mezzapelle  

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