I “malumori” del personale del Tribunale di Marsala emergono in un’affollata assemblea sindacale

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
13 Dicembre 2015 10:27
I “malumori” del personale del Tribunale di Marsala emergono in un’affollata assemblea sindacale

I “malumori” del personale del Tribunale di Marsala sono venuti fuori nel corso di un’assemblea sindacale indetta da Fp-Cgil, Uilpa, Flp, Usb e Unsa.

Un’assemblea piuttosto affollata al termine della quale i sindacati, con un documento congiunto, hanno chiesto un incontro “urgentissimo” con il presidente pro-tempore del Tribunale, Raimondo Genco, per affrontare diversi temi: relazioni sindacali, carichi e orari di lavoro, organico, pausa pranzo e chiamate all’udienza. “Sono emerse pesanti lamentele – è scritto nel documento dei sindacati - e la massiccia partecipazione dei lavoratori che ha raggiunto percentuali “bulgare” ha certificato la gravità della condizione dei lavoratori.

Difatti la stanza messa a disposizione dall'amministrazione non ha garantito la partecipazione dei lavoratori in posizione consona. Solo 10 posti a sedere rispetto i quasi 60 partecipanti, sui più o meno 90 lavoratori in servizio effettivo”. Ma ciò nonostante, si continua, gli argomenti sui quali si è discusso “hanno trovato la massima condivisione di tutti i lavoratori e della Rsu, registrando solo un voto contrario rispetto la vertenza che le scriventi organizzazioni sindacali intendono portare avanti”. (vedi foto)

Non è la prima volta che i lavoratori del Palazzo di piazza Paolo Borsellino fanno sentire la loro voce. Era già accaduto nel 2008 e nel 2013. Due anni fa, fu il segretario provinciale Uilpa a chiedere un incontro con l’allora presidente del Tribunale Gioacchino Natoli “per cercare di trovare le soluzioni più opportune per mettere fine allo stato di malessere vissuto dal personale”.

Nel settembre 2013, in particolare, soppresse le sezioni staccate del Tribunale marsalese, il personale in servizio a Castelvetrano e a Mazara entrò in servizio nel Palazzo di giustizia di piazza Borsellino. Con conseguente affollamento degli uffici. Ciò coincise anche con una rotazione (forse inevitabile) di parte del personale. E la nuova situazione destò un certo malcontento tra i lavoratori, che lamentarono “numerosi disagi”. Anche allora si tenne un’affollata assemblea sindacale e si discusse anche di mobilità interna, della riapertura dei termini per i progetti di lavoro volti al miglioramento professionale del personale e delle conseguenze dei casi in cui le udienze si prolungano oltre le nove ore.

Un problema, quest’ultimo, spesso motivo di notevole malcontento per il personale di cancelleria, che talvolta, in alcuni processi, verso il tardo pomeriggio, ha rischiato di essere sopraffatto dalla stanchezza e dal sonno.

Nell’autunno 2008, infine, denunciando carenza di mezzi e organici, fu avviata una protesta che prevedeva la “rigida” applicazione dell’articolo 76 del codice di procedura civile, che detta le regole riguardanti l’esame degli atti relativi ai vari procedimenti. Esame consentito alle sole parti o ai loro difensori “sotto la vigilanza del cancelliere che custodisce il fascicolo”. Si decise, inoltre, di far rispettare rigorosamente le norme sulla privacy e la custodia dei fascicoli, “accogliendo le richieste degli avvocati una alla volta, non dando informazioni telefoniche e non consentendo il maneggio dei fascicoli al di fuori della Cancelleria”. Scattò, insomma, la linea dura.

A.P.

13-12-2015 11,15

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