Il pentito Di Filippo lancia un appello a Messina Denaro: ” Consegnati alla giustizia hai perso”

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
16 Settembre 2019 16:36
Il pentito Di Filippo lancia un appello a Messina Denaro: ” Consegnati alla giustizia hai perso”

“Vorrei dire a Messina Denaro che lui sarà pure sfuggito all’arresto, ma i familiari sono tutti in galera per causa sua. Matteo, Cosa nostra è finita, lo Stato è più forte. Rifletti, ti resta solo una cosa da fare: costituisciti e liberati da quel diavolo che prende chi fa parte dell’organizzazione, io mi sono liberato”. E’ questo l’appello del collaboratore di giustizia, Pasquale Di Filippo, 56 anni, killer di Cosa nostra e dal 1995 è uno dei pentiti più importanti, nei confronti del superlatitante Matteo Messina Denaro in un’intervista su “La Repubblica” edizione Palermo di oggi.

L’ex boss conosce bene la primula rossa di Castelvetrano, e sa anche quali segreti custodisce: “Quelli della stagione delle bombe. Gli vorrei dire: io lo so che le stragi le avete fatte voi, ma ci sono stati altri poteri che vi hanno suggerito, oppure obbligato. Tu sai chi sono questi poteri, io no altrimenti lo avrei già detto. I poteri che vi hanno sfruttato e rovinato”. Di Filippo ha ricordato gli episodi in cui ha incontrato il super boss trapanese: “Fra il 1994 e il 1995 ci vedevamo in un appartamento nella zona di viale Michelangelo, messo a disposizione da Nino Mangano, il reggente del mandamento di Brancaccio, di cui facevo parte.

C’erano anche Leoluca Bagarella, il cognato di Riina, e Salvatore Grigoli, l’insospettabile titolare di un negozio di articoli sportivi che ha fatto una quarantina di omicidi, fra cui quello di un parroco. per quanto riguarda gli spostamenti e la latitanza di Messina Denaro, Di Filippo ha spiegato che il boss “si metteva accanto a Pizzo, che andava in giro con il Fiorino dell’azienda acquedotti, per cui lavorava - ha continuato - Matteo ama la bella vita, ma è anche capace di restare rinchiuso dentro una grotta”.

L’ex killer, che ha fatto arrestare il super boss corleonese Leoluca Bagarella e rivelato il nome dell’assassino di padre Pino Puglisi, ha raccontato del rapporto conflittuale che vive con sua figlia: “A mia figlia, che ha 15 anni, ho spiegato che ho fatto arrestare il superlatitante Leoluca Bagarella, ma non le basta. Non le basta che ho svelato il nome dell’assassino di don Pino Puglisi, e che ho fermato i responsabili delle stragi di Roma, Milano e Firenze. È arrabbiata con me, mi saluta appena.

il giornalista di “La Repubblica” ha ricordato al pentito che anche Messina Denaro ha una figlia: “Deve costituirsi per riabbracciare quella ragazza che soffre. Anche se questi non sono affari miei” fonte Repubblica.it

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