La “guerra” fra il Governo Renzi e Ryanair intaccherà anche l’Aeroporto di Birgi?

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
03 Febbraio 2016 13:09
La “guerra” fra il Governo Renzi e Ryanair intaccherà anche l’Aeroporto di Birgi?

Avrà anche effetti sullo scalo dell’Aeroporto di Birgi la “guerra” che la Ryanair ha intrapreso contro il Governo italiano a causa delle dell'aumento delle tariffe aeroportuali? La speranza per molti lavoratori, di “terra” e di “aria”, è che le iniziative del Governo Renzi non portino la compagnia irlandese ad abbandonare lo scalo di Trapani/Marsala. Se lo augurano anche gli operatori turistici della Provincia.

Questa ipotesi si accompagna ai numeri diramati nei giorni scorsi e che evidenziavano una trend in discesa per l’aeroporto “Vincenzo Florio”.

Infatti il 2015 si è chiuso con un numero di passeggeri in calo rispetto a quello dell’anno precedente. Secondo i dati pubblicati sul sito internet di Airgest, la società che gestisce lo scalo del capoluogo, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015 dall’aerostazione sono transitati 1.586.992 passeggeri, con un lieve decremento dello 0,72% rispetto ai viaggiatori del 2014 (1.598.571 persone). Un risultato praticamente identico (i passeggeri in meno sono stati circa 12 mila) ottenuto nonostante il numero dei movimenti presso l’aeroporto sia diminuito, invece, del 7,41%, passando dai 12.536 voli del 2014 agli 11.607 del 2015.

Per il “Vincenzo Florio” si tratta del secondo calo annuo consecutivo, visto e considerato che il “picco” di passeggeri transitati si è registrato nel 2013, con 1.878.557 persone atterrate o partite dallo scalo gestito da Airgest. Così in molti, a partire dal nuovo consiglio di amministrazione della società di gestione guidato dal presidente Franco Giudice, si auguravano che per il 2016 l’aeroporto, trainato dalla stessa Ryanair, tornasse a crescere il suo traffico e che questo potesse rappresentare un volano di sviluppo per l’intera economia del territorio provinciale.

Probabilmente anche dei rincari imposti dal Governo Italiano (il chief commercial officer di Ryanair, David O'Brien, nel corso di una conferenza stampa a Roma, ha detto che Governo Italiano ha aumentato le tasse di circa il 40% da 6 a 9 euro, per ciascun passeggero in partenza dall'Italia dal 1° gennaio di quest'anno per sussidiare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia; ciò ha indotto la compagnia irlandese a chiudere le sue basi di Alghero e Pescara, a tagliare alcune rotte e a chiudere tutti i voli di Crotone, a partire dal prossimo mese di ottobre, si prevede un taglio di 600 posti di lavoro), si parlerà domani nel corso di una riunione dei sindaci dell’ex Provincia di Trapani per discutere del contratto di co-marketing che lega la Ryanair all’aeroporto “Vincenzo Florio”.

Ricordiamo che il contratto di comarketing prevede che i Comuni del trapanese versino 2 milioni di euro l’anno per 3 anni; l’accordo scade quest’anno; pertanto molti dubbi, anche per le ragioni suddette, restano circa la permanenza a Trapani della Compagnia aerea che potrebbbe concentrarsi solo su Palermo-Punta Raisi in Sicilia Occidentale dopo aver inaugurato qualche anno fa la base del nuovo Aeroporto di Comiso nella parte Orientale.

Per Ryanair le condizioni tariffarie e fiscali che riesce a ottenere negli aeroporti sono una motivazione essenziale per insediarsi in uno scalo. L’espansione della sua rete in Europa si è proprio legata allo sviluppo di aeroporti locali (alternativi a quelli maggiori) disponibili a fare generose concessioni per attrarre traffico.

Da qui la decisione di Ryanair, che sembra inevitabile, di spostare aeromobili e posti di lavoro fuori dall'Italia verso altre basi Ryanair in Spagna, Grecia e Portogallo dove non vengono addebitate le suddette tasse per passeggero.

Francesco Mezzapelle

03-02-2016 13,50

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