La mazarese Antonia Castelli al Tribunale di Marsala: “mio marito mi pestava sin da quando fidanzati”

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
24 Giugno 2016 12:54
La mazarese Antonia Castelli al Tribunale di Marsala: “mio marito mi pestava sin da quando fidanzati”

Ha raccontato in aula, ieri presso il Tribunale di Marsala, come fatto in Procura, i maltrattamenti che per anni è stata costretta subire dal marito. La mazarese Antonia Castelli, dopo oltre cinque anni di silenzio, lo scorso ottobre si è decisa a parlare, dichiarando agli investigatori che quelle lesioni alla milza (che, poi, in ospedale, i medici furono costretti ad asportarle) furono provocate dai pugni e dai calci sferrati dal marito.

Per questo, il pm Giulia D’Alessandro ha chiesto che la donna venisse riascoltata nel processo al marito, il 42enne appuntato della Guardia di Finanza Biagio Foderà, mazarese, processato per lesioni personali gravissime in danno della moglie.

Il giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte ha accolto la richiesta del pm. La prima svolta risale al giugno 2015, la vittima si decide a parlare. Prima si reca alla caserma della Guardia di Finanza di Castelvetrano, denunciando il coniuge per presunte vessazioni e angherie. Poi, va alla Procura di Marsala e racconta quello che sarebbe realmente accaduto il 12 gennaio 2010, dichiarando che, dopo avere confessato al marito di avere una passione per un altro uomo, un cardiologo di Mazara, sarebbe stata presa a calci e pugni, mentre le due figlie piangevano dietro la porta della camera da letto, chiusa a chiave. Pochi giorni dopo, però, la donna ha ritrattato tutte le accuse. Probabilmente, per paura.

Poi Antonia Castelli , assistita dall’avvocato Marilena Messina, e grazie all'ispettore di Polizia Gina Bevilacqua ed allo Sportello mazarese Antiviolenza sulle Donnetrova la forza di denunciare nuovamente il marito.

Per questo motivo, il pm ha chiesto di riascoltarla in Tribunale. Ed in Tribunale Antonia Castelli ha raccontato altri importanti particolari. Ha ammesso di aver compiuto un errore ad aver confessato al marito di aver avuto rapporti intimi con un altro uomo anche se il fatto non era vero. Da lì sarebbe scattata la furia violenta del marito che l’avrebbe colpita a calci mentre era a terra dopo averla sollevata e scaraventata sul pavimento. Soltanto l’intervento dei suoceri, attirati dalle urla, avrebbe indotto l’uomo a cessare la violenza.

Il pestaggio era avvenuto nella loro abitazione mazarese ma la donna non ha poi raccontato ai medici come fossero andati realmente i fatti al momento delle visite dei sanitari per le ferite riportate. Sempre durante l’udienza la stessa ha detto che le violenze iniziarono fin da quanto fidanzati. A difendere l’imputato è l’avvocato Giovanni Lentini che ha sempre affermato “l’estraneità ai fatti del suo assistito”.

Nel processo, per favoreggiamento, sono imputati anche due cognati del finanziere, Elisabetta Ferreri e Pietro Titone. Per l’accusa, avrebbero cercato di coprire le responsabilità del Foderà. Pare, per evitare ai figli le traumatiche conseguenze di una eventuale separazione dei genitori. I parenti, insomma, avrebbero cercato di porre un velo sulla vicenda per “proteggere” i due figli della coppia. Un comportamento omertoso, il loro, che secondo gli inquirenti è contraddetto proprio dalle conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti. Riferendosi a Foderà, infatti, Vincenzo Castelli, fratello di Antonia, dice: “Lui si deve vergognare di portare la divisa”, mentre l’altro fratello, Antonino, afferma che “lo ammazzerebbe”.  A far scattare l’inchiesta fu un esposto anonimo.

La prossima udienza è stata fissata il 21 luglio allorquando saranno ascolti tre testi della difesa.

Francesco Mezzapelle

24-06-2016 14,30

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