​«La pista ciclabile di Marsala è da rifare»: D’Alì Staiti contro l’ordinanza

L’imprenditore delle Saline spiega perché è un errore il nuovo provvedimento veicolare

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
21 Giugno 2021 09:31
​«La pista ciclabile di Marsala è da rifare»: D’Alì Staiti contro l’ordinanza

Per dirla alla Gino Bartali, “gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare….”, il noto imprenditore trapanese Giacomo D’Alì Staiti, presidente della Sosalt, ha risposto con un’arringa colma di motivazioni alla nuova ordinanza che ha rivoluzionato il transito veicolare sulla strada che costeggia lo Stagnone. Ricordiamo che la litoranea, a seguito della realizzazione della pista ciclopedonale, è diventata a senso unico proprio per consentire il transito in tutta sicurezza dei ciclisti e dei pedoni.

Giacomo D’Alì Staiti è il proprietario delle “mitiche” Saline “Ettore e Infersa altrimenti note come quelle di “Mamma Caura”, ammiratissime e fotografate da milioni di appassionati. Le Saline, però, oltre a rappresentare l’emblema di un paesaggio da sogno con annessi strabilianti tramonti, sono anche funzionali dal punto di vista lavorativo. Da esse si estrae il Sale che, impacchettato, raggiunge le tavole siciliane e non solo. Proprio per questo motivo, secondo l’imprenditore, l’interdizione al transito dei veicoli che superano 3,5 tonnellate, (in questo caso proprio i camion adibiti al trasporto del tanto prezioso oro bianco dello Stagnone, danneggerebbe l’attività produttiva delle Saline.

Il divieto d’accesso dei mezzi pesanti, secondo l’industriale trapanese, ostacolerebbe anche il turismo. Ma procediamo per gradi ed analizziamo, punto per punto, l’ordinanza in questione. Sono 4 le decisioni importanti prese dal Comando dei Vigili Urbani di Marsala relative alla viabilità sulla Litoranea della Spagnola.

  • 1. “L’interdizione agli autobus di categoria m3 aventi massa massima superiore a 5 t (autobus granturismo)
  • 2. l’interdizione ai veicoli destinati al trasporto merci aventi massa superiore a 3,5 t.

  • 3. la realizzazione di stalli di sosta riservati agli autobus granturismo nello slargo in prossimità di Villa Genna e nell’area di parcheggio posta in contrada San Leonardo
  • 4. l’introduzione del senso unico di marcia nella via Giacalone consentendo l’unica direzione dalla s.p. 21 verso la strada litoranea dello Stagnone, offrendo così un percorso alternativo a quanti intendono raggiungere il secondo tratto della pista sia per motivi residenziali che per fruire del litorale.

    Rimangono a doppio senso di circolazione la via in prossimità del c.d. ’Casello Bonetto’ e la via del c.d. ‘Baglio Cudia’. I ciclisti che provengono dalla sp21, devono poter accedere in piena sicurezza nella strada litoranea dello Stagnone all’altezza dell’intersezione stradale con Villa Genna nel medesimo senso di marcia in cui lo percorrono i veicoli, al fine di scongiurare il rischio di collisioni che avverrebbero con molta più probabilità in caso di opposte direttrici di marcia.

Ed ecco le dichiarazioni di Giacomo D’Alì Staiti che “smontano” queste scelte: “sarebbe bastato essere trasparenti. I miei suggerimenti li ho dati a tutti, dal Sindaco, al vicesindaco Paolo Ruggieri e al comandante dei Vigili Urbani Vincenzo Menfi. Ho suggerito loro di invertire il verso di percorrenza, in modo da impedire che il traffico turistico proveniente dalla A29 fosse costretto ad arrivare a Villa Genna prima di tornare lungo il budello a cui è ridotta la carreggiata come hanno, in modo “scellerato”, fatto per 3 mesi, non potendo entrare dal viottolo che è la Via Giacalone ed eventualmente consentire da questa l’uscita verso la s.p.

21, disagevole certo, ma possibile, sicuramente verso Marsala, almeno per tutti quei bus che raggiungono Mothia dall’imbarco del Mamma Caura, che sono ormai almeno il 70%. Gli altri, sicuramente di numero inferiore, potrebbero proseguire sul budello fino a Villa Genna essendo sicuramente incentivati a proseguire la visita verso il centro. Così, invece, chi finora ha provato ad arrivare è stato costretto ad allungare il percorso per Mothia/Saline di “almeno” mezz’ora e, se dopo la prima scelta, che è sicuramente Mothia, avesse voluto estendere la visita a Marsala, è stato costretto a farsi di nuovo tutta la S.p21.

Non ci vuole un genio a capire che la scelta è illogica, irrazionale e perfino poco intelligente.

L’imprenditore prosegue ed elenca le soluzioni secondo lui più logiche per consentire ai marsalesi di percorrere in auto lo Stagnone: “basterebbe fare uscire il traffico proveniente da Marsala dalla via Giacalone consentendo, per non penalizzare l’imbarco storico, un doppio senso nei 300 m dalla stessa via fino all’imbarco, dove la carreggiata è più ampia e spendere qualche migliaia di Euro per istituire allo stesso imbarco una possibile rotatoria per consentire l’inversione ai pullman turistici.

Sulla difficoltà del transito di questi mezzi, D’Alì Staiti non ha lesinato le sue preoccupazioni: I pullman sono interdetti e dovranno fermarsi a San Leonardo o, peggio, a Villa Genna. E poi? Meglio allora fare una scelta davvero ecologica, pedonalizzare l’intero lungo Stagnone con deroga per i residenti e il carico/scarico delle derrate per gli esercizi, Mothia compresa, ma farlo solo DOPO aver istituito le navette che oggi non ci sono e sono una promessa”.

Ma non è finita qui. Resta il problema del trasporto del Sale oltre che dell’uva, anche perché sulla zona insistono numerosi e prolifici vigneti: “La manutenzione delle saline, il trasporto del sale e dell’uva di Mothia e delle derrate lo facciamo con le carriole o con elicotteri forniti dall’amministrazione? Da oltre 40 anni la mia famiglia sta cercando di condurre e promuovere nell’area attività turistiche ed economiche eppure di questo si tiene poco conto, anzi, pare vogliano danneggiarci.

Mi riferisco anche al posizionamento dei cartelli segnaletici che rendono impossibile l’accesso alle aree di sosta e manovra interne alle saline Ettore e Infersa- Mammacaura) ai mezzi più lunghi di una vettura e rendeno complicato e pericoloso l’ingresso/uscita di mezzi che non siano motociclette. I segnali sono infatti collocati sulla carreggiata, oltre la pista ciclopedonale, “a filo” con i varchi in modo da costringere un’evoluzione “a gomito” che impedisce l’ingresso del cancello a mezzi più lunghi di una vettura.

Mancano inoltre gli specchi che permettono di vedere chi transita sulla pista ciclo pedonale”

Tiziana Sferruggia 

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