Non sono certo poche le problematiche del settore Giustizia a Marsala. Su tutte, quelle del trasferimento (quando) nella nuova mega struttura realizzata, con grande dispendio finanziario, tra le vie del Fante e Gramsci.
Ma c’è anche quella relativa alla nomina, da parte del Csm, del nuovo presidente del Tribunale e del nuovo capo della Procura. In entrambi i casi, il Csm sta procedendo a ritmo di lumaca. Solo ieri, infatti, la quinta commissione referente ha indicato i nomi di Alessandra Camassa per il tribunale e di Vincenzo Pantaleo (in foto) per la procura.
In entrambi i casi, però, dovrà essere il plenum dell’organo di autogoverno della magistratura a dire l’ultima parola, rendendo definitive le indicazioni. Il giudice Alessandra Camassa sembra, dunque, destinata a prendere il posto di Gioacchino Natoli e il castelvetranese Pantaleo quello di Alberto Di Pisa. Anche in passato non sono mancate sorprese in sede di plenum.
Stavolta, comunque, pare che tutto debba filare liscio. In tal caso, la Camassa tornerà nel palazzo di giustizia in cui ha iniziato la sua carriera in magistratura, come sostituto del procuratore Paolo Borsellino.
La nomina a presidente del Tribunale di Marsala dovrà essere inserita in un “mosaico” che prevede anche diverse altre tessere. Come quella della presidenza del Tribunale di Trapani, cui sembra destinato Andrea Genna, anch’egli in passato a Marsala e attualmente presidente a Sciacca.
La Camassa è in magistratura da circa 30 anni. Applicata alla Dda di Palermo fino al 1993, è poi giudice nuovamente a Marsala, dove ha continuato ad occuparsi prevalentemente di criminalità organizzata. Nel 2000 si trasferisce a Trapani. Prima è giudice monocratico, poi collegiale e infine in Corte d'Assise, occupandosi anche di misure di prevenzione antimafia.
Dal 2010 è presidente della sezione penale del Tribunale di Trapani, continuando a occuparsi di processi a esponenti delle cosche mafiose e di personaggi politici locali ritenuti “contigui” a Cosa Nostra.
Pantaleo, invece, a Marsala non c’è mai stato, ma conosce ugualmente la realtà provinciale sia per il fatto di essere di Castelvetrano, che per avere a lungo operato nel Palazzo di giustizia di Trapani (ha anche presieduto importanti processi di mafia).
Intanto, le decisioni della commissione del Csm sembrano allontanare le voci circa una paventata soppressione del Tribunale marsalese. “Non è prevista chiusura – dice il presidente facente funzioni Raimondo Genco – sono notizie prive di ogni fondamento. Anzi, è previsto un rafforzamento del nostro Tribunale”.
Queste voci, però, hanno già messo in fibrillazione il mondo degli avvocati, anche se il presidente del locale Consiglio dell’Ordine, Gianfranco Zarzana, getta acqua sul fuoco. “I criteri, quali bacino d’utenza, carico di lavoro, etc. – dice Zarzana – per la ridefinizione della geografia giudiziaria italiana sono tali da non dover riguardare Marsala”.
E poi una eventuale soppressione del Tribunale di Marsala rappresenterebbe una vera beffa se si considera quanto denaro è stato speso per costruire il nuovo Palazzo di Giustizia, per la cui entrata in funzione, di recente, si è avuta la visita di un tecnico del ministero di via Arenula.
Il sopralluogo è stata la risposta del ministero alle domande poste dal sindaco Alberto Di Girolamo nel corso della sua precedente missione romana effettuata per tentare di sbloccare la fase di stallo nel trasferimento di Tribunale e Procura. Il tecnico ministeriale ha visitato i nuovi locali per vedere de visu quali sono le “criticità” evidenziate dall’ex presidente del Tribunale Gioacchino Natoli e da altri magistrati e studiare come porvi rimedio.
Al sopralluogo hanno partecipato anche il sindaco Di Girolamo, tecnici comunali e magistrati (per la Procura il sostituto “anziano” Anna Sessa). “Il ministero della Giustizia – ha, poi, spiegato il sindaco – ha inviato un architetto per vedere e valutare attentamente la situazione, affinché il trasferimento dalla vecchia alla nuova struttura possa avvenire a breve.
A Roma mi era stato promesso l’invio di un tecnico ministeriale che potesse vedere direttamente con i suoi occhi qual è la situazione e cosa c’è da sistemare: cose abbastanza semplici, qualche ingresso, qualche porta o altro, niente di particolare, ma era giusto che questo tecnico venisse a vedere, perché la decisione sul momento del trasferimento, oltre che dai magistrati locali, va presa dal ministero.
E questo architetto arrivato da Roma non mi sembra che abbia trovato problemi insormontabili. Adesso, farà una sua relazione. E’ questo – conclude Di Girolamo - l’inizio di un percorso che dovrà concludersi con il trasferimento alla nuova struttura. Tempi? Dipende da tante cose. Penso, comunque, nel giro di alcuni mesi”. Non è chiaro, però, come si possa risolvere il problema dei pilastri al centro delle aule di udienza.A.P.