“Erbacce” dappertutto sono quanto può notare chi, attraverso le inferriate della recinzione, cerca di dare uno sguardo all’area del futuro parco archeologico di Capo Boeo. E’ ormai cronica, infatti, la mancanza di fondi regionali per procedere a un’opera di pulizia e scerbatura che possa consentire a turisti e altri visitatori di poter ammirare gli antichi reperti. Stavolta, a rimediare sarà il Comune. Ad assicurarlo è il sindaco Alberto Di Girolamo.
“Provvederemo noi” dice il primo cittadino. Il problema si ripropone ciclicamente e mette in difficoltà chi è chiamato a dirigere il Museo Lilybeo e l’annessa zona archeologica, nonché quelle, più piccole, esistenti in altre zone della città. Il Comune, quindi, anche se non di sua competenza, invierà la squadra di operai del verde pubblico. In primavera, infatti, il flusso turistico aumenterà e la “savana” che nasconde alla vista di turisti e altri visitatori il decumano massimo e altre antiche testimonianze non sarebbe un bel biglietto da visita per la città.
Il problema, nell’agosto 2010, fu sollevato dall’allora sindaco Renzo Carini, che in una nota inviata all’assessore regionale ai Beni culturali Gaetano Armao parlò di “stato di abbandono”. All’epoca, Carini evidenziò che l’area fuori Porta Nuova “occupa una posizione strategica nel territorio urbano, anche sotto l’aspetto turistico, è visibile dalle persone transitanti nel lungomare cittadino e in viale Isonzo e costituisce, in considerazione dello stato in cui è tenuto, anziché momento di valorizzazione del territorio di Marsala, esempio di degrado”.
Carini rivendicò, poi, i meriti della sua amministrazione, affermando che questa “è stata parte attiva nella riqualificazione dell’area intervenendo con risorse del bilancio comunale”, mentre “la Sovrintendenza, al contrario, non solo non ha effettuato i lavori di bonifica, ma anche sospeso da due anni quelli per la valorizzazione del Parco”. E per questo, l’allora primo cittadino invitò l’assessore Armao a convocare una conferenza di servizi per affrontare e risolvere i problemi del parco archeologico.
“Quello che mi dispiace – concluse Carini – è la mancanza di collaborazione fra gli Enti”. Il riferimento, naturalmente, era alla Soprintendenza ai Beni culturali, con la quale, per un certo tempo, fu guerra aperta.
A.P.
03-01-2016 12,30
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