Marsala, Sarebbe il 45enne Nicolò Girgenti l’omicida del Maresciallo Mirarchi . Il plauso dei sindaci di Petrosino e Marsala alle forze dell’ordine

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
23 Giugno 2016 08:31
Marsala, Sarebbe il 45enne Nicolò Girgenti l’omicida del Maresciallo Mirarchi . Il plauso dei sindaci di Petrosino e Marsala alle forze dell’ordine

“Si chiama Nicola Girgenti il presunto assassino del Maresciallo Minarchi ed è stato arrestato. Esprimo le mie congratulazioni ai carabinieri ed alla Procura di Marsala per la celerità nelle indagini. Quella vasta area a nord di Samperi e Ferla non deve essere più una "zona franca" in cui la criminalità e la mafia coltivano indisturbatamente i loro sporchi affari. Vogliamo più forze dell'ordine e risorse per combatterli!”.

Così il sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone, commenta gli ultimi risvolti dell’indagine relative all’uccisione, avvenuta nella serata del 31 maggio scorso, del maresciallo Silvio Mirarchi, il 53 enne vice comandante della stazione dei carabinieri di contrada Ciavolo mentre lo stesso stava compiendo un sopralluogo presso un’area dove insisteva una piantagione di marijuana in contrada Ventrischi.

I carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, unitamente a militari del ROS e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, a seguito delle investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala e condotte con il supporto del RIS di Messina, hanno tratto in arresto, sulla base del provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale lilibetano, l’autore dell’omicidio del maresciallo Mirarchi.

Si tratta di Nicolò Girgenti, 45 anni, un vivaista che gestiva una delle ultime piantagioni sequestrate, in essa vi erano coltivate circa 9000 piantine di marijuana. Negli ultimi giorni lo stesso Girgenti si sarebbe sentito braccato dalle forze dell’ordine e per questo avrebbe programmato una sua fuga all’estero. Così gli investigatori hanno provveduto al suo arresto e su di lui vi sarebbero prove schiaccianti, avrebbe lui sparato al maresciallo Mirarchi. Maggiori dettagli sull’operazione sono state fornite questa mattina nella conferenza stampa indetta a Trapani presso il Comando Provinciale dei Carabinieri al quale ha partecipato il Procuratore della Repubblica di Marsala, dott. Vincenzo Pantaleo. Ecco il comunicato:  

Il provvedimento cautelare, emesso dal Gip del Tribunale di Marsala, Dottoressa Annalisa AMATO, su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Dott. Vincenzo PANTALEO, giunge al culmine di un’intensa attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore Dottoressa Anna Sessa e sviluppata immediatamente dopo il ferimento del Maresciallo MIRARCHI dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani e dal Nucleo Operativo della Compagnia di Marsala, con il supporto del Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina.

La sera del 31 maggio 2016, l’Ispettore dell’Arma, unitamente ad un altro collega, era impegnato in un servizio di Polizia Giudiziaria, organizzato dalla Compagnia Carabinieri di Marsala, nelle aree rurali del centro lilibetano.

I militari, mentre erano appostati in un fondo agricolo di C.da Vintrischi, intorno alle 21.30, udivano voci e rumori provenienti da alcune serre poco distanti.

Nel tentativo di controllare cosa stesse accadendo, si avvicinavano e dopo essersi qualificati ed aver intimato l’alt, venivano immediatamente investiti da numerosi colpi di arma da fuoco, uno dei quali colpiva alla zona renale il Maresciallo MIRARCHI.

Trasportato presso l’ospedale di Marsala, veniva sottoposto ad un primo intervento chirurgico e poi trasportato in elisoccorso presso l’Ospedale Civico di Palermo ove, nuovamente sottoposto ad intervento chirurgico, decedeva nel pomeriggio del 1° giugno.

L’attività investigativa, immediatamente sviluppata, permetteva di trarre in arresto, già nelle ore successive, il pregiudicato D’ARRIGO Francesco, quale responsabile della coltivazione dello stupefacente, ma anche di individuare un primo sospettato proprio in GIRGENTI Nicolò.

Egli era, infatti, fino allo scorso mese di marzo, il gestore delle serre e presidente di una società cooperativa a cui le stesse erano state concesse in affitto. Tale carica e gestione veniva poi ceduta da GIRGENTI al D’ARRIGO.

Il GIRGENTI, interrogato nell’immediatezza, forniva però una descrizione dei suoi movimenti, effettuati a cavallo dell’evento criminoso, assolutamente non veritiera rispetto all’esito dei riscontri eseguiti dai Carabinieri.

GIRGENTI, infatti, riferiva di essere rimasto a casa tutta la sera e di essersi addormentato intorno alle 22.00, quando, invece, in realtà, l’analisi dei tabulati del suo telefono hanno dimostrato che era sveglio e soprattutto che la sua utenza agganciava la cella compatibile con il luogo dell’omicidio.

Inoltre, la sua autovettura veniva ripresa transitare da due telecamere a circuito chiuso, rinvenute dai Carabinieri, lungo la possibile via di fuga dal luogo dell’omicidio, proprio nei minuti successivi all’esplosione dei colpi di pistola.

Ma anche un’altra prova fondamentale è stata acquisita dai militari dell’Arma nei confronti di Nicolò GIRGENTI: egli veniva sottoposto allo STUB, ovvero il tampone utile per la rilevazione di tracce da sparo, che, analizzato successivamente presso i laboratori del RIS di Messina, dava esito positivo. Infatti, numerose tracce univoche di polvere da sparo si rinvenivano anche sugli indumenti del GIRGENTI, sequestrati dai Carabinieri poco prima che lo stesso riuscisse a lavarli.

Le indagini hanno dimostrato, altresì, che GIRGENTI non era estraneo alla piantagione di marjuana coltivata dal D’ARRIGO, bensì ne era socio, ma infedele. Infatti, approfittando dell’assenza del partinicese nelle ore serali e notturne, stava trafugando, insieme ad altri complici, le piante dalle serre.

A riprova di quanto sopra, egli, in un una conversazione intercettata sulla sua utenza telefonica, afferma che in quella coltura aveva investito tanto e si rammaricava solo dell’ “inferno” che ne era derivato.

Nessuna parola di rammarico era rivolta nei confronti del Maresciallo MIRARCHI.

Le attività investigative continuano incessantemente per assicurare alla giustizia anche gli altri complici coinvolti nell’efferato omicidio.

Mirarchi sarebbe stata la vittima di una vera e propria “guerra della marijuana” in atto nel territorio compreso fra Marsala, Petrosino e Mazara. Da una parte i gestori e proprietari delle diverse serre dove vengono celate le piantine marijuana (vedi i numerosi sequestri nell’ultimo mese) e dall’altra una banda di rumeni e maghrebini decisa ad accaparrarsi il prodotto per potersi inserire nel mercato della droga. Cosicchè alcuni proprietari si erano dotati di sistemi di sorveglianza e di armi per difendere la propria attività (vedi il recente arresto dei fratelli Giuseppe e Vito Signorello per l’omicidio ed occultamento del corpo di un rumeno ritrovato carbonizzato non lontano dalla propria attività.

Il giro di vite avviato dai Carabinieri dopo l’uccisione del loro collega portò all’arresto del 54enne partinicense Francesco D’Arrigo, gestore di quella serra (proprietario della stessa serra è invece Giovanni Abate) dove tragica sera del 31 maggio stava indagando il maresciallo Mirarchi insieme ad un collega. Forse proprio questo arresto ha consentito di risalire al presunto omicida di Mirarchi. Nicolò Girgenti è difeso dall'avvocato marsalese Vincenzo Forti.

Il Sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, dopo avere appreso la notizia dell’arresto di Nicolò Girgenti, presunto assassino del maresciallo dei Carabinieri, Silvio Mirarchi, ha voluto esprimere il plauso della Città, dell’Amministrazione e suo personale al neo Procuratore della Repubblica di Marsala, Vincenzo Pantaleo e al Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Trapani, Stefano Russo.

“Esprimo i compiacimenti della cittadinanza marsalese, della Giunta e quelli miei personali alla Procura della Repubblica di Marsala e all’Arma dei Carabinieri -ha scritto Di Girolamo- per la brillante operazione che ha consentito di individuare il presunto assassino del Maresciallo Silvio Mirarchi. E’ questa una risposta concreta a quanti chiedono giustizia, sicurezza e maggiore tutela del territorio e di quanti vi abitano. Alla famiglia del carabiniere ucciso rinnovo la mia vicinanza unitamente alla consapevolezza che il loro congiunto non è morto invano e che da ieri è stato individuato anche il presunto responsabile di quel gesto criminale che certamente, anche se non restituisce la persona cara, rende un po’ di conforto”.

Anche il Presidente Sturiano si congratula con Procura e Carabinieri per l’arresto del presunto assassino del Maresciallo Mirarchi.

Appresa la notizia dell’arresto del marsalese Nicolò Girgenti, presunto assassino del maresciallo dei Carabinieri Silvio Mirarchi, il Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Sturiano si congratula in una nota, a nome personale e dell’intera assise cittadina, col neo Procuratore della Repubblica di Marsala, dottor Vincenzo Pantaleo e col Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Trapani, Stefano Russo.“Complimenti alla Procura della Repubblica e all’Arma dei Carabinieri per la brillante operazione che ha portato ieri sera all’attesa svolta nelle indagini e alla individuazione del presunto assassino del maresciallo Silvio Mirarchi.

E' un momento importante per la nostra Città che vede ancora una volta, grazie all’impegno professionale e all’abnegazione degli inquirenti, affermare la legalità sul crimine. Ed è una risposta immediata, unitamente alle tante operazioni dell’ultimo mese rivolte al sequestro di altre piantagioni di canapa indiana, a tutti i cittadini che chiedono maggiore sicurezza sia in centro che in periferia e nelle campagne del marsalese”.

Francesco Mezzapelle

23-06-2016 10,00

{fshare}.

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza