Processo ai carabinieri di Pantelleria accusati di “mano pesante”, quattro condanne

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
16 Dicembre 2015 09:54
Processo ai carabinieri di Pantelleria accusati di “mano pesante”, quattro condanne

MARSALA – Tre assoluzioni e quattro condanne nel processo, in Tribunale, a Marsala, ai sette carabinieri coinvolti nell’indagine della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura per le violenze (lesioni personali e sequestro di persona) che sarebbero state commesse, nel 2011, nella caserma di Pantelleria, su persone fermate per controlli.

Quattro anni e mezzo di reclusione sono stati inflitti al principale protagonista della vicenda, il maresciallo Claudio Milito. Condannati anche i carabinieri Luca Salerno (3 anni e 10 mesi), Lorenzo Bellanova (3 anni e 9 mesi), Rocco De Santis (un anno e 6 mesi). Per i primi tre anche 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Per De Santis, invece, l’interdizione dai pubblici uffici è di un anno e mezzo. Per lui, però, pena sospesa.

Tutti e quattro sono stati, inoltre, condannati a risarcire le parti civili. Tra i reati per i quali è scattata la condanna, anche il falso in verbalizzazioni. Per alcuni dei casi contestati c’è stata assoluzione. Sono stati, invece, assolti da ogni imputazione il carabiniere Stefano Ferrante, anche lui accusato di violenze sui fermati, nonché il capitano Dario Solito (omessa denuncia) e il maresciallo Giuseppe Liccardi. Quest’ultimo, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Pantelleria, oltre che di omessa denuncia delle violenze, era accusato anche di favoreggiamento.

Il  p.m. Antonella Trainito, parlando di persone “pestate a sangue” e chiuse a chiave in cella senza alcuna ragione giuridica, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. L’indagine fu avviata a seguito della denuncia di un marsalese, Vito Sammartano, 43 anni, cuoco, che d’estate si trasferisce a Pantelleria per motivi di lavoro. ‘’Sono stato fermato ad un posto di blocco e condotto in caserma verso le 4 del mattino – ha raccontato Sammartano - e dopo l’alcoltest, a cui sono risultato positivo, seppur di poco, sono stato massacrato di botte’’.

Nel corso dell’inchiesta, sono poi emersi anche altri episodi dello stesso genere, tanto che la Procura diretta da Alberto Di Pisa ha individuato altre “parti lese”. Al termine della requisitoria, il pm Trainito aveva chiesto 7 anni di carcere per Milito. Quattro anni e mezzo per il maresciallo Liccardi, tre anni e mezzo per Salerno, tre anni per Bellanova, due anni e mezzo per De Santis, un anno e 8 mesi per Ferrante, 8 mesi per Solito. Le accuse a vario titolo contestate sono lesioni, falso in verbalizzazioni, omissione di atti d’ufficio e di denuncia e favoreggiamento.

Nel maggio 2014, in aula, il capo della sezione di delle Fiamme Gialle della Procura, Antonio Lubrano, parlò di una relazione di servizio di Stefano Ferrante relativa alla notte del 10 luglio 2011 che “non fu subito esibita alla Procura, ma solo dopo una seconda richiesta”. L’investigatore raccontò, poi, di una relazione di Liccardi su Milito nella quale si potevano intravedere “estremi di reato” e di una “nota di biasimo” per lo stesso sottufficiale.

“Individuammo altre vittime – ha concluso Lubrano – ma avevano paura di parlare”.

A.P.

16/12/2015

{fshare}

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza