Rita Bernardini, già Deputata radicale della XVI legislatura (2008-2013), membro del Coordinamento di Presidenza del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito e Presidente d'Onore di ‘Nessuno Tocchi Caino’, ha presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento. Oggetto dell’iniziativa sono le condizioni di trasporto dei detenuti nei blindi usati per le traduzioni e le modalità di perquisizione di detenuti e familiari prima dei colloqui.
“Egregio Consigliere Luigi Patronaggio – scrive la Bernardini - domenica scorsa, 27 novembre 2016, ho visitato il carcere di Agrigento, assieme ad una delegazione del Partito Radicale composta da Gianmarco Ciccarelli e Donatella Corleo. La visita era stata autorizzata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ai sensi dell’articolo 117, comma 2, del DPR n. 230 del 2000 (Regolamento penitenziario).
Invierò al più presto una più dettagliata relazione sulle condizioni di detenzione al Magistrato di Sorveglianza, intanto, ritengo urgente segnalarLe quanto segue in merito alle condizioni di trasporto dei detenuti nei blindi usati per le traduzioni e alle modalità di perquisizione di detenuti e familiari prima dei colloqui e ossia che molti detenuti in regime di AS3 del carcere di Agrigento mi hanno rappresentato le modalità con cui vengono effettuate le traduzioni in occasione delle udienze che si svolgono presso i Tribunali di Palermo o Catania.
Si tratta – continua la Bernardini - di detenuti che hanno sia i familiari che le udienze a Palermo o Catania e che sono stati trasferiti dagli istituti delle due città a quello di Agrigento, già gravemente sovraffollato, per cui diviene gravoso avere i colloqui familiari; per il trasporto alle udienze, inoltre, i detenuti subiscono un trattamento fortemente lesivo della salute fisica e mentale, senza considerare i costi aggiuntivi che l’Amministrazione penitenziaria deve sopportare”.
Rita Bernardini evidenzia che secondo quanto le è stato raccontato, i detenuti vengono svegliati la mattina prestissimo, caricati nel furgone blindato e sistemati -ammanettati- ciascuno all'interno di "gabbiette minuscole" prive di cinture di sicurezza. Secondo le stesse testimonianze, da Agrigento il blindo si dirige poi verso altri istituti penitenziari per raccogliere altri detenuti che hanno udienze a Palermo o Catania, così che il "viaggio" duri un'infinità di ore, anche cinque o sei. Fatta l'udienza lo stesso percorso viene effettuato a ritroso fino a ritornare al luogo di partenza di sera tardi o a notte fonda.
E a questo "trattamento" verrebbero sottoposti anche detenuti malati, persino appena operati al cuore come è stato testimoniato nel carcere Petrusa di Agrigento nel corso della visita.L’esponente Radicale aggiunge nella dettagliata nota che i detenuti in Alta Sicurezza 3 hanno segnalato il trattamento delle perquisizioni che vengono effettuate in occasione dei colloqui con i familiari. Prima dell’incontro, cioè, i detenuti vengono fatti spogliare nudi a gruppi di 4 in locali sporchi, fatiscenti e privi di riscaldamento.
Anche i bambini vengono perquisiti in vista del colloquio con il genitore detenuto: vengono tirate giù le mutandine di bambini e bambine e controllato il pannolino. Incomprensibili, per Rita Bernardini, le ragioni di tali modalità di perquisizione che possono essere traumatizzanti, “considerato che i colloqui sono videoregistrati e si svolgono alla vista del controllo degli agenti”.
Nella nota a firma della Bernardini viene evidenziato ancora che sia le modalità con le quali vengono effettuate le traduzioni, sia quelle riguardanti le perquisizioni sono state rappresentate al Magistrato di Sorveglianza il quale, secondo quanto prescrive l’art. 69 O.P può esprimersi anche con "disposizioni dirette ad eliminare eventuali violazioni dei diritti dei condannati e degli internati".
"Ma il tutto viene ignorato – aggiunge la Bernardini - non sappiamo se a causa della carenza degli organici, o per totale mancanza di conoscenza da parte dei giudici che hanno predisposto la custodia cautelare nel carcere di Agrigento".La richiesta conclusiva della nota in oggetto è di ‘essere informata sull’esito dell’esposto, ed eventualmente di essere avvisata della richiesta di archiviazione ai sensi dell’art. 408 del c.c.p. e ss’.
J. C.
01/12/2016
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