“Teatro Festival – Città di Custonaci”. In scena “Grisù, Giuseppe e Maria”.

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
30 Aprile 2018 14:57
“Teatro Festival – Città di Custonaci”. In scena “Grisù, Giuseppe e Maria”.

Venerdì 4 Maggio 2018. Ore 21.00. Teatro Comunale di Custonaci.

Custonaci, 30 aprile 2018 – Dopo il recente successo a Trapani, in replica venerdì 4 maggio, alle ore 21.00, al Teatro Comunale di Custonaci “Grisù, Giuseppe e Maria”, a cura della compagnia “Gli amici di Nino Martoglio”, che ritorna sui palcoscenici, con grande fermento culturale, dopo un periodo di assenza.

La Compagnia “Gli Amici di Nino Martoglio” nasce nel 1973 ed opera da ben 37 anni nel settore del teatro amatoriale, raggiungendo risultati prestigiosi attraverso la partecipazione a numerose rassegne teatrali.

“Grisù, Giuseppe e Maria” è una commedia brillante in 2 tempi di Gianni Clementi, con adattamento in dialetto siciliano di Giuseppe Passalacqua. Una gustosa storia teatrale vissuta all’interno della parrocchia di un paesino dell’entroterra siciliano nell’anno 1956. Protagonista della vicenda è il parroco Don Ciro che, nonostante al suo arrivo in paese avesse immaginato una sede quieta e tranquilla, si troverà a dover tribolare per tutto ciò che gli complicherà la vita nella sua sagrestia.Il ricavato dello spettacolo sarà interamente devoluto in beneficenza.

Partner ed informazioniPartner del Festival: Pro Loco di Custonaci, Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, Comune di Custonaci.

Per la partecipazione agli spettacoli è obbligatoria la prenotazione e si comunicano i seguenti contatti:Tel. 0923-030639 - Cell. 347 3083023 – 328 0996484 – email: liberiragazzi@prolococustonaci.it.IIl ricavato andrà in beneficenza.Tutte le informazioni sulla Pagina Facebook del Comune di Custonaci e della Pro Loco di Custonaci e sui siti web ufficiali www.comunecustonaci.it e www.prolococustonaci.

NOTA DI REGIASi tratta di una gustosa storia teatrale vissuta all’interno di una parrocchia di un paesino dell’entroterra siciliano nell’anno 1956. Invero Gianni Clementi, autore romano tra i più rappresentati del momento, ha ambientato il suo lavoro originale a Pozzuoli, nel napoletano, ma noi abbiamo voluto sbizzarrirci trasferendo il tutto, con il gentile consenso dell’Autore, in un piccolo centro della Sicilia, al fine di trovarci a nostro agio, per mezzo di una “lingua” che ci è più congeniale.Ciò premesso, riteniamo opportuno anticiparvi qualche notizia utile a cogliere una traccia, sia pure minima, del lavoro che mettiamo in scena.

Protagonista della vicenda è il parroco Don Ciro che, nonostante al suo arrivo in paese avesse immaginato una sede quieta e tranquilla, si troverà a dover tribolare per tutto ciò che gli complicherà la vita nella sua sagrestia. Il suo primo “tormento” sarà Vincenzo, il sagrestano che, affetto da qualche imperfezione psico-fisica, sarà motivo di nervosismi e contrarietà per il povero prete che lo ha accolto, proveniente da un altro istituto religioso.Il loro bel da fare a Don Ciro lo daranno due paesane frequentatrici della parrocchia, donna Rosa e la sorella donna Filomena, che, essendo analfabete, sono fortemente interessate alla lettura delle missive dei loro familiari o dei loro spasimanti, letture affidate al buon parroco il quale fungerà non solo da assistente spirituale, ma anche, suo malgrado, da assistente “sociale”.Le cose si complicheranno notevolmente quando verranno fuori anche le gravidanze impreviste, in particolare quella di donna Filomena, nubile ma molto solerte nell’attività amatoria….Queste le premesse essenziali che indurranno don Ciro ad aguzzare l’ingegno per tirar fuori dagli impicci le sue parrocchiane; tra l’altro don Eduardo, il farmacista del paese, altro protagonista della vicenda, non sarà proprio l’uomo che ci vuole perché il prelato possa avere la classica “mano d’aiuto”.

Nonostante tutto, don Ciro troverà l’idea geniale per aggiustare le cose.Vi sarete chiesti cosa c’entri il grisù (miscela di gas esplosivo) in questa storia ambientata in sagrestia. Il collegamento nasce dalla circostanza che a Marcinelle lavoravano alcuni uomini del nostro paesino, per guadagnarsi da vivere facendo i minatori, così come storicamente fecero molti nostri conterranei di Mazzarino, Riesi, Villalba, ecc… Purtroppo, il peggio accadde quando in miniera… l’8 agosto 1956…

 

(Nota stampa)

30/04/2018

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