TRAPANI – Emergenza rifiuti. Il consigliere comunale di Trapani, Salone, presenta esposto in procura contro Crocetta

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
12 Luglio 2016 12:42
TRAPANI – Emergenza rifiuti. Il consigliere comunale di Trapani, Salone, presenta esposto in procura contro Crocetta

L’emergenza rifiuti è frutto della totale incapacità del Governo Regionale e del Presidente Crocetta. Il consigliere comunale di Trapani Francesco Salone ha presentato un esposto alla procura al ministero per l’ambiente ed ha invitato i sindaci a costituirsi parte civile contro il Presidente Crocetta se mai dovesse essere chiamato in giudizio.

«Nell’ultima e più recente crisi dei rifiuti, che in questi giorni stiamo drammaticamente vivendo, le responsabilità politiche ed amministrative del Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta sono grandissime». Lo sostiene Francesco Salone, Consigliere Comunale di Trapani e Presidente della Commissione Lavori Pubblici , che nei giorni scorsi ha operato una ispezione presso la discarica comunale di Contrada Borranea, gestita dalla Trapani Servizi, e che in seguito ha inviato un esposto contro Crocetta alla Procura della repubblica, alla Corte dei Conti ed al Ministero per l’Ambiente.«Questa situazione di emergenza perenne ha le radici in quarant’anni di dissennata politica di gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia – afferma Salone – ma Crocetta negli ultimi quattro anni ci ha messo del suo, incapace di affrontare il problema.

Oggi questa emergenza è stata scaricata sulle spalle dei sindaci. Abbiamo rilevato una assurda incongruenza relativa al tonnellaggio conferito in discarica che va ben oltre la media, considerato che siamo in estate».In pratica, scrive Salone nell’esposto, l’ordinanza firmata da Crocetta (5/Rif 2016) «tiene conto solo della quantità media dei rifiuti prodotti nei comuni e indirizzati nell'impianto di contrada Borranea. A fronte di una capacità di 379 tonnellate al giorno oggi arrivano in discarica Borranea 550 tonnellate al giorno.

Una quantità che, al di là della media, va ben oltre lo stesso picco di 410 tonnellate al giorno calcolate dai tecnici della regione e inserite nel piano riepilogativo dei conferimenti (tabella A dell'ordinanza 5/Rif 2016)».

«Ogni giorno – calcola Salone - arrivano in discarica circa 140 tonnellate di rifiuti che non possono essere smaltite e che, spesso, come denunciato proprio da molti sindaci, rimangono sui mezzi, in attesa anche per più di 24 ore (come documentato anche da numerose testate giornalistiche) oppure ritornano indietro».

«Il piano di conferimento per comune dell'ordinanza (allegato B) – dettaglia il consigliere comunale - è stato realizzato sulla base delle medie annuali senza che si sia tenuto conto dei picchi stagionali di produzione di rifiuti nei comuni a vocazione turistica ove la popolazione residente raddoppia o, addirittura, come nei comuni di Favignana, Castellammare, Erice, Valderice, si triplica o quadruplica. Emblematico in questo senso è il caso di San Vito Lo Capo, ove la popolazione residente è di 4.400 abitanti che nei mesi estivi diventano 20mila con punte tra 35mila e 40mila nel mese di agosto».

«Queste circostanze non sono frutto del "destino cinico e baro" ma sono frutto di una consapevole, colpevole e dissennata politica attendista del Presidente Crocetta. Non sono solo un aspetto tecnico, ma anche politico ed amministrativo e Crocetta deve risponderne – conclude Salone –. Per questa ragione ho deciso di inviare un esposto e possano essere ravvisate nella condotta del Presidente Crocetta ipotesi di qualsivoglia responsabilità e dovesse essere aperto un giudizio a suo bene farebbero i Comuni, visto il danno patito, a costituirsi parte civile».

Dott. Francesco SaloneConsigliere comunale Trapani

 

Oggetto: Accertamento responsabilità in capo al Presidente della Regione Siciliana, on. Rosario Crocetta, relativamente alla ordinanza n 5/Rif del 7 giugno 2016 «Ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti nel territorio della Regione Siciliana nelle more del rientro in ordinario della gestione del ciclo integrato dei rifiuti».

Chiarissime autorità,con ordinanza n 5/Rif del 7 giugno 2016 il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, d'intesa con il Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare ha disposto il «ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti nel territorio della Regione Siciliana nelle more del rientro in ordinario della gestione del ciclo integrato dei rifiuti».All’art. 1 dell’ordinanza si dispone che tale periodo di «speciale forma di gestione» duri dal 7 giugno al 30 novembre 2016.Invero già solo la rubricazione della ordinanza è di per sé un implicito riconoscimento della politica fallimentare di questo Governo Regionale in materia di rifiuti, anzi il perpetuarsi di una politica fallimentare.

Ma al di là del giudizio politico, che non compete a codesta autorità, è da rilevarsi come tale ordinanza, pure costruita in maniera dettagliata e puntuale (e come poteva essere diversamente, visto l'intervento dei tecnici del Ministero) sembra non aver tenuto conto di un dato tecnico essenziale: la quantità media dei rifiuti prodotti nei comuni che da ordinanza sono stati indirizzati a scaricare nell'impianto di contrada Borranea, proprietà del Comune di Trapani ed in gestione alla SPA Trapani Servizi.

L'ordinanza rappresenta una sorte di deroga della deroga alla deroga delle norme nazionali ed europee in materia di ciclo integrato dei rifiuti. Si perdoni il gioco di parole ma per meglio comprendere si dovrebbe tenere conto che la Sicilia sconta un ritardo di più di quarant'anni ed una gestione nel corso degli stessi quaranta anni dissennata, se non in taluni casi criminali, come del resto le numerose inchieste giudiziarie, alcune ancora in corso in questi giorni, dimostrano.

Già nel 1975 l'Europa, ancora non costituita in UE, ha cominciato a regolare la materia con le linee guida della direttiva 75/442/CE in cui si davano principi, obbiettivi, strategie e regole comuni ai Paesi della CEE.In quella direttiva si sollecitano gli Stati membri ad adottare «le misure atte a promuovere la prevenzione, il riciclo, la trasformazione dei rifiuti e l'estrazione dai medesimi di materie prime […] nonché di ogni altro metodo che consenta il riutilizzo dei rifiuti» e ad adottare « misure necessarie per assicurare che i rifiuti verranno smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza creare rischi per l'acqua, il suolo, la fauna e la flora, senza causare odori, senza danneggiare la natura e il paesaggio».

Sempre la stessa direttiva introduce il principio «chi inquina paga», sia esso soggetto pubblico o privato, e secondo il quale «il costo dello smaltimento deve essere sostenuto dal detentore o dal produttore» dei rifiuti. È sulla base di questa strategia che in tutta Europa si decreteranno negli anni successivi tutte le direttive e le norme dirette a smantellare progressivamente le discariche quale punto terminale del ciclo dei rifiuti.

Ancora nel 2012 in Sicilia il 90% dei rifiuti finisce in discarica incapace di mettere in atto politiche di incentivazione alla raccolta differenziata e disincentivazione dello smaltimento indifferenziato. Lo stesso presidente che ha firmato l'ordinanza n 5/Rif del 7 giugno del 2016, appena un anno prima aveva dichiarato che «Non può essere che la Sicilia sia la regione italiana che ha solo il 10 per cento di differenziata. In finanziaria vogliamo mettere una tassa sulla indifferenziata così chi non differenzia i rifiuti paga di più».

In realtà nulla di tutto questo è avvenuto, ancora.

Ciò che è accaduto, e che accade ogni giorno, è che, per effetto della ordinanza e di altre precedenti, la discarica del Comune di Trapani, in contrada Borranea sta andando verso una inevitabile e rapida saturazione delle vasche di raccolta operative. Realizzata, con prudente lungimiranza, per servire un bacino di utenza di poco più di centomila abitanti (quelli dell'hinterland trapanese, vale a dire Erice, Valderice, Paceco e le isole Egadi) e progressivamente adeguata alle diverse normative sempre avendo questa misura di capacità ricettiva dei rifiuti, oggi la discarica trapanese per effetto dell'ordinanza 5/Rif serve un bacino di mezzo milione di abitanti: cioè 23 comuni della provincia di Trapani (tutti ad esclusione del Comune di Marsala) più due comuni della provincia di Palermo (Terrasini e Trappeto) al momento di redazione del presente esposto.

In una prima fase i comuni del palermitano erano tre essendo stato inserito, per disposizione del dipartimento per i rifiuti, anche il comune di Balestrate. Allo stesso modo per alcuni giorni i camion del comune di Marsala (circa 80mila abitanti per un conferimento medio previsto di 57 tonnellate) sono stati dirottati da Lentini a Trapani per poi essere indirizzati di nuovo a Lentini.

Il risultato di quella che appare come un gestione estemporanea: a fronte di una capacità di 379 tonnellate al giorno oggi arrivano in discarica Borranea 550 tonnellate al giorno. Una quantità che, al di là della media, va ben oltre lo stesso picco di 410 tonnellate al giorno calcolate dai tecnici della regione e inserite nel piano riepilogativo dei conferimenti (tabella A dell'ordinanza 5/Rif 2016).

In pratica ogni giorno arrivano in discarica circa 140 tonnellate di rifiuti che non possono essere smaltite e che, spesso, rimangono sui mezzi, in attesa anche per più di 24 ore (come documentato anche da numerose testate giornalistiche) oppure ritornano indietro. Fino ad oggi è solo grazie al senso di responsabilità del personale della Trapani Servizi e del personale dei singoli comuni, che è stato possibile rispettare ordine di accesso in discarica, turnazioni, e procedure di conferimento.

Il piano di conferimento per comune dell'ordinanza (allegato B) come può evincersi dalle quote assegnate a ciascun comune, è stato realizzato sulla base delle medie annuali senza che si sia tenuto conto dei picchi stagionali di produzione di rifiuti nei comuni a vocazione turistica ove la popolazione residente raddoppia o, addirittura, come nei comuni di Favignana, Castellammare, Erice, Valderice, si triplica o quadruplica.

Emblematico in questo senso è il caso di San Vito Lo Capo, ove la popolazione residente è di 4.180 abitanti che nei mesi estivi diventano 20mila con punte tra 35mila e 40mila nel mese di agosto.

Si tenga conto che tutta questa mole di rifiuti deve essere sottoposta a TMB (Trattamaneto Meccanico Biologico) per 40 giorni ma per effetto della ordinanza tale trattamento, in deroga alla norma generale, è stato ridotto a 12 giorni (Ord. 5/Rif art. 2 comma 11), per 45 giorni dalla adozione della stessa.

L'incapacità di accogliere i rifiuti negli impianti operativi e di rispettare i tempi di lavorazione degli stessi non frutto del "destino cinico e baro" ma è stata consapevolmente prevista nell'ordinanza del presidente della Regione a pag 11 ove è testualmente detto che «considerato che nelle more della realizzazione degli impianti sopra indicati, dell'adeguamento alla Disposizione Commissariale n 857/2013 degli impianti pubblici e privati esistenti e nelle more della realizzazione degli ulteriori impianti previsti nel piano regionale, la capacità impiantistica di trattamento meccanico biologico limitata ai valori nominali, non è nelle condizioni di far fronte all'intera produzione giornaliera regionale, con necessità di conferimento di quantitativi di rifiuti tal quale presso le discariche ad oggi autorizzate».

Allo stesso modo sono state ampiamente previste, all'art 10 della ordinanza 5/Rif 20016 per quanto riguarda la discarica Borranea e l'impianto di contrada Belvedere di Trapani, e in altri precedenti articoli per le discariche siciliane in funzione, una serie di deroghe alla normativa generale per fare fronte alla cosiddetta emergenza rifiuti.

Il risultato pratico di quanto sopra esposto è che i territori dei comuni della provincia di Trapani sono a rischio

  • ogni giorno decine, se non centinaia di tonnellate di rifiuti non possono essere trattati e smaltiti;
  • la spazzatura si accumula sulle strade con gravi conseguenze sul piano igienico e sanitario, amplificando il già forte disagio di intere comunità;
  • la politica turistica di molti comuni viene messa a rischio, in primo luogo sul piano dell'immagine, ma in taluni casi anche sul piano economico poiché già dai prossimi giorni, se non si pone argine all'emergenza, potrebbero giungere le disdette alle prenotazioni alberghiere ed extralberghiere;
  • l'accumulo di spazzatura in improvvisate discariche potrebbe comportare un rischio ambientale che potrebbe essere amplificato dalla pratica illegale del bruciare i rifiuti (con conseguente produzione di diossina);
  • l'accumulo di rifiuti lungo le strade potrebbe determinare la reazione delle popolazioni con conseguenti problemi di ordine pubblico;
  • tutte le superiori circostanze e la situazione complessiva aumentano il senso di sfiducia dei cittadini che, pur obbligati a far fronte ad un aumento dei tributi per la gestione del ciclo dei rifiuti in molte aree sono tendenzialmente indotti a non onorare tale impegno (in alcuni comuni solo il 50% delle utenze paga il tributo).

Ci siano consentite alcune considerazioni finale riguardo la cosiddetta emergenza rifiuti in Sicilia."Cosiddetta", l'emergenza, perché ormai si tratta invece di una condizione strutturale di questa regione alla quale sono state piegate perfino le norme ove si consideri che numerose associazioni ambientaliste e esperti del settore riconducono alla stessa Regione Siciliana, il ridimensionato incasso del "tributo speciale per il conferimento in discarica", con conseguente la perdita di decine di milioni di euro che la stessa Regione siciliana avrebbe potuto reimpiegare nel finanziamento di impianti alternativi alle discariche.

Causa di questi mancati introiti è stata, sempre secondo le associazioni ambientaliste che in particolare si occupano del ciclo dei rifiuti, l'applicazione di una circolare dell'Assessorato Territorio e Ambiente (la n.89795 del 9-12-200913) che assimila i rifiuti indifferenziati portati in discarica e sottoposti a trito-vagliatura ad una classificazione di "altri rifiuti speciali" contemplata dalla legge regionale interpretando così la legge nazionale. Tale elusione contributiva ha ridotta della metà il "tributo speciale per il conferimento in discarica".

Nonostante l'errata interpretazione dell'assessorato regionale Territorio ed Ambiente, che sarebbe per altro confermata da giudizi e pronunciamenti esplicativi della UE, in Sicilia non s'è mai corretta tale applicazione. Il tributo speciale si applica quando il conferimento avvenga tramite deposito in discarica dei rifiuti solidi. Il conferimento in discarica dovrebbe essere disincentivato e invece è avvenuto l'esatto contrario.

Di fatto si è favorito "culturalmente" la pratica del conferimento in discarica, e depotenziando le politiche di minore produzione di rifiuti, considerando che una parte di questo tributo dovrebbe essere destinato alle attività di recupero di materie prime e di energia, con priorità per i soggetti che realizzano sistemi di smaltimento alternativi alle discariche, nonché a realizzare la bonifica dei suoli inquinati, ivi comprese le aree industriali dismesse, il recupero delle aree degradate per l'avvio ed il finanziamento delle agenzie regionali per l'ambiente e la istituzione e manutenzione delle aree naturali protette.

La Regione Siciliana ha uno dei prezzi medi più alti per il conferimento in discarica (106 euro/ton), a fronte di un tributo speciale tra i più bassi intascato e di un maggiore importo incassato dai gestori delle discariche.

In relazione a quanto premesso nell’ordinanza 5/Rif art. 2, comma 8, il Presidente della Regione Siciliana per tramite del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, avrebbe, entro 30 giorni dalla adozione della stessa ordinanza «stipulare specifici accordi con i Presidenti delle altre regioni che si rendano disponibili a ricevere i rifiuti raccolti sul territorio della Regione Siciliana, nella more dell’espletamento delle procedure di gara, da concludersi entro il 30 agosto 2016 [...]». Fino ad oggi però non v’è traccia di alcun accordo con le altre regione, né vi è traccia di una intesa per il trasferimento dei rifiuti all’estero per come dichiarato pubblicamente dallo stesso Presidente Crocetta.

Per quanto sopra esposto voglia valutare Ella se vi siano responsabilità di qualsivoglia natura, con maggiore rilievo per quelle penali, in capo al Presidente della Regione, on. Rosario Crocetta.

Ringraziando per la gentile attenzione, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti

Dott. Francesco SaloneConsigliere comunale Trapani

Comunicato stampa

12/07/2016

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