Vino DOC Marsala, la nota dei "Guardiani del Territorio"

«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
03 Novembre 2023 19:16
Vino DOC Marsala, la nota dei

Avevamo salutato con piacere, lo scorso 11 novembre, la rinascita del Consorzio di tutela dei vini DOC Marsala, dopo sei anni di messa in castigo da parte del Ministero dell’Agricoltura. Nel 2016, infatti, il Ministero aveva deciso di non riconoscere più il Consorzio di tutela del vino Marsala Doc esistente, fondato nel 1963, perché in aperto contrasto con il D.Lgs. n° 61 dell’8/4/2010 secondo il quale “il Consorzio di tutela deve essere rappresentativo di almeno il 35% dei viticoltori e di almeno il 51% della produzione di competenza dei vigneti iscritti nello schedario viticolo della relativa DOP o IGP”. Di fatto il Ministero contestava che i produttori di uve erano stati esclusi dai processi decisionali che riguardavano la Doc Marsala. Ora finalmente questo vulnus viene sanato.

Per 6 lunghi anni il Marsala, uno dei vini siciliani più ricchi di storia e di tradizione, soffriva per l’assenza di un Consorzio di tutela in grado di rilanciarne la sua immagine e di curarne efficacemente la promozione sui mercati internazionali, oltre che difenderlo dai numerosi tentativi di imitazione.

Tuttavia, la composizione dei voti all’interno dell’assemblea dei soci, ci ha fatto immediatamente venire un attacco di “gattopardite”. Infatti, malgrado nella nuova compagine sociale siano entrati a far parte i viticoltori, attraverso le cantine sociali del territorio, il loro peso è pressoché nullo. Basta verificare la distribuzione dei voti alle diverse componenti: su 8187 voti assembleari totali le prime tre maggiori cantine (Carlo Pellegrino e C. SpA, Duca di Salaparuta SpA e F.lli Lombardo fu Giuseppe e C.

srl) ne rappresentano 4162 cioè oltre il 50%, mentre tutte le cantine sociali non arrivano a 1000 voti. Sul punto appare molto appropriato quanto si legge sulla Treccani a proposito della “gattopardite”: atteggiamento (tradizionalmente definito come trasformismo) proprio di chi, avendo fatto parte del ceto dominante o agiato in un precedente regime, si adatta a una nuova situazione politica, sociale o economica, simulando d’esserne promotore o fautore, per poter conservare il proprio potere e i privilegi della propria classe”.

Non ci facevano stare tranquilli nemmeno le prime dichiarazioni del neopresidente Renda quando affermava che tra i primi obiettivi del nuovo Consorzio c’è “il riconoscimento dell’erga-omnes, la tutela e valorizzazione dei territori vocati alla produzione di vino Marsala, oltre che del territorio stesso e la modifica del disciplinare di produzione, con l’inserimento della menzione unità geografica aggiuntiva “Sicilia”, al fine di valorizzare ancora di più il marchio “Marsala” nel mondo”. Nulla sulla riduzione della zona di produzione o sulla valorizzazione del Marsala vergine.

Purtroppo avevamo ragione. Dopo un anno di immobilismo, la montagna ha partorito il topolino. Apprendiamo, infatti, dal sito dell’Assessorato dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca

Comunicato stampa 

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza