TRAPANI – Barra ferma sull’autonomia. Il caso della legge sui Liberi Consorzi dei Comuni fa scuola.

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
22 Marzo 2016 17:57
TRAPANI – Barra ferma sull’autonomia. Il caso della legge sui Liberi Consorzi dei Comuni fa scuola.

Con una mozione l'ARS chiede al Governo regionale di costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale di fronte alle impugnative del C.d.M. sulle leggi regionali.Il deputato regionale Girolamo Fazio, presidente del Gruppo Misto all'Ars, ha presentato questo pomeriggio in aula una mozione che impegna il presidente della Regione ed il Governo Regionale a costituirsi in giudizio innanzi la Corte Costituzionale contro le impugnative del Governo Nazionale sulle leggi approvate all'ARS.

Lo spunto del contenuto della mozione giunge dalla recente norma sui Liberi Consorzi dei Comuni che, come si ricorderà, fu impugnata dal Consiglio dei Ministri. Impugnazione che, per altro fu seguita da una sorta di "memoria" con la quale si chiedeva un intervento legislativo correttivo.

L'azione del Governo Nazionale, pur legittima e nel rispetto dei principi di garanzia delle reciproche attribuzioni previste e disciplinate dall’articolo 127 della Costituzione, rischia di rappresentare una sorta di precedente teso a instaurare una "prassi istituzionale" che finirebbe per comprimere l'autonomia dello statuto siciliano e riprodurre una sorta di meccanismo di controllo preventivo delle leggi regionali. Proprio quel meccanismo che la Corte Costituzionale ha di fatto abrogato (sentenza sentenza n. 255 del 3 novembre 2014) ridimensionando i controlli del Commissario dello Stato che non potranno più essere preventivi.

«L'iniziativa del Governo Nazionale potrebbe rappresentare un metodo surrettizio per ridimensionare l'autonomia siciliana - afferma Fazio -, forse anche con la complicità dello stesso Governo regionale in dipendenza del fatto che la normativa attuale consente solo al Presidente ed al Governo regionale la decisione se resistere e costituirsi in giudizio, quindi esautorando l'ARS e comprimendo i principi dell'autonomia della Regione. Addirittura potrebbe il Governo Regionale decidere anche di non resistere in giudizio con le conseguenze di una Consulta che potrebbe pronunciarsi facilmente a favore di chi propone l'impugnativa».

«La mozione - conclude Fazio richiamando un passaggio finale della mozione - intende restituire dignità di autonomia istituzionale all'Ars ed al suo corpo politico nelle more di una modifica e riforma statutaria che disciplini in termini diversi competenze, legittimazione e decisioni in ordine alle fasi del procedimento del controllo di costituzionalità sulle leggi della Regione siciliana».

La mozione, illustrata nel pomeriggio dall'onorevole Fazio durante i lavori dell'ARS, sarà posta ai voti nei prossimi giorni e pone rilievo politico ed istituzionale al fatto che «il Governo della Regione ha assunto di recente, in ordine alla questione impugnativa, un atteggiamento poco coerente e poco trasparente - si legge nella mozione -, non attivando alcuna intesa o concertazione con l'Assemblea regionale, né ha provveduto ad informarla in ordine alle decisioni assunte conseguenti all'impugnativa, da parte del Governo nazionale, delle leggi approvate dall'A.R.S».

Ecco il testo della mozione:N. 0000 - IMPEGNO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE ALLA COSTITUZIONE IN GIUDIZIO INNANZI LA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO L'IMPUGNATIVA DEL GOVERNO NAZIONALE SULLE LEGGI APPROVATE DALL'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA.

L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

RILEVATO che, in data 24 marzo 2014, è stata approvata la legge regionale n. 8 recante “Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane”, con la quale sono state abolite le province regionali siciliane;

RILEVATO che, in data 4 agosto 2015, è stata approvata la legge regionale n. 15 recante “Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane”, con l’intento di regolare le funzioni dei nuovi enti intermedi;

RILEVATO che il Consiglio dei Ministri, in data 5 ottobre 2015, ha proposto impugnativa di incostituzionalità avverso la sopra menzionata legge n. 15 del 4 agosto 2015, ponendo alcuni fondamentali punti di rilievo e, sostanzialmente, chiedendo un intervento legislativo correttivo al Governo regionale perché la Regione siciliana si adeguasse alla normativa di riferimento, legge n. 56 del 2014 (c.d. Legge Delrio), trattandosi di riforma che interessa la riduzione della spesa pubblica, ovvero «grande riforma economica e sociale», i cui principi «costituiscono limite all’esercizio della competenza legislativa esclusiva che impone alle Regioni speciali l’adeguamento della propria legislazione a quella statale nella materia»;

RILEVATO che, in particolare, sono state considerate incostituzionali alcune norme che regolano i temi delle indennità, delle elezioni (art 18 e art. 33), dei rifiuti (art. 27 e art. 33) e dei dipendenti;

RILEVATO che la Regione siciliana, a norma dello Statuto Speciale e «… nei limiti delle leggi costituzionali dello Stato ...», ha la competenza legislativa esclusiva in materia di:

a) «… regime degli enti locali e delle circoscrizioni relative» [art. 14, comma 1, lettera o)];

b) «… ordinamento e controllo degli enti locali.» [art. 15, comma 3];

RILEVATO che l'iniziativa del Governo nazionale, pur esercitata legittimamente nell'interesse generale del Paese, nell'impugnare una legge del Parlamento siciliano comprime le prerogative autonomistiche ed inaugura una prassi che potrebbe tradursi in un controllo preventivo sul legislatore regionale;

RILEVATO che la Corte costituzionale, con sentenza n. 255 del 3 novembre 2014, ha abrogato proprio le funzioni di controllo preventivo del Commissario dello Stato per la Regione siciliana, dichiarando che "la soppressione del meccanismo di controllo preventivo delle leggi regionali, in quanto consente la promulgazione e l’entrata in vigore della legge regionale si traduce in un ampliamento delle garanzie di autonomia”; e che, tuttavia, lo stesso Commissario dello Stato rappresentava comunque un organo costituzionale terzo rispetto all'Esecutivo nazionale;

RILEVATO che è legittimo interesse dei siciliani, del Presidente della Regione e del Governo regionale che sia assicurata la massima e piena autonomia dell'Assemblea regionale siciliana nel rispetto dei principi di garanzia delle reciproche attribuzioni previste e disciplinate dall’articolo 127 della Costituzione;

RILEVATO che il Governo della Regione ha assunto di recente, in ordine alla questione impugnativa, un atteggiamento poco coerente e poco trasparente, non attivando alcuna intesa o concertazione con l'Assemblea regionale, né ha provveduto ad informarla in ordine alle decisioni assunte conseguenti all'impugnativa, da parte del Governo nazionale, delle leggi approvate dall'A.R.S.;

VISTI gli articoli 30 e seguenti dello Statuto speciale della Regione siciliana;

NELLE MORE della riforma statutaria che disciplini in termini diversi competenze, legittimazione e decisioni in ordine alle fasi del procedimento del controllo di costituzionalità sulle leggi della Regione siciliana,

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE

previa delibera di Giunta regionale, alla puntuale costituzione in giudizio innanzi alla Corte costituzionale per resistere all'impugnativa del Governo nazionale su tutte le leggi approvate dall'Assemblea regionale, oggetto di impugnativa da parte del Governo nazionale medesimo, concertando e definendo con l'Assemblea, anche con riferimento a quanto previsto nel richiamato art. 30 dello Statuto siciliano, il contenuto della memoria di costituzione in giudizio con apposito atto di indirizzo politico.

(21 marzo 2016)

FIRMATARI:

FAZIO

Comunicato stampa

22/03/2016

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