Birgi, tra nuove rotte aeree e l’imponente esercitazione militare Nato

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
05 Giugno 2015 20:57
Birgi, tra nuove rotte aeree e l’imponente esercitazione militare Nato

Da una parte il raggiunto accordo tra l’Airgest e la compagnia aerea ungherese Wizz Air- con, in progetto, un nuovo piano di collegamenti tra Trapani e l’est Europa- dall’altra il trasferimento della più grande esercitazione Nato, la Trident Juncture 2015, da Decimomannu (in provincia di Cagliari) alla base militare di Birgi. Due notizie che riguardano l’aeroporto di Birgi diffuse entrambe in

questi ultimi giorni, ma che destano emozioni contrastanti in chi abita in questa parte della Sicilia occidentale. Da una parte la gioia per la crescita dell’aeroporto e per la quasi certezza che ne gioverà l’economia turistica del trapanese, nonché per una possibilità in più di vedere nuovi posti, dall’altra i dubbi e i perché per un’imponente esercitazione militare, che in questo periodo storico piuttosto travagliato non può non portare con sé un minimo di preoccupazione.

“Ma chi ha scelto la base di Trapani Birgi- si chiede in una nota stampa il senatore 5stelle Vincenzo Maurizio Santangelo- per ospitare l’esercitazione NATO Trident Juncture 2015? Ma poi, perché proprio la base militare di Trapani? Si apprende, che rientra in una più vasta operazione militare che vedrà coinvolti anche la vicina Spagna e il Portogallo, dove verranno impiegati svariati mezzi terrestri, navali e aerei, non ultimi ben 25mila militari, provenienti dai paesi NATO.

Ma siamo entrati in guerra e non lo sapevamo? E poi perché impegnare tutte queste risorse, per esercitarci per cosa? Per chi? In Italia i poveri aumentano, non si investe sul rilancio occupazionale e sulle aziende, ma si investono risorse per addestrarsi alla guerra! Tutto questo, grazie all'industria delle armi o grazie a quel utopico sogno del governo italiano e per quanto di competenza del Ministro della difesa, che immagina di poter avere una leadership italiana nell'area del mediterraneo”.

La decisione di spostare l’esercitazione Nato a Birgi è stata presa dall’Aeronautica militare perché, si legge in una nota, "in Sardegna non sussistono le condizioni per operare con la serenità necessaria per attività di tale portata e complessità, che coinvolgerà tutte le aeronautiche dei Paesi Nato".

L’imponente attività- che avrà luogo dal 28 settembre al 6 novembre prossimi- vedrà impiegati circa 80 velivoli e circa 5.000 militari di varie nazionalità. Si svolgerà contemporaneamente in Italia, Spagna e Portogallo, coinvolgendo tutte le Aeronautiche dei paesi Nato.

"Apprendo con soddisfazione- commenta il senatore trapanese di Forza Italia, Antonino D’Alì- che la tanto vituperata Sicilia, e Trapani in particolare, offrano in fatto condizioni ottimali di sicurezza e di contesto per lo svolgimento tra settembre e novembre della 'Trident Juncture', maggior esercitazione NATO dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi. Nel considerare con meraviglia e preoccupazione che il Governo Italiano ritiene di non essere in grado di assicurare le stesse condizioni di sicurezza in altra parte del territorio nazionale, sono certo che lo stesso Governo saprà questa volta organizzare il lungo ed impegnativo evento militare in sintonia con il territorio, perché questo ne colga i potenziali risvolti positivi, e che non venga penalizzato il trasporto aereo civile dello scalo Trapani- Marsala Birgi, impegnato a sostenere con il suo rilevante flusso l'economia locale, e le attività turistiche in particolare, in quel periodo ancora internazionalmente rilevante, come l'ormai celeberrimo 'Cuscus Festival' di San Vito Lo Capo.

Non ho dubbi che ciò sia già rientrato tra gli elementi di valutazione per la scelta, per decidere la quale immagino sia stato ascoltato anche l'autorevole Governo Regionale".

“La scelta della base di Trapani- precisa lo Stato Maggiore dell’Aeronautica militare- unitamente ad altre aree operative nazionali utilizzate dalle altre componenti, è stata presa in considerazione per motivi eminentemente logistici, operativi e di distanze percorribili per ottimizzare le risorse a disposizione e per la pregressa esperienza maturata nel corso di altre operazioni condotte sulla base”.

Ma il dubbio resta. “Non vorrei che ancora una volta, a distanza di pochi anni, si stia preparando un altro scenario di guerra in Libia come quello del 2011!- commenta Santangelo-. Non vorrei, che ancora una volta sia il territorio trapanese a dover subire, per questa imponente esercitazione, la chiusura o la limitazione dello scalo aereo civile. E poi il turismo che fine farà? Non vorrei che l'economia trapanese venga messa in ginocchio da una esercitazione militare dalla durata di oltre un mese. Infine mi chiedo: ma gli altri rappresentati senatori del territorio, quali atti o iniziative vorranno mettere in essere contro l'utilizzo della nostra terra per scopi bellici? Dove sono? E perché tacciono? I cittadini trapanesi sono avvisati e la città adesso non rimanga silente!!".

 

P.G.

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