Le elezioni amministrative del 2026 a Marsala si preannunciano come una delle competizioni più incerte e combattute degli ultimi anni. Il centrodestra, sebbene sulla carta detenga la maggioranza dei consensi a livello nazionale, si presenta sul territorio in uno stato di profonda frammentazione e guerra aperta, un fattore che rischia di spianare la strada agli avversari, in primis la candidata sostenuta dal PD, Andreana Patti.
La figura di Massimo Grillo, l'attuale sindaco, è centrale in questa crisi. Eletto a capo di una coalizione di centrodestra allargata, con una "governance" di nove liste, Grillo ha incontrato notevoli difficoltà nel mantenere l'unità della maggioranza durante il suo mandato. La rottura più clamorosa e significativa è avvenuta con l'area riconducibile a Forza Italia, un tempo parte integrante della sua coalizione. La sua azione amministrativa, spesso percepita come isolata o incapace di placare le faide interne, ha portato a un progressivo allontanamento dei suoi alleati storici. Se Grillo decidesse di ricandidarsi per un secondo mandato, lo farebbe con un fronte notevolmente ridotto rispetto al 2021, appoggiato prevalentemente da Fratelli d'Italia, qualora questi non presentino un proprio candidato, e da liste civiche a lui fedeli. La sua candidatura sarebbe vista dagli ex alleati come un elemento da contrastare a ogni costo.
La frammentazione è acuita dalla presenza di figure politiche di peso, ciascuna con ambizioni e una propria base elettorale ben definita. Nicola Fici, esponente di punta dell'area che faceva riferimento a Forza Italia, è emerso come uno dei principali oppositori interni all'amministrazione Grillo. La sua mossa sarà decisiva: presentarsi direttamente come candidato di un polo moderato-civico, soprattutto se Forza Italia non dovesse trovare l'accordo con Grillo, oppure sostenere un altro candidato "anti-Grillo" all'interno del centrodestra alternativo.
La sua figura rappresenta la volontà di voltare pagina rispetto all'attuale amministrazione. Anche Stefano Pellegrino, altro nome forte di Forza Italia e già deputato regionale, ha un ruolo nel determinare la linea del partito a Marsala. Pellegrino dovrà mediare tra l'esigenza di unità del centrodestra a livello regionale e la fortissima ostilità locale verso Grillo. Il sostegno a una terza figura autorevole potrebbe coagulare un pezzo significativo dell'elettorato tradizionale di centrodestra.
La situazione attuale rende l'ipotesi di un candidato unico al primo turno quasi un miraggio. Lo scenario più probabile vede una tripartizione del voto di centrodestra tra un Polo Grillo (Grillo Bis), un Polo Alternativo (Moderati/Forza Italia) e ulteriori figure civiche esterne che sfruttano l'insoddisfazione generale.
La conseguenza più diretta di questa spaccatura è che il centrodestra rischia di auto-eliminarsi al primo turno, garantendo l'accesso al ballottaggio ai candidati più coesi. La candidata Andreana Patti, forte dell'appoggio del PD e della capacità di attrarre movimenti civici, parte con un enorme vantaggio tattico: una coalizione unita che può superare facilmente il primo turno grazie al caos avversario. Se, come probabile, uno dei candidati di centrodestra dovesse accedere al ballottaggio contro la Patti, dovrà affrontare il difficilissimo compito di ricomporre un fronte unito in pochi giorni. Le ruggini e l'inimicizia accumulata durante il primo turno renderanno questo riavvicinamento estremamente difficile e incerto.
Se il centrodestra marsalese non troverà in extremis un candidato di sintesi e di rottura, Marsala si avvia verso un voto dove la divisione interna sarà l'elemento chiave che deciderà la vittoria finale.