La Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone di Marsala è universalmente riconosciuta come uno dei paesaggi lagunari più suggestivi del Mediterraneo, un'area di straordinario pregio naturalistico, storico e culturale, celebre per le sue saline, i mulini a vento e l'isolotto di Mothia. Tuttavia, dietro la cartolina idilliaca si nasconde una realtà ben più amara e preoccupante: quella di una riserva naturale mal gestita, poco curata e soffocata da un turismo aggressivo e deregolamentato.
Il paradosso più stridente dello Stagnone è il conflitto tra la sua natura di riserva protetta e l'attività che ne domina il paesaggio, ossia il kitesurf. Se da un lato il vento forte e le acque basse creano le condizioni ideali per questo sport, trasformando la laguna in una capitale internazionale del kite, dall'altro lato, la sua massiccia concentrazione ha generato un impatto ambientale e acustico devastante, ignorando completamente i principi di tutela. La quiete che dovrebbe essere il marchio di una riserva naturale viene sistematicamente violata dai numerosi chioschi e "scuole" di kite che costellano la riva.
Questi operano spesso con impianti stereo a tutto volume, trasformando l'area in una discoteca a cielo aperto. Il frastuono è costante e rende impossibile l'osservazione della fauna e il godimento di un paesaggio naturale in silenzio. La costante presenza umana, il movimento delle ali e il rumore assordante stressano la fauna migratoria e stanziale, in particolare l'avifauna che popola le saline e i bacini dello Stagnone.Il degrado non si limita alla fascia costiera ma si estende all'intera viabilità d'accesso.
La riserva manca di una vera e propria infrastruttura di accoglienza e regolamentazione del flusso turistico. La logica dei parcheggi "selvaggi" o abusivi è ormai la norma. Le aree limitrofe e la strada provinciale vengono invase da auto e furgoni, spesso a pagamento e senza alcun controllo o autorizzazione ufficiale, creando intralcio, caos e deturpando le banchine delle saline. L'assenza di aree di sosta ufficiali, pianificate e gestite, scarica il peso del traffico direttamente sull'ambiente naturale.
Anche le vie d'acqua, i canali e le sponde sono spesso lasciati a sé stessi. Il mancato dragaggio, l'accumulo di fango e alghe in decomposizione e la carenza di manutenzione ordinaria sono evidenti. L'odore, talvolta sgradevole, testimonia l'assenza di un piano organico di gestione idraulica della laguna.
Una tutela solo nella carta
La vera critica si rivolge alla gestione della riserva, che sembra essere debole. La regolamentazione dell'attività di kitesurf, che dovrebbe prevedere zone di lancio e navigazione ben delimitate per proteggere le aree sensibili, è spesso ignorata in assenza di una vigilanza costante ed efficace. Lo Stagnone è diventato una vera e propria zona commerciale mascherata da riserva naturale. Dalle attività ricettive abusive ai servizi di ristorazione improvvisati, tutto sembra procedere con una logica di sfruttamento massimo e tutela minima.In questo contesto di degrado, la speranza di un cambiamento si lega strettamente alla prossima tornata elettorale.
Per la lotta alle amministrative del 2026, è atteso che i candidati a Sindaco e la futura amministrazione pongano la tutela dello Stagnone al centro del loro programma. Si auspica che il futuro Sindaco di Marsala sposi una visione più naturalistica e rigorosa della riserva, impegnandosi nel rispetto intransigente delle regole e delle norme che ne disciplinano l'uso. Il prossimo governo cittadino avrà il compito storico di mediare tra gli interessi economici, pur legittimi, e la suprema necessità di salvaguardare l'integrità ecologica e paesaggistica di uno dei siti più preziosi della Sicilia, invertendo la rotta attuale fatta di tolleranza e abbandono.
Lo Stagnone di Marsala non ha bisogno di promozione turistica, ne ha già troppa. Ha bisogno di tutela, rispetto e regole ferree. È imperativo che gli enti preposti intervengano immediatamente per ristabilire il silenzio, imponendo il divieto assoluto di musica ad alto volume lungo le rive della riserva. Devono inoltre regolamentare gli accessi, creando parcheggi ufficiali lontani dalle sponde e potenziando i trasporti alternativi, e rafforzare la vigilanza, implementando un corpo di guardia ambientale che sanzioni severamente l'inquinamento acustico, i parcheggi abusivi e il mancato rispetto delle aree di tutela.
Se non si interviene con rapidità e rigore, la Riserva dello Stagnone rischia di perdere per sempre il suo valore ecologico, diventando un anonimo parco divertimenti acquatico, dove il frastuono delle feste e il caos dei parcheggi avranno definitivamente zittito il canto dei fenicotteri e il fruscio del vento nelle saline.Nonostante l'evidente necessità di un'urgente regolamentazione dello Stagnone, i programmi elettorali dei candidati a sindaco tendono a eluderla o a proporre misure ambigue, palesando il timore di alienarsi il consenso elettorale di categorie economiche influenti come i gestori dei chioschi e le scuole di kitesurf.
La vera sfida politica risiede nella capacità di imporre una regolamentazione rigorosa, un punto che, se affrontato apertamente, rischia di costare voti preziosi ai candidati alle amministrative 2026?