Covid, allarme del dottor Iacobello: «Ipotesi variante siciliana»

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
13 Gennaio 2021 12:39
Covid, allarme del dottor Iacobello: «Ipotesi variante siciliana»

C’è chi dà la colpa alla mancanza di controlli durante il lockdown natalizio e c’è chi denuncia il mancato rispetto delle regole da parte dei cittadini. Ma qualunque sia la motivazione, la situazione, purtroppo, non cambia. In Sicilia, infatti, i contagi non si fermano e, giorno dopo giorno, crescono sempre di più. Tre giorni fa, inoltre, è stato raggiunto il primato italiano di percentuale di nuovi contagi. Una condizione al limite della sopportazione perché, con l’aumento dei positivi, crescono anche gli accessi nei pronto soccorso e nelle rianimazioni.

Sono, infatti, 44.038 gli attuali positivi in Sicilia, con un incremento di 1.219 unità nelle ultime 24 ore. Di questi, 1.342 sono ricoverati con sintomi e 209 si trovano attualmente in terapia intensiva. Una situazione quasi paradossale perché, fino a qualche settimana fa, la Sicilia era una delle Regioni d’Italia più virtuose. «È possibile – ha affermato Carmelo Iacobello, primario di Malattie infettive all’Ospedale Cannizzaro di Catania e membro del comitato tecnico scientifico della Regione Siciliana – che una variante del Coronavirus si sia presentata in Sicilia e l’aumento della contagiosità potrebbe essere causata proprio da questa.

C’è una sovrapposizione di un numero che prima di Natale era sotto controllo e ora, invece, sta sfuggendo di mano e sta incrementando per motivi che devono essere compresi». Mancano, però, le conferme. E per possederle, infatti, bisognerebbe avere un osservatorio virologico ed epidemiologico che consenta di capire se c’è davvero una mutazione o no. Questa ipotesi, tuttavia, non può essere esclusa e, se fosse confermata, sarebbe solo l’ultima di quelle scoperte. Nelle ultime settimane, infatti, sono state rivelate varianti in Europa, Gran Bretagna, Sud Africa e in Giappone.

Tutte varianti non letali ma solo trasmissibili in modo elevato. «Potrebbe ipotizzarsi una mutazione del virus anche in Sicilia – ha dichiarato il Professore Antonio Cascio, direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo, al quotidiano La Sicilia – ma ad oggi non ci sono conferme scientifiche che nell’Isola circoli una nuova variante virale, il tutto dovrebbe essere suffragato dalle analisi della sequenza genetica del Rna virale». Ed è proprio per questo che, negli ultimi giorni, un gruppo di giovani biotecnologi – Biologi per la scienza – ha lanciato una petizione per chiedere che venga istituita una rete nazionale di laboratori che si occupi della sorveglianza genomica di Sars-CoV-2.

In Italia, infatti, non si sa quali varianti circolino né quanto siano diffuse. E, secondo i ricercatori, a fianco dei dati epidemiologici devono necessariamente esserci i dati di sorveglianza genomica, come ha dimostrato la scoperta della variante inglese. «Le mutazioni ci sono sempre state – ha dichiarato il Professore Antonio Cascio – e continueranno sempre ad esserci e grazie alle mutazioni si è avuta l’evoluzione di tutte le specie, compresa quella umana. Più i microrganismi sono semplici, più è facile che si possano verificare mutazioni.

Il Sars-CoV-2 tende a mutare meno frequentemente rispetto ad altri virus ad Rna, ma muta con una velocità stimata di due mutazioni al mese». Una velocità elevata, quindi, che rischia solo di rovinare tutti gli sforzi fatti dai siciliani in una regione, la Sicilia, che fino a pochi giorni fa era virtuosa e oggi è al limite.

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