Dopo l’arresto, il mazarese Paolo Lumia espulso dalla Bolivia. Storia del “narcos” accostato alla mafia

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
07 Luglio 2019 13:17
Dopo l’arresto, il mazarese Paolo Lumia espulso dalla Bolivia. Storia del “narcos” accostato alla mafia

Il narcotrafficante Paolo Lumia, condannato a 16 anni di carcere dal Tribunale di Palermo ed arrestato a Cochabamba, «sarà espulso dalla Bolivia verso l’Italia». Lo scrive l’agenzia di stampa boliviana Abi. Al riguardo il Ministro dell’Interno boliviano, Carlos Romero, ha precisato che la giustizia avvierà un’indagine sui legami di Lumia con complici boliviani, mostrati da movimenti bancari che potrebbero portare alla conferma di un fenomeno di riciclaggio legato alla vendita di droga in Italia.

Lumia è stato localizzato nel quartiere di Cala Cala a Cochabamba ed arrestato (vedi foto di copertina) in una operazione congiunta fra la Forza speciale di lotta contro il narcotraffico (Felcn) della Bolivia e investigatori del Servizio centrale operativo della polizia di Stato italiana insieme ad agenti della Squadra Mobile di Trapani e della Direzione centrale dei servizi antidroga (Dcsa). Dopo aver indicato che il pregiudicato italiano era entrato in gennaio in Bolivia con documenti falsi che lo attestavano come il cittadino venezuelano Carlos Suárez Romero, il ministro Romero ha spiegato che «abbiamo optato per un procedimento di espulsione per intraprendere la modalità più rapida».

Le condizioni per l’espulsione ci sono tutte, ha assicurato in presenza dello stesso Lumia, «perché esiste una sentenza di un tribunale italiano, la polizia italiana ha realizzato l’operazione di cattura con noi, è stato diramato un ‘codice rosso’ dell’Interpol per la cattura e il detenuto era entrato in modo illegale nel Paese». Romero ha infine segnalato che nell’operazione è stato catturato anche un cittadino boliviano, Raymundo Colque, che “probabilmente collaborava nella copertura» dell’italiano.

Da parte sua il direttore nazionale della Felcn, colonnello Maximiano Dávila, ha reso noto che sono sotto inchiesta almeno dieci persone che aiutavano Lumia nei movimenti di denaro, non escludendo che le indagini possano portare a confermare l’esistenza di un altro filone di narcotraffico. Paolo Lumia, 51 anni, originario di Mazara del Vallo, era ricercato dal febbraio scorso.

L’inchiesta è stata coordinata dall’Interpol che ha ricostruito contatti e affari di Lumia in diversi paesi, prima di essere arrestato. Era irreperibile dagli ultimi giorni del mese di gennaio, quando nonostante fosse sottoposto all’obbligo di firma, presso il Commissariato di P.S. di Mazara del Vallo, in virtù di una condanna inflitta dal Tribunale di Marsala, non si era presentò più. Pertanto il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Pierangelo Padova e Gianluca De Leo emisero un mandato di cattura internazionale affidando l’indagine alla Squadra Mobile di Trapani che ad ottobre aveva arrestato un altro narcotrafficante sfuggito ai controlli: Vito Bigione.

Per la Procura palermitana “Paolo Lumia era uno dei più importanti broker del narcotraffico mondiale”. (in foto n.2 il traffico di cocaina verso l'Italia attraverso una mappa pubblicata lo scorso 28 gennaio sul sito Insideover) Collegato all’arresto di Lumia, potrebbe essere la scoperta ed il sequestro alcuni giorni fa a Mazara del Vallo, nascosta in un terreno, da parte degli agenti del locale Commissariato, di diversi chili di sostanza da taglio e altri chili di una sostanza polverosa; in corso le indagini degli uomini del gabinetto della polizia scientifica.

L’intelligence seguiva Lumia da alcuni mesi e anche per questo a Cochabamba sono arrivati il capo della Squadra Mobile di Trapani Fabrizio Mustaro e un agente dello Sco. Oltre ovviamente ai poliziotti del Felcn, la Fuerza Especial de Lucha Contra el Narcotráfico. Secondo gli investigatori Lumia avrebbe in qualche modo a che fare con il sequestro di 436 kg di cocaina avvenuto a fine maggio nelle acque della Polinesia francese e rinvenuto a bordo di una barca a vela proveniente da Panama e per il quale arrestati tre mazaresi, due incensurati e un pregiudicato.

Lumia fu arrestato nel 2011 in Belgio, ad Anversa,  e nel 2013 fu condannato dal gip di Palermo a vent’anni di carcere per associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione “Lampara”. Lumia era stato già in carcere in Belgio perché in un centro fitness di Anversa era stato era stato accusato di essere il responsabile del possesso di 283 chili di cocaina; nella stessa operazione furono arrestati altri due mazaresi. In precedenza Lumia aveva stabilito la sua base a Barcellona, in Spagna.

E' stato riconosciuto come un importante elemento di connessione fra cartelli del narcotraffico sudamericano e il mercato italiano gestito dalle cosche mafiose. Sarebbe divenuto il referente dell’esportazione dalla Colombia e dalla Spagna di ingenti partite di cocaina, destinate prevalentemente al mercato di Palermo, Mazara del Vallo, Trapani, Bari e Napoli. Non è da escludere che il nuovo “viaggio”, in Sudamerica, di Lumia, intrapreso temerariamente nonostante le misure restrittive a suo carico, fosse stato concordato, sostenuto e coperto dalla rete territoriale mafiosa che fa capo al superlatitante Matteo Messina Denaro al fine di rilanciare traffico di stupefacenti dal Sudamerica ove lo stesso capo di “cosa nostra” avrebbe potuto trascorrere parte della sua latitanza che dura dal giugno 1993.

Francesco Mezzapelle

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