Il mazarese Di Giorgi non favorì Matteo Messina Denaro

Condannato per la sola detenzione illegale di un'arma. Indagini in corso

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
12 Giugno 2025 16:00
Il mazarese Di Giorgi non favorì Matteo Messina Denaro

Non sarebbe stato uno dei covi di Matteo Messina Denaro il garage di Giuseppe Di Giorgi, arrestato lo scorso luglio dalla polizia e dal Ros, sospettato di aver aiutato il superlatitante durante la sua latitanza. Il giudice per l’udienza preliminare Lorenzo Chiaramonte ha assolto Di Giorgi dai reati di favoreggiamento aggravato e di procurata inosservanza della pena, così come dall’accusa di contraffazione di arma. La sola condanna riguarda la detenzione illegale di una pistola, trovata nel suo appartamento, in via Castelvetrano (vedi foto) con una pena di 2 anni e 8 mesi.

La vicenda, iniziata circa un anno fa, si conclude così, almeno fino alla lettura delle motivazioni della sentenza, che sarà cura del giudice Lorenzo Chiaramonte. La Procura ha annunciato che valuterà eventuali ricorsi, lasciando aperta la strada a ulteriori azioni legali, e l’esito dell’appello chiarirà definitivamente il destino di Giuseppe Di Giorgi.

Gli inquirenti, dopo la cattura di Messina Denaro, avevano analizzato le videocamere di sorveglianza lungo la strada per Mazara del Vallo, ricostruendo i movimenti dell’ex latitante. Nell’ottobre del 2022, Messina Denaro era stato visto entrare in auto con la sua amante, Lorena Lanceri, in un residence. Cercando nel covo del boss, era stata scoperta una chiave che apriva il cancello di un complesso immobiliare di Mazara, confermando che il superlatitante vi fosse stato.

Perquisendo inoltre l’abitazione della sorella di Messina Denaro, Rosalia, e quella di Bonafede, alias del boss e geometra che per anni gli ha prestato l’identità, era stata trovata una chiave che apriva il box di Di Giorgi, con dentro un letto e un cucinotto. Da questi elementi, si ipotizzava che il garage potesse aver ospitato il latitante. Tuttavia, all’interno non furono trovate impronte né altri indizi della presenza di Messina Denaro.

In casa di Di Giorgi, invece, venne scoperta una pistola con la stessa matricola di quella di un carabiniere. I legali dell’indagato hanno spiegato che si tratta di un’arma antica, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, e che la coincidenza delle matricole è spiegabile con l’età dell’arma stessa. Per questo motivo, il reato di contraffazione è stato dichiarato insussistente, mentre per la detenzione clandestina del calibro 38 special, comunque trovata in casa, c’è stata la condanna.

Per quanto riguarda il box, gli avvocati di Di Giorgi hanno sostenuto che la serratura fosse molto comune, apribile con diversi tipi di chiavi, e che la chiave trovata a Rosalia Messina Denaro non fosse una copia perfetta dell’originale.

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