Ieri pomeriggio e sera il web è insorto contro l'ultima trovata del Ministero della Salute, quello di istituire il" fertilityday" nella giornata del 22 settembre. E se solitamente le indignazioni da testiera risultano abbastanza urticarioidi e le sommosse da web alquanto discutibili diventando spesso espressione di un pensiero unico dominante, questa volta ho aderito al coro di indignazione perché ho trovato questa campagna a difesa della fertilità assolutamente vergognosa e indegna di un paese moderno.
Anni di lotte al grido di " l'utero è mio e me lo gestisco io" e ora vogliono mettere le mani pure sulle nostre gonadi? Un'emancipazione che è servita a ben poco se è lo Stato a ricordare alle donne che i loro ovociti hanno una scadenza, come lo yogurt, come se le donne non lo sapessero da sè. Come se una donna non vivesse già con la giusta dose di ansia l'avvicinarsi di quell'età che le ricorda che deve fare in fretta altrimenti non c'e più tempo. Tempo per trovare un uomo che sia degno di essere il padre dei tuoi figli, tempo per trovare un lavoro che non ti mandi subito a casa una volta che annunci al capo la tua gravidanza, tempo per essere abbastanza autonoma da poterti permettere di pagare un nido o una babysitter.
Una campagna maschilista, ansiogena e umiliante, che carica sulle spalle della donna, e sulle sue ovaie, il peso di milioni di spermatozoi e ovuli mandati in fumo, di centinaia di migliaia di possibilità di vita mai diventata vita, della scarsa natalità e dell' azzeramento della crescita demografica del nostro paese. Una campagna inutile, perché sin da ragazzine sappiamo dell'esistenza di questa specie di spada di Damocle che pende sulla nostra testa
E se qualcuno, con un po' di incoscienza e leggerezza, pur avendo la possibilità di figliare, rimanda perché pensa che tanto c'è tempo e poi questo tempo non c'è , ma saranno pure affari suoi? La maternità (e la paternità) è un fatto personale, non è una questione di Stato. E se ci dovessimo estinguere pazienza, sicuramente meglio che riprodursi come conigli in maniera irresponsabile, e soprattutto dietro il diktat del ministero della salute. Una campagna mortificante per tutte le coppie che provano a concepire senza risultato, e che vivono il tempo che scorre come il loro principale nemico. Infine uno spreco di denaro pubblico, che potrebbe essere usato per campagne sanitarie informative più utili e su temi più importanti.
E forse allora il "fertilityday" avrebbe un senso se fosse una giornata istituita per fornire ai cittadini la possibilità di controlli ginecologici e andrologici gratuiti, per visite specialistiche ed esami diagnostici e di laboratorio per quelle coppie che vorrebbero avere un bambino, per una sensibilizzazione sulla prevenzione dell'infertilità, sulle opportunità che la scienza e la medicina offrono, sulle procedure di procreazione assistita. Ma dire che la fertilità scade, che tuo figlio, se mai riuscirai a concepirlo, rischia di restare figlio unico, che i genitori giovani sono più creativi, beh sono tutti slogan inopportuni e fuori luogo che suonano più come minacce che come aiuto.
Quindi continuiamo a batterci per una maternità consapevole, cosciente e responsabile, per una giusta , equa e corretta applicazione della legge 194/78 sull' IVG e della legge 140/04 sulla procreazione assistita, e per uno Stato che aiuti le donne mettendole nelle condizioni di fare figli, se li desiderano, senza terrorizzarle..
Catia Catania
01-09-2016 12,30
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