Sabato 6 settembre, alle ore 19, nella sala conferenze Maria Luisa Famà del Museo Lilibeo, si terrà l'ultimo appuntamento del ciclo "Lilibeo Incontra‟, dedicato alle città della Sicilia antica e a temi della ricerca archeologica di particolare interesse per la storia di Lilibeo, curato da Maria Grazia Griffo, archeologa del Parco, assieme a Marco Correra, presidente di ArcheOfficina Soc. Coop. Salvatore De Vincenzo (Università degli Studi della Tuscia – Viterbo) e Chiara Blasetti Fantauzzi (FreieUniversität Berlin), responsabili scientifici del progetto “Erice.
Indagini archeologiche alla cinta muraria elimo-punica di Erice (TP) e al castello normanno/tempio di Venere Ericina”, condotto in collaborazione dai due prestigiosi Atenei sin dal 2009 in convenzione con la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani, intratterranno sul tema Erice sacra. Culti e miti tra Elimi, Greci, Cartaginesi e Romani. Erice, città elima fortificata agli inizi del V secolo a.C., conquistata da Dionisio di Siracusa nel 397 a.C., venne presa dai Cartaginesi appena un anno dopo, nella fase di riconquista della cuspide occidentale della Sicilia che portò alla fondazione di Lilibeo.
Erice e Lilibeo, centri nodali della egemonia punica in Sicilia, protetti da poderose fortificazioni, ebbero tuttavia due destini diversi: in occasione della prima guerra punica, infatti, il comandante cartaginese Amilcare preferì deportare gli abitanti di Erice a Drepanum e distruggerne le mura per non lasciare la città nelle mani dei Romani, mentre a Lilibeo si concentrava una strenua resistenza fino alla fine del conflitto, le cui sorti vennero infine risolte per mare dalla Battaglia delle Egadi (241 a.C.).
Sospesa tra mito e storia, la città antica di Erice fu un importante crocevia di popoli e culture: Elimi, Greci, Cartaginesi e Romani vi hanno lasciato tracce profonde, soprattutto nei suoi celebri santuari. Il culto di Afrodite Ericina – venerata come Astarte e poi come Venere – rese il monte un luogo di fama internazionale, al centro di contatti religiosi e politici che coinvolgevano anche Roma. Allo stesso tempo, il santuario di Demetra, speculare e complementare, testimonia pratiche rituali di forte impronta greca, legate alla fertilità e ai cicli della natura.
Le più recenti indagini archeologiche permettono oggi di ricostruire l’evoluzione di questi spazi sacri dall‟età arcaica fino alla dominazione romana, rivelando come i culti di Erice furono costantemente ridefiniti in base ai rapporti di potere e alle identità culturali in gioco. Gli archeologi Salvatore De Vincenzo e Chiara Blasetti Fantauzzi condurranno il pubblico in un viaggio affascinante in cui divinità, politica e mito si intrecciano, restituendo il ritratto di un luogo unico nel Mediterraneo antico.
“Si conclude questo primo ciclo di conversazioni Lilibeo Incontra – afferma la direttrice Anna Occhipinti – con un tema particolarmente affascinante, che mette in luce punti di contatto tra le due città puniche, Lilibeo ed Erice, nella devozione alla dea Venere, raffigurata in diverse effigi marmoree esposte nel nostro Museo. L’occasione di questo incontro è stata offerta dalla fruttuosa ricerca condotta pochi mesi fa dalla prof.ssa Chiara Blasetti Fantauzzi sui reperti dal Quartiere Spagnolo di Erice, custoditi nei depositi del Baglio Anselmi.
Ancora una volta si rivela fruttuosa la collaborazione tra gli Enti preposti alla tutela e alla valorizzazione e gli Istituti universitari ai fini della conoscenza e la divulgazione del patrimonio condiviso, auspicata e perseguita dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana”.