Inizia quasi impercettibilmente, ma il suo impatto sta crescendo in modo silenzioso: le microplastiche, minuscoli frammenti di plastica di dimensioni inferiori ai cinque millimetri, sono ormai un elemento presente nelle città di tutto il mondo, e la loro diffusione potrebbe avere conseguenze serie sulla salute pubblica e sull’ambiente urbano.
Se pensiamo alle microplastiche, di solito le associamo ai mari e agli oceani, dove sono state rinvenute in quantità allarmanti. Tuttavia, recenti studi dimostrano che queste particelle micronizzate si infiltrano anche nell’aria che respiriamo, nel suolo delle città, nei sistemi di ventilazione, nelle acque di alimentazione pubblica e persino nei cibi di consumo quotidiano. Sono ovunque: sui marciapiedi, nelle fontane urbane, nelle vicinanze delle strutture industriali, e persino nelle case, sotto forma di polvere domestica.
Il problema nasce dal fatto che le microplastiche sono incredibilmente resistenti alla decomposizione e vengono continuamente riformate attraverso processi di usura di pneumatici, tessuti sintetici, imballaggi e prodotti di uso quotidiano. Quando vengono disperse nell’ambiente urbano, finiscono per entrare nella catena alimentare attraverso l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo, mettendo a rischio la salute dei cittadini di ogni età.
Il loro effetto sulla salute umana è ancora oggetto di studio, ma alcuni ricercatori ipotizzano che, a lungo andare, l’accumulo di microplastiche potrebbe contribuire a infiammazioni croniche, problemi respiratori e persino alterazioni del sistema endocrino. La loro dimensione minima consente infatti alle particelle di penetrare profondamente nei tessuti biologici, attraversando barriere che un tempo si pensava impossibili da superare.
L’inquinamento da microplastiche nelle aree urbane rappresenta inoltre un problema ambientale di difficile soluzione. La presenza di queste particelle nel suolo compromette la qualità del terreno stesso, influendo sulla biodiversità e sulla capacità degli ecosistemi cittadini di rigenerarsi. Purtroppo, non esistono ancora metodi universali di monitoraggio e intervento efficaci per limitare la loro diffusione in modo sistematico.
Quali sono allora le responsabilità dei governi e delle città? La risposta risiede in una più efficace politica di riduzione dell’uso di prodotti plastici monouso, nell’introduzione di sistemi di filtraggio avanzati nelle infrastrutture urbane e in campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini. La lotta contro le microplastiche richiede un approccio integrato, che considerationi non solo i grandi mari e gli oceani, ma anche l’evoluzione invisibile, ma ugualmente dannosa, delle micro particelle che ormai popolano le città di tutto il mondo.
Il futuro delle nostre città potrebbe dipendere anche dalla capacità di riconoscere e affrontare questo insidioso problema, che si infila nei dettagli della quotidianità, senza lasciarci più il lusso di ignorarlo.