Marsala, aree archeologiche, Agro’: “serve un piano Marshall”

Intervista al nuovo Direttore del Parco Archeologico di Lilibeo. Novità per rendere il sito più attrattivo

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
26 Giugno 2022 19:37
Marsala, aree archeologiche, Agro’: “serve un piano Marshall”

Una vera e propria rivoluzione delle strategie e modalità di valorizzazione . Ecco quello che ha in mente per le aree archeologiche di Marsala l’architetto Bernardo Agrò, agrigentino di nascita e con un curriculum di tutto rispetto. Agrò, fresco di nomina, è il nuovo direttore del Parco Archeologico di Lilibeo e preannuncia grandi cose che dovrebbero migliorare la fruibilità e dunque anche la resa economica di un luogo tanto pregno di bellezza quanto “distaccato” dal resto della città.

Armato di buoni propositi, nel suo consueto stile pragmatico, Agrò ha promesso di raggiungere lo stesso buon risultato ottenuto a Selinunte. E di un cambio di rotta c’è davvero bisogno a Marsala, città antica che non riesce a valorizzare appieno il proprio bagaglio di Storia. Le aree archeologiche, le “sacre pietre” come ci piace chiamarle, sono ben lontane dall’essere quel meraviglioso tesoro nascosto di una città che almeno sulla carta ancora si definisce “a vocazione turistica”.

Architetto Agrò, complimenti per il nuovo incarico e buoni auspici per il lavoro che l’aspetta. Immagino che lei conosca lo stato di abbandono ed incuria in cui versano le aree archeologiche di Marsala. Tetti in plexiglass sfondati in via Del Fante e in via delle Sirene, erbacce, radici di alberi che si insinuano fra le sacre pietre, l’assenza di targhe che spieghino al “povero” turista dove si trova, per non parlare del prezioso ipogeo di Crispi a Salvia visitabile solo previa richiesta.

Da quando sono arrivato, ho avuto modo di prendere atto delle numerose segnalazioni sullo stato reale delle aree a cui lei ha fa riferimento. È in programma una ricognizione per la conoscenza e consistenza di questi luoghi definiti in abbandono. La Sicilia, come è noto, è densa di luoghi archeologici e, paradossalmente, noi paghiamo lo scotto dell’overbooking dell’offerta culturale. Moltissimi siti hanno infatti necessita di risorse per la gestione . Tutto è bellissimo, importantissimo, antichissimo. Tutto è superlativo ma ci riporta prepotentemente al problema atavico della gestione e della manutenzione. I visitatori ne pagano così lo scotto e pertanto uno dei programmi immediati è riportare ad al decoro che merita il sito”.

Le svelo un piccolo segreto. Io, la prima cosa che faccio, quando mi insedio, è travestirmi da visitatore per rendermi conto di persona se le indicazioni sono comprensibili e se i servizi funzionano. Tant’è che Oggi, per esempio, il visitatore che giunge a Selinunte, trova l’accoglienza e i servizi aggiuntivi, cosa che chiederemo pure qua”.

Concretamente, per le aree archeologiche di Lilibeo, cosa si può fare?

E ’importante citare la Legge n.20 del 2000 perché è da lì che parte tutto. È una legge che ha istituito il Parco della Valle dei Templi di Agrigento e,a seguito di questo, sono stati istituiti gli altri Parchi Archeologici di sicilia. Un ulteriore importante tassello l’ha aggiunta la legge del 2019, che fa riferimento a quella nominata prima, e che ha impresso la possibilità di istituire l’autonomia di alcuni altri Parchi. E’ stata determinante, in questo caso, la volontà di Sebastiano Tusa che è, e rimane, un esempio illuminante per la mia metodica di lavoro".

In che modo?

Sebastiano Tusa, e qui mi piace ricordarlo, aveva un modo moderno di lavorare. Lui ha voluto una nuova legislazione sui Parchi ponendo essi stessi come attrattori culturali, rispondendo in tal modo alle direttive di una politica europea che va verso quella direzione. La Valle dei Templi di Agrigento, di cui tra l’altro io sono Presidente, il Naxos, ovvero il Teatro Antico di Taormina, e dunque anche il Parco di Lilibeo, hanno l’obbligo, da un punto di vista istituzionale, di essere connettori di conoscenza e della bellezza. Ed è questo quello che conta, dobbiamo perseguire questo obiettivo”.

Dottor Agrò, lei, fino a qualche giorno fa ha diretto il meraviglioso Parco Archeologico di Selinunte che con la sua estensione di 190 ettari è il più grande d’Europa. Ha collaborato con una giunta guidata da un sindaco pentastellato (Enzo Alfano ndr) e in modo particolare con l’assessore al ramo Davide Numinato Licari. Qui, a Marsala, ha già individuato le persone che potranno consentirle di attuare quel piano di risanamento che lei ha in mente?

“A Selinunte si è stabilita una connessione di progettualità congiunte. Ringrazio tutta l’amministrazione e in modo particolare l’assessore Licari perché abbiamo potuto mettere in campo un progetto che io ho denominato “oltre il recinto”. Penso al waterfront e al Restauro delle visuali e della museografia di Porcinai e Minissi, mettendo la parola fine ad una polemica cinquantennale.”.

A Selinunte, insomma lei è stato messo nelle condizioni di lavorare bene, pensa di bissare a Marsala?

Sì. Ho già incontrato il sindaco e il vicesindaco e credo ci siano le condizioni di poter lavorare bene. Abbiamo concordato che bisogna fare in modo che la città si riappropri di questi spazi. La città deve collaborare perché questo si realizzi. Ognuno deve fare la sua parte. E tanto per cominciare, il 24 Giugno, il Baglio Anselmi resterà aperto e sarà fruibile gratuitamente con una rinnovata museografia e una buona illuminazione che metta in risalto navi e oggetti”.

Selinunte però ha la sua autonomia economica. Ci spieghi se questa autonomia è buona cosa e se una cosa del genere è ipotizzabile anche per Marsala.

Sì, certo che lo è. E’ certamente un modello esemplare per la Regione Siciliana, complessa nella sua articolazione, che deve occuparsi di tutte le “emergenze” culturali. Gli interventi diretti finanziati dallo stesso parco, aiutano a semplificare le procedure che per gli altri musei sono ancora Allo stato centralizzati presso il Dipartimento da cui proviene l’eventuale finanziamento . Ma qui per un rilancio coerente c’è bisogno di un piano Marshall”.

E voi lo farete questo piano Marshall?

Noi faremo un piccolo piano Marshall, con una attenta programmazione ma con le risorse disponibili, ma lo faremo. Una pianificazione più ampia riguarderà il ricorso al PNRR e alla programmazione europea 21/27. Partendo proprio dalla disconnessione fra realtà culturale e città, analisi fatta durante l’incontro con Massimo Grillo e Paolo Ruggieri”.

Ma Marsala è autonoma oppure no?

“Sì, lo è. Da un paio di giorni stiamo procedendo alla definizione di tutti i passi necessari”.

Beh questa è una notizia importante, direttore. Passiamo a questo benedetto orario dei musei. In molti lamentano la chiusura alle 18.30

“L’autonomia serve anche a questo. Questa cosa di aprire la sera la manterrò. Non sarà qualcosa che resta confinato solo a giorno 24 Giugno in cui si commemora San Giovanni Battista compatrono della città e in occasione della Notte Bianca. È innegabile però il problema delle risorse umane della regione. Ci sto lavorando, comunque”.

Ci fa un riepilogo degli orari che ha in mente?

Dalle 9 del mattino fino alle 19.30 si può fare così come l’apertura dalle 20.30 in poi”.

E qui torna in gioco lo scollamento delle aree culturali e la città di cui parlavamo prima. Al Museo aperto aggiungiamo anche la città pulita, accogliente, dove il turista si senta a proprio agio?

Sì, ci vuole sinergia. Museo aperto, città viva, fruibilità totale dei luoghi per incentivare il turismo. Noi intanto stiamo andando avanti con una manutenzione ordinaria e programmata dei siti per valorizzare quello che abbiamo. E poi proseguiamo nella nostra opera. Sa che le dico? Diamoci appuntamento fra qualche mese per fare il punto sulla situazione. Ho in mente grandi cose ma anche piccoli gesti che migliorano l’aspetto dei luoghi. Togliere ad esempio il contenitore della spazzatura all’ingresso del Museo e posizionarlo da un’altra parte, vuol dire anche coltivare l’immagine e fare buona accoglienza”.

Tiziana Sferruggia

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