La slealtà riguarda l’intera classe politica. Tutti professionisti rispettabili, per carità, ma non quando c’è di mezzo una briciola di potere. Tutti fingono di proclamare amore per la città e i suoi abitanti, ma, in realtà, non rinunciano alle ambizioni di rappresentarla, pur sapendo di non averne le capacità. Basta vedere in quali condizioni è ridotta Marsala, una splendida città dalle ingenti risorse. A ogni elezione concorrono gli stessi nomi.
Vecchi personaggi che si riciclano sempre nelle stesse coalizioni, seppure mascherate da liste civiche diverse. Ogni volta proclamano che ci vuole un cambiamento e che serve un sindaco vergine di politica e di legami col passato.
Questa volta ci abbiamo creduto e ci siamo inseriti, proponendo un professionista che ha dimostrato di amare la città e le sue ricchezze in Italia e all’estero. Lo ha fatto anche di recente. Ma l’Avv Diego Maggio era solo un esempio tra tanti personaggi nuovi, ma seri e maturi da candidare. Il PLI sarebbe stato lieto – e certamente anche Maggio – di sostituirlo con un candidato più idoneo se fosse stato individuato e proposto, anche perché la nuova politica del PLI è al di sopra delle ideologie, nell’interesse del paese.
Abbiamo partecipato a diverse riunioni in cui il concetto di novità era al centro del dialogo. Ma non siamo mai riusciti ad avere un’alternativa ai vecchi personaggi, che, purtroppo, hanno un seguito o millantano di averlo. Comunque, sono sempre loro i gestori della politica locale. A queste condizioni, non abbiamo voluto sacrificare il galantuomo, senza mezzi e senza sostegno. L’intento del PLI non è di competere per ottenere uno spazio di potere, ma di vedere risorgere una città che si sta spegnendo sotto gli occhi di tutti, come, purtroppo, l’intero paese. Siamo stati gli unici a intervenire e siamo rimasti soli.
Ecco perché abbiamo suggerito a Diego Maggio, che era disposto a metterci la faccia, di desistere, finché non sarà la cittadinanza a prendere l’iniziativa di scegliere una classe politica nuova, dopo avere tolto ogni velleità alla vecchia e ai falsi profeti che si fingono riformatori.
Nota di Roberto Tumbarello
31-03-2015 16,45
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