Matteo Messina Denaro fra puntuali necrologi, dissensi interni e consensi pubblici. Una nuova strategia?

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
01 Dicembre 2015 11:40
Matteo Messina Denaro fra puntuali necrologi, dissensi interni e consensi pubblici. Una nuova strategia?

Segnali contrastanti nella stessa giornata, ieri il 30 novembre, in merito alla forza ed alla presenza di Matteo Messina Denaro, il superboss, latitante dal 1993, ritenuto il capo di "cosa nostra". Dalle intercettazioni, fornite ieri dalle forze dell’ordine a seguito di arresti per un omicidio, emerger la possibilità che “diabolik” non sia più il “capo dei capi” o che almeno abbia perso la sua potenza e controllo del territorio, chissà forse per disinteresse.

Poi invece nella stessa giornata di ieri appare pubblicato, puntuale come ogni anno, il necrologio sul Giornale di Sicilia (a pag 11 sezione Economia & Finanza) dedicato al padre Francesco Messina Denaro morto durante la latitanza, stroncato da un malore nel sonno, il 30 novembre 1998.

Le proporzioni e il contenuto del messaggio del necrologio (vedi foto n.1) sono sempre più ridotti all’osso: in passato era ricco di parole e di citazioni molto elaborate, persino in latino (alcune frasi ad esempio: “Ti vogliamo bene, Sei sempre nei nostri cuori”, “È tempo di nascere ed è tempo di morire, ma vola soltanto colui che vuole e il tuo volo è stato per sempre sublime…”.

Quest’anno invece il testo è stringatissimo e si riduce alla scritta “I tuoi cari”. Anche questo potrebbe essere un segnale della perdita di forza da parte di Matteo Messina Denaro (in foto n.2 vecchia tessera d'identita), oppure una strategia di mantenere un profilo molto basso per continuare ad operare nel sottobosco. Certamente bisognerebbe capire chi commissiona alla sezione necrologi del Giornale di Sicilia il ricordo della morte del padre del boss.Potrebbe essere interessante per una ricostruzione dei rapporti con lo stesso Messina Denaro.

Certo fa un po’ riflettere quanto detto –come sopra evidenziato- dalle intercettazioni di due “affiliati” che si lamentano della “mollezza” del capo dinnanzi ai continui arresti e maxi sequestri ai danni del suo clan che ha probabilmente una struttura a cerchi concentrici. Ecco cosa dicono due “adepti” intercettati parlando del boss.

Uomo 1: Ma anche questo (Matteo Messina Denaro, ndr) che m... fa? Un c...!Uomo 2: Niente. E poi se la fa… Cioè arrestano i tuoi fratelli, le tue sorelle, i tuoi cognati e tu non ti muovi?Uomo 1: Ma fai bordello! Svita a tutti. Dici: se avete i…. uscite tutti fuori sennò vi faccio saltare.Uomo 2: Non c’è più niente.Uomo 1: Io sono convinto che questo (Messina Denaro, ndr) qualche giorno, a meno che non l’abbia già fatto, si ritira.

Gli altri vanno a fare cose a nome suo quando lui ormai non c’è più qua e chissà dove minchia se ne è andato.Uomo 2: Mmm...Uomo 1: Andatevi a rompere il… tutti! Perché non c’è nessun accenno, un movimento, niente. Cioè, dallo tu, un movimento…Uomo 2: Ma che tattica è questa?Uomo 1: Dico, un accenno che sei presente! O no? Niente!

Poi ci sono manifestazioni imbarazzanti (purtroppo ciò accade anche in altre forme, dirette o subdole, in altri contesti più piccoli e più grandi dell’Isola) come quella avvenuta una decina di giorni fa a Castelvetrano da parte di un gruppo di persone davanti la chiesa di San Giovanni: un lungo applauso accolse l'arrivo di Vincenzo Panicola, cognato del superlatitante, e in carcere per associazione mafiosa, ma in permesso per i funerali della madre Lucia Bonanno.

La vicenda rappresenta certamente un segnale inquietante circa la rete di consensi che in alcuni ambienti gode Matteo Messina Denaro. Ancor più inquietante, e da qui ancora una volta l’invito a riflettere, la mancata presa di posizione, netta e decisa, da parte delle Istituzioni che governano non solo il territorio ma l’intero Paese dove molti cittadini onesti ormai sono convinti, a piena ragione, che alcune latitanze siano “funzionali” al sistema.

Francesco Mezzapelle

01-12-2015 12,30

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