Mazara, microcriminalità, bullismo e quell’immobile confiscato alla mafia ma chiuso

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
15 Settembre 2019 19:43
Mazara, microcriminalità, bullismo e quell’immobile confiscato alla mafia ma chiuso

Ieri abbiamo riportato la notizia dell'aggressione nella tarda serata venerdì a don Antonino Favata e al fratello Filippo, vittime della violenza di gruppo esercitata da ragazzini con circa 15 anni, una vera "baby gang", che si aggirava nel "Curtigggiu di l'inferno" vicino alla loro abitazione. Chi non vuol vedere non vede, è innegabile però che da alcuni anni a questa parte nella Città di Mazara del Vallo si stia registrando una escalation della microcriminalità: risse, furti, scippi e spaccio di droga.

Un fenomeno che vede, basti dare un’occhiata ai singoli casi di cronaca, sempre più protagonisti, in negativo ovviamente, dei giovani, anche minorenni, autoctoni e di origine maghrebina o slava. Il bullismo, esercitato verso i propri coetanei, è spesso anticamera della microcriminalità giovanile che negli ultimi anni sta mettendo a ferro e a fuoco la Città. Non si contano più le risse, le aggressioni ed anche i furti nelle abitazioni e nei negozi. Il numero degli arresti, spesso con concessione dei domiciliari, vede nella stessa percentuale giovani mazaresi sia di origine autoctona che di origine maghrebina o slava; quotidianamente si registrano fermi per detenzione e spaccio di sostanze e stupefacenti.

Seppur incessante risulta non adeguata l’attività delle forze dell’ordine, in numero purtroppo esiguo rispetto alle esigenze del territorio, ed ovviamente ci riferiamo sia al personale della Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza ed anche la Polizia Municipale la cui pianta organica prevede il doppio degli operatori ad oggi a disposizione. In questo sistema gli uomini delle forze dell’ordine presenti in Città appaiono in grande imbarazzo, da un lato hanno il dovere di intervenire per assicurare alla legge i malviventi, poi costretti a vedere gli stessi criminali rimessi in libertà, in molti casi dopo alcune ore, grazie (si fa per dire) a delle leggi che “tutelano” fin troppo; non è giustizialismo il nostro ma c’è un limite all’imbarazzo di vedere un piccolo criminale circolare sulle strade quando quasi nella stessa giornata è stata comunicato il suo arresto.

Casi di bullismo ed una microcriminalità giovanile stanno creando un serio problema di sicurezza per le nuove generazioni. Ci pervengono infatti sempre più segnalazioni circa la presenza di gang di adolescenti che scorrazzano nel centro storico di Mazara del Vallo provocando residenti e visitatori, non mancano gli scippi ed i casi di bullismo verso i propri coetanei; per non parlare delle risse che spesso avvengono nelle feste organizzate dalle scuole. Alcune famiglie sono costrette a non far uscire i loro figli adolescenti per paura di vederli sottomessi ai bulli di turno.

Il clima che si respira da alcuni anni a questa parte in Città è da “far west”. Alcuni mesi fa si sono pure registrate delle “bravate” da parte di qualche gruppetto di giovani (chissà che non siano gli stessi che hanno aggrediti Don Favata e suo fratello) che una sera, forse troppo “annoiati” o annientati di alcol e droga, hanno imbrattato con scritte, anche volgari ed ingiuriose, alcuni alberi della villa comunale, il marciapiedi e la passeggiata del lungomare, in passato anche l’Arco Normanno era stato oggetto di simili “attenzioni”.

Anche questi casi palesano un problema ben più complesso e che riguarda le agenzie primarie di socializzazione: la famiglia e la scuola. Chi si occupa di politiche sociali e di inclusione dovrebbe cominciare ad analizzare le cause socio-economiche che hanno portato ad un aumento della microcriminalità in Città. Infine ci interroghiamo: pochi anni fa si decise di aprire un presidio di Polizia Municipale in pieno centro storico, in un immobile confiscato alla mafia e concesso al Comune; i vigili da lì a piedi o in biciclettta avrebbero il centro cittadino.

Quel progetto abortì prestissimo. Anzi quel locale fu concesso dalla precedente amministrazione ad un'associazione, il locale è rimasto chiuso (vedi foto copertina), utilizzato soltanto privatamente; crediamo, pertanto, che sia più utile che ritorni allo stato. Francesco Mezzapelle

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza