“Mi sento abbandonata dalla istituzioni”. La denuncia della giornalista Antonella Lusseri, vittima di stalking

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
26 Gennaio 2016 15:17
“Mi sento abbandonata dalla istituzioni”. La denuncia della giornalista Antonella Lusseri, vittima di stalking

Il timore, costante, di non essere più sicuri nel proprio raggio d’azione quotidiano, nella propria abitazione, al punto da pensare di dover cambiare stile di vita, abitudini, forse anche casa, per proteggersi o comunque combattere un timore che rende fragili e vulnerabili, soprattutto psicologicamente.

Sono le conseguenze dello stalking, quel fenomeno che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo, i quali affliggono un'altra persona, perseguitandola, generandole stati di paura e ansia, arrivando persino a compromettere lo svolgimento della normale vita quotidiana.

E’ quanto succede a una collega, giovane, nel pieno della sua professione, nota.Esposta, quindi, nel bene e nel male, a una visibilità che forse, spesso, è anche causa di inconvenienti del genere.

Alla base delle ‘molestie’, probabilmente, non c’è solo la notorietà o il suo lavoro, ma anche il fatto di essere donna, che enfatizza comunque una situazione di disagio che rende un percorso ormai insopportabile.

Scatta, quindi, una denuncia, che culmina persino in una misura cautelare nei confronti della persona ‘incriminata’, la quale – angosciante coincidenza – vive e risiede nello stesso stabile della collega e che, al termine del periodo di detenzione, ritorna, come legge vuole, a casa propria.

Tutto legittimo, evidentemente, tranne che per lo stato di comprensibile apprensione da parte della ‘vittima’ del disturbo reiterato con insulti, atteggiamenti molesti e persino qualche caso di danneggiamento materiale, non dimostrabile in modo scientifico ma con poche possibilità di errore che abbia un’altra matrice.

“Mi sono decisa a raccontare tutto e a rendere nota questa triste storia che mi assilla e che mi ha costretta a cambiare, per precauzione, le mie abitudini di vita, fino quasi a farmi considerare l’ipotesi di lasciare la mia casa di proprietà – dice Antonella Lusseri, giornalista televisiva tra le più note della provincia – perché ho finora seguito un percorso affidandomi esclusivamente agli strumenti di legge e confidando nella tutela e nella responsabilità delle forze dell’ordine, con ‘l’illusione’ che il tutto potesse avere un epilogo logico.

Invece mi ritrovo, al termine della conseguenza della mia denuncia per stalking, a condividere uno spazio molto ristretto, per via dell’abitazione attigua, con la persona oggetto del mio malessere profondo, senza poter sperare in un allontanamento o in un monitoraggio costante che sia in grado di rassicurarmi sul mancato ritorno di tali azioni di molestie.

Mi rendo conto che al termine di quanto previsto per casi del genere, e in genere dalla legge, si ritorna in un contesto di libertà che comporta normalissime azioni di pacifica convivenza tra persone civili, ma mi chiedo: se dovesse succedermi qualcosa, se la persona che ho denunciato dovesse, in un momento di rabbia, tornare alla carica facendomi del male, chi sarebbe responsabile per tale episodio?”

La Lusseri dichiara anche di aver voluto rendere nota questa storia a tutela di tutte quelle persone – donne in linea di massima – che senza l’ausilio di una qualunque forma di ‘popolarità’, senza una voce forte per richiamare attenzione e tutele, vivono incubi del genere, e alle quali viene ripetuto costantemente che la Legge ha tutti gli strumenti per tutelare dopo una doverosa denuncia.

“Se poi, però, la conseguenza è questa – conclude – ossia che lo stalker torna a condividere il proprio spazio con l’oggetto delle proprie attenzioni disturbate – come si può ancora incoraggiare la gente a denunciare? L’unica cosa da fare, credo, è parlare di quello che non funziona in questo sistema, senza voler polemizzare con il sistema giudiziario, ma sollevando un problema reale”.

Quando l’ingiustizia diventa legge – diceva Brecht - la resistenza diventa dovere.

Alla collega Antonella Lusseri va la solidarietà della redazione di www.primpaginamarsala.it  e www.primapaginamazara.it

Jana Cardinale

26/01/2016 16,00

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