Il Collegio giudicante, presieduto dal Presidente Vito Marcello Saladino, ha pronunciato la sentenza di condanna ad anni 15 di reclusione nei confronti del dott. Alfonso Tumbarello, accogliendo parzialmente la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero della D.D.A. Gianluca De Leo, che aveva avanzato richiesta a una pena di anni 18.
Il Tribunale:
- ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali e di quelle del suo mantenimento in carcere durante il periodo di custodia cautelare
- ha dichiarato la falsità dei documenti oggetto del capo di imputazione;
- ha interdetto in pepetuo l’imputato dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena;
- ha applicato la pena accessoria della interdizione alla professione di medico chirurgo per anni 5;
- ha applicato la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di anni 3;
- ha ordinato la confisca degli apparecchi cellulari, computer, delle schede telefoniche, dei supporti di apparecchi informatici ancora in sequestro;
- ha ordinato la restituzione all’imputato di tutti i residui beni e della somma di denaro ancora in sequestro;
- ha condannato l’imputato al risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite, ossia comune di Campobello di Mazara, comune di Castelvetrano, in euro 10.000 per ogni parte civile costituita, e in euro 3.000 riguardo le parti civili costituite Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Trapani, Associazione nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie Antonino Caponnetto , Associazione Antiracket Usura di Trapani, nonché alle spese processuali sostenute dalle parti civili liquidate in euro 3.640 per ogni parte civile.
A fine udienza abbiamo ascoltato l’avvocato Giuseppe Pantaleo che, insieme all’avvocato Gioacchino Sbacchi, ha sostenuto la difesa del dott. Tumbarello: Riteniamo di ricorrere in appello –sostiene l’avv. Pantaleo- per le ragioni che abbiamo spiegato durante il corso del dibattimento. Ovviamente terremo in considerazione tutte quelle che saranno le motivazioni della sentenza e quindi le valutazioni del Tribunale.
Arrestato il 7 febbraio 2024, Tumbarello, secondo l’accusa avrebbe avuto un ruolo determinante nella latitanza di Messina Denaro. Le cure assicurate da Tumbarello – scriveva il G.u.p. Montalto– hanno garantito a Messina Denaro non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie sofferte, ma soprattutto per quel che qui rileva, la riservatezza sulla sua reale identità, e dunque continuare a sottrarsi alle ricerche, restare a Campobello di Mazara, e gestire l’associazione mafiosa. Tumbarello si sarebbe occupato delle prescrizioni per la cura oncologica della malattia di Messina Denaro, intestate però al geometra Andrea Bonafede nato nel 1963 e omonimo di un cugino nato nel 1969.