Carico di droga ritrovato nella spiaggia di Tre Fontane. L’ombra di “cosa nostra” sui traffici con il nord-Africa

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
14 Febbraio 2021 22:00
Carico di droga ritrovato nella spiaggia di Tre Fontane. L’ombra di “cosa nostra” sui traffici con il nord-Africa

Avrebbe fruttato intorno a 300 mila euro l'ultimo carico di droga trovato su una spiaggia del trapanese. Il ritrovamento stavolta è avvenuto a Tre Fontane, frazione del Comune di Campobello di Mazara. E' stato un ragazzo che stava facendo una passeggiata sul lungomare a notare lo strano "pacco" e ad avvertire i carabinieri, che hanno sequestrato lo stupefacente: 33 chilogrammi di hashish, divisi in 300 panetti. Si tratta dell'ennesimo carico di droga che viene ritrovato sulle spiagge della provincia di Trapani.

Lo scorso 14 gennaio, su segnalazione di un cittadino, erano stati i carabinieri della Stazione di San Filippo di Marsala a trovare, sulla spiaggia di contrada Birgi Sottano, un grosso pacco (vedi foto copertina), ben imballato, con 295 panetti di hashish. L’anno scorso, precisamente l’8 gennaio veniva ritrovato un pacco con 30 kg. della stessa sostanza sulla spiaggia in località “sbocco” a Marsala, un altro pacco stesso peso e stessa sostanza era stato rinvenuto a Marinella di Selinunte il 2 gennaio 2020, mentre a giugno scorso la motovedetta di Trapani aveva rinvenuto davanti il porto un pacco galleggiante sempre di 30 kg., sempre di hashish.

Ovviamente questo sistema di traffici per via mare dovrà avere una base logistica a terra. In Sicilia chi potrebbe fornire manovalanza allo smistamento dei “pacchi” se non la criminalità organizzata? Pertanto non è azzardato pensare che questo sia uno degli affari della mafia, di quella “cosa nostra” che sembra ancora retta da un capo che risponde al nome di Matteo Messina Denaro, latitante da 28 anni, i cui connotati fisici potrebbero essere stati  cambiati (probabilmente  grazie all’opera di qualche luminare della chirurgia estetica), chissà per potere meglio passare indisturbato quell’area di confine liquido fra la Sicilia ed il nord Africa denominato, dalla notte sei secoli, Mediterraneo.

Chissà che “u siccu” nella sua latitanza non sia stato protagonista in prima persona di uno di questi viaggi dalla Sicilia, magari partendo da un piccolo porticciolo poco controllato, verso qualche rinomata località marittima tunisina; un “diabolico” escamotage per potere controllare da vicino il suo territorio stando all’estero. Francesco Mezzapelle  

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