Granello CGIL: in corso la fascistizzazione della società, giovani penalizzati

Quando la diversità è normalità. La Segretaria del sindacato provinciale spiega cos’è il DDL Zan.

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
26 Maggio 2021 12:34
Granello CGIL: in corso la fascistizzazione della società, giovani penalizzati

Giovedì 27 Maggio, con lo scopo di contribuire a fare chiarezza su un argomento tanto osticamente dibattuto, il Circolo del PD di San Vito lo Capo, a partire dalle ore 18 al Camping Village El- Bahira, si confronterà con i cittadini che vorranno partecipare al dibattito sul DDL Zan, il Decreto Legge che ha sollevato (a dir poco) un vespaio di polemiche contrapponendo due visioni completamente opposte al riguardo. Siamo l’Italia dei Guelfi e dei Ghibellini, di chi parteggia per il Papa e chi per l’Imperatore, dovremmo esserci abituati, eppure, continuiamo a sorprenderci.

Ospiti del dibattito che si preannuncia interessante oltre che istruttivo, sono alcuni esponenti del PD locale, come Valentina Villabuona, Presidente dell’Assemblea Provinciale, Leonardo Sieli, Segretario PD di San Vito Lo Capo, Antonella Granello, Segretaria Prov. CGIL-TP con delega alle Pari Opportunità e Politiche di Genere e Leonardo Palazzolo, rappresentante delle Famiglie Arcobaleno. Ad Antonella Granello, battagliera come poche, abbiamo chiesto di anticiparci il tema e soprattutto di fare chiarezza su un argomento che tanto divide l’opinione pubblica.

Diritti civili e punizione dei trasgressori al rispetto delle differenze etniche, sociali e di fede religiosa. Una legge che tuteli tutto questo c’è. E’ la Legge Mancino del ’93 che tutela anche le minoranze e dunque le “differenze”. Che bisogno c’è di questo DDL Zan?

"Per la prima volta in Italia c’è un disegno di legge che, se approvato, punisce chi commette atti di discriminazione fondati oltre che sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, anche sulla disabilità. La prima proposta di legge sull’omofobia risale al 1996 e venne presentata da Nichi Vendola. Dopo 25 anni non abbiamo ancora una legge e tentiamo di fare approvare un DDL che è “rafforzativo” e più completo rispetto alla legge preesistente. Lavora molto sulla prevenzione, sul contrasto al bullismo, sulle aggressioni verbali e sull’odio oltre che per sostenere il rispetto della libertà sessuale. Inoltre, sono previsti anche dei fondi per la formazione educativa scolastica per aiutare i ragazzi ad accettare anche sé stessi. Ognuno deve sentirsi libero o libera di amare chi vuole".

Però piovono incessantemente attacchi sia da parti politiche che da associazioni oltre che da una buona fetta dell’opinione pubblica che a torto o ragione si sente attaccata da chissà quali sconvolgimenti. Perché secondo lei?

"Se ci si limitasse all’interpretazione giuridica, come dovrebbe accadere, il DDL Zan non creerebbe alcun dilemma di coscienza. Anzi, ad una mera lettura dei pochi articoli del decreto, è evidente a chiunque l’ampliamento di garanzia in favore di chi oggi ancora è costretto a vivere in un mondo “a parte” rispetto al resto della collettività. Non comprendo come mai il DDL Zan solleciti così tante critiche. Come CGIL siamo da sempre a favore dell’inclusione e il riconoscimento di ogni diversità, nei luoghi di lavoro come nella società civile, lottiamo quotidianamente contro ogni forma di discriminazione e riteniamo pertanto giusto che il nostro Paese si doti di una norma che tuteli minoranze fatte ripetutamente oggetto di atti di bullismo, odio, violenza fisica e psicologica".

Ma qui scendono in campo anche i difensori dell’identità di genere che, a detta di qualcuno, traballerebbe o comunque sarebbe messa in discussione così come la famiglia tradizionale con i suoi valori…

"Se si teme per un vulnus al concetto di famiglia tradizionale, lamentando l’equiparazione dei diritti delle coppie omosessuali rispetto al matrimonio o le adozioni, dico che tutto questo, esiste da tempo. La famiglia tradizionale è già in crisi da anni e non dipende dalle unioni civili delle coppie gay, già normate da anni, o dalla possibilità della cd. Step Child Adoption, (Legge Cirinnà ndr) ovvero dell’adozione del figlio naturale di un partner ad opera dell’altro. Tutto questo, per legge, accade da anni e non solo in Italia.

La famiglia classica è messa invece in seria discussione dall’aumento esponenziale della violenza nelle relazioni affettive, dal crescente numero di reati contro i minori e le donne, dal decadimento valoriale al quale inermi assistiamo mentre ci “inebetiamo” di programmi generalisti e trash, nei quali la collettività viene “educata” all’aggressività verbale, al conflitto ed all’intolleranza, all’odio sociale in definitiva".

Continuo a sollecitarla: c’è chi pensa che si arriverebbe per estremo a delle iperboli se venisse approvata la legge Zan. Un comico, ad esempio, non potrebbe fare più battutine sugli omosessuali altrimenti incapperebbe nelle sanzioni previste. E’ così?

"Il comico, con la sua propaganda, non sarebbe punito per qualche battuta. Il DDL Zan non vieta la libertà di pensiero né le battute ma l’istigazione a commettere istigazione e violenza. Occorre chiarire una volta per tutte che Il DDL aggiungerebbe, (al reato già previsto dal codice, l’art 604 bis cp che già punisce con il carcere fino a un anno e sei mesi le discriminazioni a sfondo razziale, etnico o religioso) anche quelle basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità e prevedrebbe ” soltanto” sanzioni per chi istiga a commettere discriminazioni o violenze di stampo omofobo, proprio come oggi è sancito per quelle di stampo razzista.

Punirebbe “soltanto” anche chi organizza o partecipa ad associazioni che, per gli stessi motivi omofobi, istigano alla discriminazione e alla violenza e agli attacchi alla disabilità. Ecco perché non vedo ragione per cui le nuove norme sull’omofobia non si dovrebbero approvare, considerato che non vieterebbero neppure la propaganda contro i gay, con buona pace degli omofobi e dei conservatori, bensì solo l’istigazione a commettere discriminazione o violenza per ragioni di orientamento sessuale".

Qualche giorno fa, le Vele anti DDL Zan sono state posizionate davanti a delle scuole marsalesi per poi fare capolino anche ad Alcamo. Cosa ne pensa?

"I fatti accaduti a Marsala ed Alcamo sono penalizzanti per una società civile. Qualcuno, in nome della difesa della vita, altro non fa che aumentare l’intolleranza attraverso la totale disinformazione facendo un tipo di pubblicità di basso livello. Se qualcuno scrive e pubblicizza frasi che fanno riferimento alle Drag Quenn, com’è possibile credere che il nostro Paese non abbia bisogno di strumenti che difendano da concetti fuorvianti e falsi? C’è bisogno di tutela del sistema di convivenza civile. E’ veramente grave che sia successo davanti alle scuole, luoghi preposti alla cultura, alla formazione e all’inclusione e dove ognuno ha il diritto di un percorso di crescita nel rispetto delle diversità. I giovani sono una parte di società molto discriminata, spesso abusata. Per questo è necessario contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere".

Lei poco fa ha fatto riferimento a dei fondi previsti per la formazione educativa scolastica. Di cosa si tratta?

"Il disegno di legge Zan è molto importante perché affianca al tradizionale principio repressivo e retributivo per chi subisce violenza (assistenza materiale alle vittime, alloggio a chi viene rifiutato dalla famiglia) quello rieducativo-formativo: la proposta di legge prevede infatti lo stanziamento di 4 milioni di euro per attività di sensibilizzazione nelle scuole e un piano triennale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni elaborato dal Dipartimento delle pari opportunità.

Su tutto il territorio nazionale, poi, sarebbe incentivata la creazione di centri contro le discriminazioni, volti a garantire assistenza legale, sanitaria e psicologica alle vittime di violenza. Occorre promuovere azioni culturali e i fondi a disposizione saranno impiegati per fare attività di sensibilizzazione nelle scuole oltre che per aiutare i giovani ad accattarsi come sentono di essere. C’è un discorso di salute mentale da fare. Se io sto bene con me stesso ed accetto la mia sessualità, sono sereno, non sono depresso, non ho bisogno di curarmi con psicofarmaci.

Bisogna comprendere che la diversità è normalità".

In Italia a discriminazione come siamo messi?

"L’Italia è fra i primi Paesi con indice di discriminazione più alto secondo gli intervistati, 19%Vsecondo un’indagine dell’Agenzia Europea dei diritti. Secondo la Mappa dell’Unione Europea con l’Arcobaleno, su 49 Paesi, l’Italia è 35esima sulla discriminazione. Dove vige questo attacco ai diritti civili, c’è molta regressione".

La colpa è della “testa” dei cittadini o c’è qualcosa di più?

Noi condanniamo l’atteggiamento di quei partiti e di quei parlamentari che, in nome di una opinabile quanto strumentale difesa della “libertà di espressione” stanno producendo un ostruzionismo intollerabile, ritardando i tempi di approvazione del decreto che è una norma di civiltà che protegge chi è più debole, rafforza i diritti anche di chi, in quanto maggioranza, ritiene di non essere coinvolto da fenomeni di omotransfobia, sessismo e abilismo.

Chi non è gay perché ha paura, secondo lei?

La paura c’è verso chi è diverso da sé. Non si accetta la diversità degli altri e non mi riferisco soltanto al colore della pelle. Siamo molto indietro culturalmente, pensiamo di essere perfetti e che gli altri sono sbagliati. Ricorda tanto l’ideologia fascista del concetto di perfezione. Questo è il centro della discussione. Si vuole perpetrare un’informazione sbagliata che incita a non accettare il “diverso” e il peggio è che è rivolto ai nostri giovani. E’ un po' come quello che sta accadendo a Messina con Giorgia Meloni che propone il proprio libro nelle scuole, educando i giovani ad un certo “pensiero”. E’ una cosa che ricorda la fascistizzazione della società nel ventennio. E’ un disegno politico, strategico che vuole rivoluzionare la società che forse sta reagendo a questi attacchi.

Crede che la società stia reagendo?

Grazie al lavoro che è stato fatto e penso anche alle Pari Opportunità e alle Politiche del rispetto del genere c’è questo fermento. Lo scorso 24 Aprile abbiamo chiesto come CGIL Nazionale che sia calendarizzato questo DDL perché questa proposta la sosteniamo fortemente. Qua si tratta di rafforzare la cultura dell’uguaglianza e del rispetto dell’altro. Come sindacato, questo tipo di tema rientra anche nelle nostre competenze. Nel mondo del lavoro possono esistere anche discriminazioni verso chi ha un orientamento sessuale “diverso”. L’importante è che la propria libertà non penalizzi gli altri.

Una curiosità: perché la ricorrenza del 17 Maggio è prevista anche nel testo del DDL Zan?

Nel 1990 l’omosessualità è stata depennata dall’elenco delle malattie mentali dall’OMS. Stiamo parlando di una giornata storica di civiltà. Prima di quella data, le donne venivano rinchiuse nei manicomi e torturate.

Tiziana Sferruggia

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