Il recente piano di riparto di 45 milioni di euro stanziati dalla Regione Siciliana per il settore dei rifiuti ha scoperchiato un paradosso che rischia di minare l'impegno verso l'economia circolare: i comuni che si sono distinti per le loro performance virtuose nella raccolta differenziata si ritrovano a ricevere, in proporzione, meno fondi rispetto a quelli che gestiscono il ciclo dei rifiuti con gravi inefficienze e costi elevati.
La Regione ha disposto l'erogazione di queste somme attraverso due distinti decreti, creando un evidente squilibrio. Da una parte, sono stati destinati 20 milioni di euro in favore di 289 Comuni che hanno superato l'obiettivo del 60% di raccolta differenziata. Questi contributi, ripartiti tra quasi tre quarti degli enti locali siciliani, sono proporzionati alla popolazione e alla percentuale di differenziata raggiunta.
Dall'altra parte, e qui si manifesta l'anomalia, 25 milioni di euro sono stati stanziati per compensare gli "extra costi" sostenuti dai Comuni costretti a conferire i rifiuti in impianti TMB in sofferenza, come quelli di Catania e Ragusa. Questi fondi, pari a 120 euro per tonnellata di rifiuto, sono stati usati per coprire le spese del trasferimento degli scarti fuori regione.
L'effetto di questo meccanismo è lampante: i comuni più in difficoltà, alcuni con percentuali di differenziata anche sotto il 40%, incassano contributi finanziari nettamente più consistenti. La città di Catania, per esempio, con una percentuale di differenziata ferma al 37%, assorbe da sola oltre 8,4 milioni di euro per gli extra costi.
Contemporaneamente, realtà come Trapani o Ragusa, che hanno superato il 65% di raccolta differenziata e rappresentano un modello di performance ambientale, ricevono un contributo di poco superiore ai 200 mila euro.
Similmente, il Comune di Marsala ha ricevuto quasi 300 mila euro come premio per la sua eccellente performance (77,98% di RD), ma ha ricevuto una cifra analoga (oltre 294 mila euro) per gli extracosti sostenuti per lo smaltimento.
Questa disparità genera l'amara sensazione che, nel sistema rifiuti siciliano, "conviene più gestire male che gestire bene". Sebbene l'Assessorato regionale sottolinei che l'obiettivo sia supportare gli enti nella tutela degli equilibri di bilancio e, al contempo, incentivare la raccolta differenziata, l'enorme divario nelle somme assegnate rischia di disincentivare gli sforzi virtuosi, premiando indirettamente le inefficienze che hanno portato ai maggiori costi di smaltimento.