La “forma dell’acqua” ma la sostanza rimane… Oltre “Mare Monstrum”

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
20 Maggio 2017 13:32
La “forma dell’acqua” ma la sostanza rimane… Oltre “Mare Monstrum”

L’operazione che ieri mattina ha sconvolto ancor più il panorama politico trapanese, il giorno prima il sen. Tonino D’Ali aveva ricevuto un provvedimento di sorveglianza speciale, con l’arresto, ai domiciliari, del deputato regionale e candidato sindaco Mimmo Fazio, non ha soltanto provocato una bufera sulla campagna elettorale a Trapani in vista delle elezioni amministrative del 11 giugno ma ha avuto conseguenze a più livelli.

Fazio e D’Alì restano, visto che la campagna elettorale continua e le lezioni si svolgeranno (a men di decisioni dall’alto o di altri clamorosi sviluppi), i maggiori antagonisti per la carica di primo cittadino. Infatti l’Operazione “Mare Mostrum”, forse così denominata dalla consapevolezza di poter fare riemergere da una vicenda legata a trasporti marittimi un sistema mostruosamente ramificato di interessi, non salva nessuno.

Nel senso che l’operazione pur avendo avuto epicentro a Trapani, il protagonista principale sul quale verte tutta la vicenda è infatti l’imprenditore marittimo Ettore Morace, proprietario della Liberty Lines, arrestato e condotto presso il carcere palermitano di Pagliarelli, ha provocato una reazione a catena, come nel gioco del domino, coinvolgendo personaggi politici di altissimo livello sia a livello regionale che nazionale e quella “terra di mezzo” fatta di funzionari che dialogano con le diverse parti e che fanno da testa di ponte fra il mondo politico e quello dell’impresa, è l’esempio Giuseppe Montalto, funzionario regionale presso il Ministero delle Infrastrutture anche lui agli arresti domiciliari perché accusato di aver favorito l’imprenditore Morace assecondando il politico Fazio.

La storia di corruzione si è allargata a macchia d’olio coinvolgendo perfino il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, indagato con l’accusa di concorso in corruzione perchè secondo i magistrati avrebbe favorito la situazione.

L’operazione condotta dei comandi provinciali dei carabinieri di Palermo e Trapani, coordinata dal procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Dino Petralia, vede tra gli indagati anche il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture, Simona Vicari, alla quale Morace avrebbe regalato un Rolex per l’interessamento della stessa Vicari all’approvazione di un emendamento alla legge di stabilità dello Stato con il quale è stata ridotta l’imposta dell’Iva dal 10% al 4% per i trasporti su navi veloci, facendo così risparmiare circa 7 milioni di euro alla Liberty Lines.

“Mare Monstrum” ha coinvolto tutta una schiera di politici, funzionari pubblici e collaboratori di politici, e probabilmente riserverà molte sorprese. Un sistema ed un “modus operandi” che non conosce confine e che scuote la politica di ogni colore. Si pensi che per bloccare la nomina di un consulente tecnico sgradito all’armatore Ettore Morace, il funzionario regionale Giuseppe Montalto si era rivolto anche ad un deputato M5S all’Ars, Sergio Tancredi, affinchè questi intervenisse presso la stessa Commissione all’Ars dove si doveva decidere la suddetta nomina. lo stesso capogruppo all'ars del M5S nel suo profilo facebook definisce "cattiveria" ed "invenzione" il suo coinvolgimento nella vicenda. 

Tutti i personaggi tirati in ballo dall’Operazione, dai protagonisti ai coprotagonisti principali della vicenda, avranno la possibilità di far valere e dimostrare nelle dovute sedi le proprie ragioni e la non colpevolezza. Ma una cosa è certa, la “pentola scoperchiata” dai magistrati contiene molti ingredienti per potere affermare che il malaffare, la corruzione, il mettersi al servizio di qualcuno per qualcosa, fare un favore ad amico, è un sistema molto radicato nel costume politico, non solo siciliano, ed in molti ambienti di lavoro.

La fiction televisiva in questo contesto, ed il pensiero va alla recente miniserie de “Il Commissario Maltese” (ambientato in una cupa e noir Trapani degli anni ’70 dove dominava una commistione di poteri: mafia, corruzione e massoneria ), diventa la proiezione di un passato verso un presente dove, pur se “evolute”, le forme cambiano ma la sostanza rimane la stessa, come avviene per l’acqua nella quale spesso ciò che è torbido viene prima o poi a galla.

Francesco Mezzapelle

20-05-2017 15,00

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