Si è concluso con diverse condanne e alcune assoluzioni il processo che si è celebrato con rito abbreviato per nove dei presunti affiliati e fiancheggiatori coinvolti nell'operazione antimafia condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) e dalla Guardia di Finanza nel dicembre 2024. L'inchiesta aveva fatto luce sugli affari della criminalità organizzata nell'area tra Marsala e Mazara del Vallo, concentrandosi in particolare sulla gestione mafiosa dei pascoli e su tentativi di controllo di attività commerciali, come i supermercati.
La pena più severa, pari a 12 anni di reclusione, è stata inflitta a Domenico Centonze, allevatore di Marsala ritenuto l'alter ego di Dario Messina, capomafia di Mazara del Vallo attualmente detenuto. L'accusa principale per Centonze era l'associazione mafiosa.
Il Giudice per l'Udienza Preliminare (GUP) Ivana Vassallo, accogliendo in parte le richieste del Pubblico Ministero Francesca Dessì, ha emesso altre significative condanne. Per associazione mafiosa sono stati inflitti 9 anni e 8 mesi ad Alessandro Messina, fratello del boss detenuto, e otto anni sia a Paolo Apollo sia a Pietro Burzotta, quest'ultimo genero del defunto reggente del mandamento, Vito Gondola.
Sono state inflitte altre due condanne a imputati marsalesi: Pietro Centonze (classe '50, padre di Domenico Centonze) ha ricevuto 4 anni e 6 mesi per turbativa d'asta giudiziaria e tentata estorsione, pur essendo stato assolto dall'accusa di associazione mafiosa; Antonino Giovanni Bilello è stato condannato a due anni e 8 mesi.
Il processo, svoltosi davanti al GUP di Palermo, riguardava anche un episodio di turbativa d'asta per la vendita giudiziaria di un terreno agricolo situato tra Mazara del Vallo e Petrosino. Secondo l'accusa, il gruppo avrebbe tentato di manipolare la procedura per garantire l'aggiudicazione a persone vicine all'organizzazione criminale.
Le assoluzioni hanno riguardato Ignazio Di Vita, Pietro Centonze (classe '69, cugino di Domenico) e Lorenzo Buscaino.
Per altri sette imputati coinvolti nell'operazione, il processo procede con il rito ordinario davanti al Tribunale di Marsala; tra questi figurano Giancarlo Nicolò Angileri, Giovanni Piccione, Michele Marino, Gaspare Tumbarello, Massimo Antonino Sfraga, Giuseppe Prenci e Vito Ferrantello.