Marsala, “A noi ce sarveranno le mignotte!” la recita in Tribunale l’avv. Forti: “corruzione imperversante”

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
29 Settembre 2016 07:02
Marsala, “A noi ce sarveranno le mignotte!” la recita in Tribunale l’avv. Forti: “corruzione imperversante”

Sta facendo molto scalpore anche su facebook la vicenda che ha visto protagonista l’avvocato marsalese Vincenzo Forti che qualche giorno fa nel corso di un dibattimento in aula presso Tribunale di Marsala al momento del suo intervento ha recitato una poesia in romanesco, in verità un falso letterario attribuito al poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli, intitolata “A noi ce sarveranno le mignotte!”.

Questo il testo: “Mentre ch’er ber paese se sprofonna tra frane, terremoti e innondazzioni/ mentre che so’ finiti li mijioni pe turà un deficì de la madonna,/Mentre scole e musei cadeno a pezzi e l’atenei nun c’hanno più quadrini pe’ la ricerca/ e i cervelli ppiù fini vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi,/Mentre li fessi pagheno le tasse e se rubba e se imbrojia a tutto spiano e le pensioni so’ sempre ppiù basse/Una luce s’è accesa nella notte. Dormi tranquillo popolo itajiano/A noi ce sarveranno le mignotte!”.

L’avvocato Forti, non certamente nuovo a trovate creative, è intervenuto nel dibattimento in aula relativo al processo che vede imputata la mazarese Anna Maria Ballatore, 63 anni, ex cancelliere del Tribunale civile di Marsala, accusata di concussione e falso ideologico e per la quale il pm Antonella Trainito ha chiesto la condanna a otto anni di carcere. Alla Ballatore, posta nel maggio 2014 agli arresti domiciliari dai carabinieri, si contesta di avere abusato della qualità e dei poteri connessi alla sua funzione di pubblico ufficiale.

In un caso, dopo essere stata incaricata dal giudice tutelare di redigere l’inventario dei beni ereditari di due fratelli, di cui uno minore, avrebbe costretto l’erede maggiorenne, una donna, tutore del minore, a consegnare una somma di danaro (pare, alcune centinaia di euro) e a sottoscrivere un atto nel quale attestava di non avere corrisposto alcuna somma di denaro, mentre in un’altra occasione avrebbe tentato di indurre un avvocato, che assisteva una vedova, madre di due minori, nel procedimento di accettazione dell’eredità del proprio defunto marito, a corrisponderle una somma di denaro contante sempre per redigere l’inventario dei beni ereditari.

L’inchiesta, scattata dopo una denuncia, è stata coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito. Quattro le parti civili: Sara Bonafede e gli avvocati Riccardo Marceca, Antonella Caruso e Smeralda Rubino. A rappresentarle sono gli avvocati Ivan Gerardi, Piergiorgio Giacalone e Vincenzo Forti la cui ultima “originale arringa” ha destato molta sorpresa fra i presenti in aula e fra gli addetti ai lavori .

Abbiamo contattato l’avv. Vincenzo Forti che ci ha rilasciato delle dichiarazioni in merito al suo intervento in aula: “Non penso affatto di essere stato originale. Seppur consapevole che si tratta di un falso letterario, mi sembrava il testo giusto per riassumere in 30” un concetto in merito al caso dibattuto in aula che altrimenti avrebbe richiesto più di mezz’ora. Ho paura però che si tratti di una situazione che riguardi il nostro sistema sociale in generale. Quando iniziai da giovanissimo questa professione –racconta l’avv. Forti- di fronte ad una richiesta simile a quella avanzata dall’imputata sbattei la porta quasi a tirarla giù e chiamai i carabinieri, da allora non mai ricevuto richieste del genere. Inoltre voglio sottolineare come il settore delle esecuzioni immobiliari è quello che emana il tanfo più intenso”.

Infine lo stesso Vincenzo Forti (in foto) ha raccontato un fatto avvenuto di recente: “Un tizio è venuto da me per denunciare e avendo subito un'estorsione si era rivolto ad un'associazione antiracket di Marsala e l'avvocato fiduciario di questa associazione aveva però preteso in anticipo il pagamento dell'onorario per poterlo assistere in questa estorsione nella presentazione della denuncia; anche questa è una forma di corruzione, uno schifo”. Mi piace ricordare una frase significativa di Friedrich Nietzsche: coloro che furono visti danzare furono giudicati pazzi da coloro che non potevano sentire la musica”.

Francesco Mezzapelle

29-09-2016 9,00

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