Marsala, Francesco De Grandi lascia la Pinacoteca e dona un trittico

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
12 Novembre 2014 15:39
Marsala, Francesco De Grandi lascia la Pinacoteca e dona un trittico

Dopo quattro mesi di esposizione, Francesco De Grandi saluta Marsala, e lascia in dono tre sue opere. Si conclude, così, domenica 16 novembre al Convento del Carmine, la mostra inaugurata il 6 luglio scorso, "Archetipi della pittura inquieta", a cura di Sergio Troisi, ammirata durante l'estate da oltre 2 mila visitatori e prorogata di tre settimane per consentire agli alunni delle scuole di Trapani e Palermo di poter svolgere delle visite guidate con i professori.

In vista della chiusura, l'artista palermitano, indicato come uno degli autori più coerenti e originali nel panorama dell'arte italiana contemporanea, ha deciso di fare una donazione alla Pinacoteca di Marsala. Si tratta del trittico Stalker 01/02/03, (olio su tela del 2008, 35x50 cm) che si aggiunge alla già ricca collezione permanente dell'Ente Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea "Città di Marsala", composta da oltre 750 opere di prestigio nazionale ed internazionale. Fra gli autori figurano Cagli, Cantatore, Cassinari, Conti, Gentilini, Maccari, Marchegiani, Pomodoro, Sassu, Sironi, Tosi, Tozzi.

Quattro le soste suggerite ai visitatori per un viaggio visionario e a tratti drammatico attraverso tutti i topos della pittura dove l'inquietudine di De Grandi è la cifra predominante. A indicarle sono dei pannelli-guida: i Paesaggi, i Naufragi, il Sacro (con scene della Passione e Adorazioni) e il Villaggio (con ritratti di personaggi). Questi gli orari di visita: 10-13 e 17-19, dal martedì alla domenica. Lunedì chiuso.

Palermitano, 45 anni, De Grandi è indicato proprio come uno degli autori più coerenti e originali nel panorama dell'arte italiana contemporanea. Quaranta le opere in mostra alla Pinacoteca marsalese: dipinti, alcuni di grandi dimensioni, e opere su carta, per esplorare il suo universo interiore e creativo di De Grandi. Spiega Troisi, direttore artistico dell'Ente e curatore della mostra: "Sembrano paesaggi tradizionali, legati come sono all'iconografia ottocentesca. Ma al loro interno c'è sempre un elemento di disorientamento che spiazza lo spettatore e lo lascia in un limbo di domande.

La natura, soprattutto, diventa un elemento di allarme per De Grandi, e per noi spettatori, per via di quelle atmosfere post-atomiche rese dal suo particolare modo di dipingere, di stendere la materia, il colore, di rendere la luce. Per chi osserva è una vera 'catastrofe dello sguardo': una vertigine verso un mondo che crede di conoscere e invece non riconosce più, per via di certi elementi di disturbo che alterano l'iconografia del soggetto. Con De Grandi siamo dinanzi a una dimensione fortemente contemporanea della pittura: e questo diventa esplicito nei naufragi, con la loro grande drammaticità: sia quelli di ieri, sia quelli di oggi legati come sono alla quotidiana cronaca degli sbarchi dei migranti.

Filo conduttore dell'esposizione di Marsala – conclude il curatore - è sempre la capacità di ritrovare in queste immagini-archetipi il loro intatto significato simbolico attraverso la specificità irriducibile della pittura, della sua pratica esecutiva e dei suoi materiali: il colore, i pastelli, il disegno".

Alla mostra "Francesco De Grandi |Archetipi della pittura inquieta" è dedicato un catalogo (Due Punti Edizioni, Palermo) con il saggio critico del curatore, Sergio Troisi, e un testo di Federico Lupo.

Jana Cardinale

12/11/14  16,30

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