​Marsala, l'emergenza rifiuti tra incuria e connivenze mafiose

Rifiuti, roghi e diossina: un legame drammatico tra inciviltà e salute pubblica

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
15 Settembre 2025 09:48
Marsala, l'emergenza rifiuti tra incuria e connivenze mafiose

A Marsala, l'abbandono dei rifiuti rimane una criticità persistente, particolarmente evidente nelle contrade e nelle zone periferiche. Nonostante l'amministrazione abbia attivato un efficiente servizio di raccolta porta a porta e installato telecamere di sorveglianza in punti strategici, il fenomeno delle micro-discariche abusive continua a deturpare il territorio. Cittadini, specialmente nelle contrade come Strasatti, Santo Padre delle Perriere e Ventrischi, denunciano e segnalano regolarmente, la presenza di cumuli di immondizia.

Questi includono non solo sacchetti di spazzatura indifferenziata, ma anche rifiuti ingombranti come elettrodomestici, mobili, materiali edili e rifiuti tossici pericolosi. Un comportamento incivile che, spesso documentato da foto e segnalazioni ai media locali, crea degrado ambientale e seri problemi di igiene. Il problema dei rifiuti abbandonati si manifesta in due contesti distinti, con conseguenze diverse, e la materia è regolata dal D.Lgs. 152/2006 (Codice dell'Ambiente). Nelle aree pubbliche, il Comune ha l'obbligo di intervenire direttamente per la rimozione e lo smaltimento.

Nelle aree private, invece, il decreto affida all'amministrazione il compito di intimare al proprietario del terreno la bonifica, anche se non è il responsabile dell'abbandono. Solo in caso di inottemperanza, il Comune può procedere d'ufficio addebitando i costi. Questo approccio genera spesso conflitti, poiché i proprietari si trovano a pagare per il gesto incivile di altri. La situazione è aggravata dalla pratica, sempre più diffusa, di dare alle fiamme i cumuli di rifiuti. Questi roghi non solo distruggono la vegetazione e deturpano il paesaggio, ma rilasciano nell'aria diossina e altre sostanze tossiche altamente cancerogene.

L'inalazione di queste sostanze rappresenta un grave pericolo per la salute pubblica, poiché l'esposizione a inquinanti come diossine e particolato fine aumenta il rischio di sviluppare patologie oncologiche e respiratorie. A questo si aggiungono le vicende legate al traffico illecito di rifiuti in Sicilia, e in particolare nella provincia di Trapani, sono un fenomeno noto e documentato, spesso collegato alle attività della mafia. La storia più nota che riguarda la zona tra Marsala e Mazara del Vallo risale a decenni fa, quando le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia portarono alla luce un presunto traffico di scorie radioattive organizzato dalle cosche mafiose tra gli anni '80 e '90.

Secondo queste testimonianze, i rifiuti tossici sarebbero stati smaltiti in modo illecito, in particolare nelle ex cave di tufo in disuso. Questa ipotesi ha generato un forte allarme nella popolazione, anche a causa dell'alta incidenza di tumori e della mortalità registrata in queste zone. Nonostante indagini e sopralluoghi siano stati eseguiti, le verifiche successive non sono riuscite a fare piena chiarezza sulla vicenda, anche per l'approssimazione delle indicazioni fornite. Tuttavia, la presunta vicenda ha contribuito a rafforzare la convinzione di un legame tra la criminalità organizzata, l'inquinamento ambientale e i problemi di salute pubblica nella zona. Al di là del caso specifico delle scorie, le indagini delle Forze dell'Ordine e della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), hanno più volte smascherato l'infiltrazione mafiosa nel lucroso business dei rifiuti.

Le organizzazioni criminali non si limitano all'abbandono di materiali ingombranti, ma gestiscono un vero e proprio traffico illecito che coinvolge rifiuti speciali e industriali, la gestione abusiva di discariche, ed estorsione e intimidazione per assumere il controllo di appalti pubblici o privati nel settore dei rifiuti. Le operazioni di bonifica periodica, purtroppo, non bastano. Il problema si ripresenta puntualmente, anche a distanza di poche ore. In questo scenario drammatico, i costi delle operazioni di pulizia, se il responsabile dell'abbandono non viene individuato, ricadono sull'intera collettività, con la cittadinanza che si trova a sostenere economicamente un atto di inciviltà. Per contrastare efficacemente il fenomeno, è necessario un approccio che vada oltre la semplice pulizia.

È indispensabile un connubio tra diverse forze: le autorità, come la Polizia Locale e le Forze dell'Ordine, devono intensificare i controlli e le sanzioni. L'amministrazione comunale deve proseguire con azioni concrete e mirate. E, soprattutto, è fondamentale avviare campagne di sensibilizzazione che agiscano sulla coscienza dei cittadini incivili, mostrando i gravi danni ambientali ed economici causati dal loro comportamento.

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza