Si aggiunge un nuovo capitolo giudiziario alla storia di abusi che ha coinvolto un bidello allora sessantaquattrenne di Marsala. Già condannato a tre anni di reclusione per i reati di stalking e violenza privata aggravata commessi ai danni della stessa ragazzina di 12 anni che in precedenza aveva tentato di abusare, a questa condanna era seguito il verdetto definitivo di cinque anni e otto mesi di carcere per tentata violenza sessuale e corruzione di minorenne.
I fatti risalgono alla primavera del 2020, secondo le accuse, l'uomo aveva ripetutamente molestato la vittima telefonicamente, l'aveva pedinata e seguita in bicicletta.
L'obiettivo di queste azioni era costringere la bambina a non rivelare l'accaduto nel casolare di campagna, minacciandola affinché mantenesse il silenzio sull'episodio. Nel medesimo procedimento, il Gup aveva condannato la moglie allora cinquantenne del collaboratore scolastico a due anni e mezzo di reclusione per falsa testimonianza e calunnia, in relazione alle dichiarazioni rese dalla donna durante il primo processo. Ieri, 8 ottobre, la Terza Sezione Penale della Corte di Appello di Palermo, ritenuta la continuazione tra i reati ascritti al primo e quelli di cui la sentenza emessa dal Tribunale di Marsala nel maggio 2022, passata in giudicato nel dicembre 2023, riduce la pena inflitta a un anno di reclusione, rideterminando complessivamente la pena in anni 6 e mesi 9 di reclusione, e altresì riduce la pena inflitta alla seconda ad anni uno e mesi otto di reclusione, concedendole il beneficio della sospensione condizionale della pena.
E' stato disposto un risarcimento danni di 20.000 euro per la ragazza e i suoi genitori (parti civili), un risarcimento di 1.500 euro in favore dell'associazione "Casa di Venere", e 1.040 come rifusione delle spese sostenute dalle parti civili costituite.