I tempi difficili che stiamo vivendo, a seguito della pandemia da covid-19 e dello scoppio della guerra in Ucraina, e i mutamenti sempre più veloci che stanno interessando profondamente la nostra società, innescano certamente sentimenti nostalgici, soprattutto per la generazione che oggi si trova a cavallo dei 50 anni, per un passato, quello vissuto nel corso della gioventù, più spensierato e ove si nutrivano grosse speranze nel progresso, e per il futuro in generale. Così, grazie soprattutto grazie alle nuove tecnologia legate alla comunicazione, vedi in primis gli attuali smartphone, risulta anche possibile far rivivere una moda che ha segnato un ‘intera generazione che ha vissuto la propria gioventù negli anni’80, quei belli e al tempo stesso maledetti anni’80 nei quali studiosi di economia e scienze sociali rintracciano spesso i germi della crisi della cosiddetta “modernità”.
Grazie ai social già da qualche anno è stata formata una “community” legata alla moda dei “paninari” che a metà degli anni ’80 ha fatto proseliti fra migliaia di giovani dell’epoca, dai 15 ai 30 anni, ragazzi e ragazze, intere compagnie di amici. Si vestiva “griffati”: jeans Levi's 501, Uniform o Americanino, felpe Best Company, piumini Moncler fluorescenti, giacche Schott o Avirex, i bomber, inconfondibili fibbie El Charro, e le mitiche scarpe Timberland (con sotto le calze Burlington), i Ray-Ban originali, per non parlare delle variopinte cartelle Naj-Oleari indossate dalle ragazze.
Una moda che ha cambiato il lessico, vedi i termini con i quali identificarsi e rapportarsi (“galli”, “sfitinzie” e preppy”). Un movimento nato in Italia, e se non dove in quella “Milano da bere” che in quegli anni rappresentava, dopo il la brutta stagione (terrorismo, stragi etc.) degli anni ’70, la rinascita e la locomotiva economica del Paese? Poi quella moda si diffuse in tutta la penisola divenendo un fenomeno sociale, e ovviamente anche in Sicilia, soprattutto nelle città ove si vennero a formare delle “compagnie”.
Vogliamo parlare anche della colonna sonora che accompagna quei gruppi di giovani che andavano in giro a bordo di vespe, ciclomotori Ciao e Si e moto, con walkman. Fra i gruppi più ascoltati vi erano i Duran Duran, proprio in un film, di qualche anno dopo, “Sposerò Simon Le Bon” le fans milanesi del gruppo inglese venivano rappresentate come “paninare” (vedi foto locandina del film), ma anche altre band e cantanti che segnarono la musica di quegli anni, perfino il famoso duo dei Pet Shop Boys dedicò un brano, dal titolo proprio “Paninaro”, nel 1986.
Come dicevamo grazie ai social già qualche anno fa è stata creata una “community” con l’organizzazione del primo raduno degli allora “paninari” proprio in quel luogo ove sorgeva uno storico “Burghy” (poi divenuto Mc Donald’s), la nota piazza San Babila di Milano che può certamente essere annoverata quale luogo di nascita di quel movimento. Non sappiamo se si tratta di un risveglio di una moda o soltanto un fenomeno “vintage” fatto sta che dal 2019 i ritrovi dei “paninari” si sono moltiplicati e adesso è arrivato anche il momento della Sicilia, ed in particolare a Marsala, la più “inglese” delle Città della Provincia, dove nel pomeriggio del 13 novembre, i vecchi e nuovi "paninari" lilibetani si riuniranno a Porta Nuova.
La “reunion” è stata organizzata grazie ad un gruppo facebook “Paninari Marsala” al quale in brevissimo tempo hanno aderito circa 800 persone. Chissà che dopo Marsala si registrino altri raduni di “paninari” in Provincia, chissà nella vicina Mazara del Vallo ove i “galli” e le “sfitinzie” del tempo si ritrovavano alla fine della scuola e nei tardi pomeriggi nella storica piazza Mokarta.
Francesco Mezzapelle
