Morte al Pronto soccorso di Marsala, indagate nove persone tra medici e infermieri

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
14 Agosto 2015 10:47
Morte al Pronto soccorso di Marsala, indagate nove persone tra medici e infermieri

Ancora un presunto caso di “malasanità”. Stavolta, teatro dei fatti denunciati è l’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, al cui Pronto soccorso, lunedì mattina, è arrivato in ambulanza un uomo di 65 anni, Nicolò Giacalone, deceduto circa dieci ore dopo, tra attesa e accertamenti diagnostici.

A denunciare l’accaduto è stata la figlia dello sfortunato paziente, la 26enne Sabrina Giacalone, che nella sua querela parla anche di atteggiamenti boccacceschi tra i sanitari. La querela presentata in Commissariato è stata “contro ignoti”. E’ stata, poi, la Procura a individuare gli indagati: nove, tra medici e infermieri. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. I nomi degli indagati sono nell’atto con cui la Procura ha disposto “accertamenti tecnici non ripetibili”. Si tratta di Antonino Valentino Bianco, di 58 anni, Carmela Parisi, di 42, Salvatore Vasta, di 61, Angelo Tumbarello, di 60, Rosaria Evelin Valenti, di 36, Maria Assunta Casano, di 51, Andrea Spataro, di 34, Angela Alagna, di 50, e Elena Armida, di 39.

Oltre al ritardo nei soccorsi (iniziale attesa dalle 9 alle 11 dopo l’assegnazione del “codice verde”), la figlia di Nicolò Giacalone ha anche denunciato che al termine dell’esame Tac, effettuato dopo le 14, dopo aver atteso nel corridoio, dal quale afferma di aver udito “risatine” provenire dall’interno, ha fatto ingresso nella sala in cui era stato effettuato l’esame diagnostico, dove “lo spettacolo – scrive nella querela - era a dir poco disgustoso, infatti, si notava che tutti ridevano allegramente mentre un uomo, non si sa se medico o infermiere, teneva in grembo una sua collega mentre era seduto su una sedia e la abbracciava e toccava affettuosamente dicendo che tra colleghi ciò è normale.

Gli altri ridevano fragorosamente”. A questo punto, la figlia del paziente si è messa a urlare, telefonando poi alla polizia e intimando ai sanitari di tirare il padre fuori dall’apparecchiatura Tac. Riportato al Pronto soccorso, Nicolò Giacalone, nonostante i tentativi di rianimazione, spirava poco dopo le 19. Il legale che assiste Sabrina Giacalone è l’avvocato marsalese Vincenzo Forti, che dichiara: “Certi comportamenti fanno venire voglia di farsi giustizia in modo non ortodosso…”.

Francesco Mezzapelle

14/07/2015

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