Operazione Virgilio a Sappusi, le difese contestano il quadro probatorio

Le arringhe per smontare il reato associativo

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
22 Ottobre 2025 08:58
Operazione Virgilio a Sappusi, le difese contestano il quadro probatorio

Si è conclusa la fase dibattimentale del processo scaturito dall' Operazione Virgilio , focalizzato su una presunta e vasta centrale di spaccio operante nel quartiere di Sappusi. Il Pubblico Ministero Giuseppe Lisella, di fronte al Collegio del Tribunale di Marsala presieduto da Vito Marcello Saladino, ha avanzato pesanti richieste di condanna per gli undici imputati, accusati non solo di traffico e spaccio di crack, eroina e cocaina, ma anche di reati gravi come estorsione, riciclaggio, lesioni personali e tentato sequestro di persona.

Le arringhe dei legali difensori si sono concentrate nel tentativo di smontare il quadro accusatorio, evidenziando le presunte lacune probatorie e chiedendo l'assoluzione per i rispettivi assistiti:

L'avv. Francesca Frusteri , difensore di Jessica Torre, imputata per reato associativo e gestione di denaro, ha sostenuto che la sua assistita fosse totalmente estranea al sodalizio criminoso guidato dalla sorella Arianna Torre. La difesa ha insistito sull'assenza di riscontri probatori diretti, definendo l'accusa basata su mere deduzioni. Le intercettazioni e le chat tra Jessica e Parrinello sarebbero lecite, relative a gesti di solidarietà familiare per l'aiuto e il mantenimento di Arianna in carcere, escludendo il dolo associativo.

A sostegno della tesi di estraneità, l'avv. Frusteri ha evidenziato l'assenza di intercettazioni relative alla droga, il basso numero di conversazioni registrate e la mancanza di attività investigative classiche (pedinamenti, video). L'imputazione deriverebbe, secondo la difesa, da una confusione di persona dovuta al cognome in comune. L'avvocato ha avanzato richiesta di assoluzione per la propria assistita.

L'avv. Nicola Gaudino , difensore di Giovanni Parrinello, ha incentrato la sua linea difensiva sulla natura indiziaria delle prove, derivanti quasi esclusivamente da intercettazioni telefoniche, definite "droga parlata." Pur ammettendo la presunta attività di cessione di stupefacenti, il legale ha contestato la prova dell'entrata di Parrinello in un'associazione che, secondo la difesa, era già costituita e alla quale Parrinello si sarebbe unito "a titolo gratuito" L'avv.

Gaudino ha negato che Parrinello avesse un ruolo di comando o organizzativo, sottolineando che non aveva poteri decisionali e che la contabilità era gestita da Arianna Torre. L'associazione con Arianna sarebbe stata erroneamente ipotizzata a causa di una relazione sentimentale risalente a 25 anni prima. Ribadendo l'assenza di testimonianze e la cessazione delle attività con l'arresto della Torre, la difesa ha concluso chiedendo l'assoluzione per il proprio assistito.

L'avv. Salvatore Di Maria, in difesa di Michele Adorno, ha richiamato le spontanee dichiarazioni dell'imputato, che ha riconosciuto la sua tossicodipendenza dal 1980 e ha dichiarato la sua estraneità all'associazione, legata ad Arianna Torre solo da una relazione sentimentale. Il legale ha messo in luce l'assenza di una richiesta di misura cautelare per Adorno. Anche in questo caso, le prove sarebbero fondate solo sulle intercettazioni, dalle quali emergerebbe una posizione amicale e non di volontaria adesione.

La difesa ha sottolineato che Adorno non rivestiva alcun ruolo dirigenziale né aveva poteri decisionali: era la Torre a decidere anche sui suoi minimi spostamenti, parlando sempre al singolare ("io") nelle conversazioni e mai al plurale con un "noi" relativo alla presunta organizzazione e gestione dell'associazione. L'avvocato sottolinea che Adorno non aveva la facoltà di effettuare cessioni e non condivideva lo stile di vita della Torre. L'avvocato ha avanzato richiesta di assoluzione per il proprio assistito.

L’avv. Massimiliano Tranchida, in difesa di Gianluca Dardo e Leonardo Titone, incentra la difesa sul sequestro dei pacchi contenenti la sostanza stupefacente destinati a Parrinello, e si chiede se si è operato nel rispetto delle regole, se è corrispondenza epistolare o no, e se prima di aprire il pacco sia stata fatta la distinzione; il tema dovrebbe essere affrontato per le ricadute che ci sono state alla luce dei principi rassegnati dalla Corte di Cassazione Sezione Unite (inutilizzabilità). L’avvocato fa riferimento a questo dato perché denota il carattere approssimativo della ricerca della prova.

I quantitativi sequestrati sarebbero poco meno di 25 grammi di sostanza stupefacente tra hashish e mariuana. Secondo l’avvocato, l’accusa trova fondatezza nella correlazione strumentale tra la sostanza sequestrata e il contenuto delle conversazioni telefoniche intercettate. Anche secondo l’avvocato Tranchida il quadro probatorio è debole, e ha avanzato richiesta di assoluzione per i propri assistiti.

Le arringhe degli altri legali difensori nella scorsa udienza: https://www.primapaginamarsala.it/operazione-virgilio-a-sappusi-per-le-difese-droga-parlatae-prove-inconsistenti

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