West Nile, ASP Trapani: “Nessun allarme, solo uno su mille rischia la vita”

Questa mattina incontro alla Direzione generale a seguito del decesso del 73enne al Sant’Antonio Abate

Maria Chiara
Maria Chiara Conticello
04 Ottobre 2022 16:08
West Nile, ASP Trapani: “Nessun allarme, solo uno su mille rischia la vita”

Oggi a mezzogiorno presso la sede della Direzione generale dell'Asp di Trapani il commissario straordinario dell'Asp di Trapani, Vincenzo Spera, ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i provvedimenti di sorveglianza sanitaria e profilassi della malattia provocata dal virus West Niles in ambito umano e animale previsti sul territorio provinciale; ricordiamo che qualche giorno fa proprio all'Ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani si è registrato il primo decesso in Sicilia per Febbre del Nilo. Si è trattato del pittore palermitano Momò Calascibetta, 73 anni, residente in C/da Cutusio a Marsala.

Alla conferenza stampa hanno partecipato, oltre al commissario Spera, il direttore sanitario f.f. Carlo Gianformaggio, il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Francesco Di Gregorio, il direttore dellUOC Sanità Pubblica, Epidemiologia e Medicina Preventiva, Gaspare Canzoneri, il direttore UOC Malattie Infettive, Pietro Colletti, il direttore UOC Servizio Igiene Allevamenti e produzioni zootecniche Roberto Messineo, il dirigente veterinario, Giuseppe Internicola.

Nel corso dell'incontro sono state fornite notizie sulle richieste in merito a presunti casi in provincia di Trapani, di questi nessuna conferma di altri casi West Nile.

Fornita preliminarmente una comunicazione di carattere scientifico: la febbre del West Nile (con origine datata nel 1936) è provocata da un virus. I serbatoi dei virus sono uccelli selvatici e zanzare ma il vettore principale è la puntura di zanzara del genere comune.

Raramente sono state segnalate trasmissioni da madre a figlio o dal trapianto di organi.

Il virus, dunque, non si può trasmettere da persona a persona e, di conseguenza, nessun bisogno di isolamento.

I giorni incubazione vanno da 2 a 7-14 giorni.

Nella maggior parte dei casi l'infezione non dà alcun sintomo, si tratta dunque di infezione asintomatica.

Tra i casi sintomatici, invece, il 20 % di pazienti presentano febbre, cefalea, disturbi gastro-intestinali: disturbi, questi, che possono durare qualche giorno.

Negli anziani e in persone fragili, la malattia può avere un decorso più grave con sintomi che riguardano il sistema neurologico e solo un caso su 1000 può dare la forma mortale di encefalite.

In Italia, ad oggi, sono stati accertati 600 casi, tutti confermati con le determinate analisi e riscontrati prevalentemente in Italia centrale e nel nord.

In Sicilia, e nello specifico nella provincia trapanese è stato confermato solo un caso autoctono - quello del Calascibetta -. Si tratta di autoctono in quanto l'uomo non aveva viaggiato negli ultimi tempi né nei continenti né nelle regioni dove c'è la presenza elevata del virus.

Il dott. Roberto Messineo ha sottolineato di essersi «attivati dopo questo caso e intrapreso la ricerca di questo virus nelle zone dove questa persona viveva. Quando il 13 settembre è arrivata la notizia, in prossimità dell'abitazione abbiamo tracciato un raggio di 3 km e controllato tutti gli allevamenti di equini che vivevano in questa area e allo stato attuale non abbiamo riscontrato un caso di virus attivo. Quindi se il virus è circolato, è successo in passato. La situazione però è in continua evoluzione ma alquanto rassicurante: il virus non sta circolando in maniera eccessiva ma dobbiamo ricordarci che il c'è e c'è stato».

Sarà importante inoltre la prevenzione e ciò avverrà attraverso un intervento degli enti locali per prevenire la presenza delle zanzare (soprattutto nei mesi tra marzo e aprile, periodo in cui si creano le larve).

Ritornando la caso del decesso, il dottor Gaspare Canzonieri ha chiarito: “a seguito di quel caso si è attivata la sorveglianza sanitaria nazionale con comunicazione immediata e una serie di iniziative a livello provinciale. Tra tutte la sorveglianza sulle donazioni di sangue e di organi. Sono stati intrapresi dunque degli esami sui campioni per evitare il possibile contagio».

Per quanto riguarda il paziente, tante sono le cause del decesso: fin dall'esordio la sua forma era risultata gravissima. Il paziente stava male fin da agosto con sintomi influenzali ma l'aumento dei sintomi lo ha portato a chiamare il 118. I primi giorni è stato curato in quanto si pensava a un danno neurologo ma non si riusciva a comprendere quale fosse la vera diagnosi. Poi un ulteriore aggravamento: un'improvvisa insufficienza respiratoria, molto grave, che ha costretto al trasferimento in rianimazione. Un quadro neurologico molto chiaro, con l'identificazione di un danno prevalentemente periferico molto grave. Sulla base dei sintomi e sull'andamento delle malattie nazionali è stata poi confermata la West Nile dopo l'analisi di un campione spinale.

Non esiste però nessuna terapia per la West Nile ma solo il supporto delle funzioni vitali. Ed è proprio per questo che la diagnostica precoce non ha nessuna importanza.

Durante la conferenza, inoltre, sono stati consigliati dei metodi più casalinghi per prevenire: tra tutti, l'uso delle zanzariere, l'uso di repellenti e l'eliminazione del ristagno dell'acqua.

Infine è stata data notizia di un altro caso sospetto in provincia: si tratta di un giovane del territorio di Valderice che studia in Emilia Romagna, che però sarebbe già guarito e avrebbe ripreso la sua attività lavorativa.

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