Forse per dissapori in ambito familiari avrebbe deciso si incendiare il 2 novembre 2014, la piccola barca da pesca dello zio e danneggiate due accanto alla stessa. Per tale motivo il mazarese Fabio Esposto, 22enne, già noto alle forze dell’ordine, è sotto processo con l’accusa di avere incendiato, distruggendola completamente, un’imbarcazione di proprietà dello zio, Mario Esposto.
Si tratta di una barca in vetroresina, lunga otto metri e denominata “Esposto Giuseppe”, che era ormeggiato a un pontile del porto-canale di Mazara, sul Lungomazaro Pammilo (vedi foto). Le fiamme danneggiarono anche altre due barche che erano accanto, di cui una di proprietà di Nicola Denaro. Ieri, davanti al giudice monocratico di Marsala Matteo Giacalone, il processo è entrato nel vivo con la deposizione di Giovanni Pecoraro ispettore del Commissariato mazarese il quale ha sottolineato il carattere turbolento dell’imputato, difeso dall’avv. Simone Bonanno, che ha precedenti per resistenza a pubblico ufficiale e diniego a fornire le proprie generalità.
Dal teste si è appreso che dalle riprese effettuate da alcune telecamere di sorveglianza della zona è stata notata, quel giorno, la presenza di Fabio Esposto a “circa 7/8 metri di distanza” dalle imbarcazioni andate a fuoco. E poco più di un’ora dopo, il presunto piromane si è recato al Pronto soccorso dell’ospedale per farsi medicare delle ustioni. Potrebbe, dunque, essersi bruciato mentre appiccava il fuoco. Parti offese, nel processo, e difese dall’avv. Salvatore Chiofalo, sono lo zio Mario Esposto e il proprietario dell’altra imbarcazione danneggiata. A rappresentare la parte civile è l’avvocato Salvatore Chiofalo.
Francesco Mezzapelle
12-07-2016 13,45
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