Bonagiuso racconta: il dr. Aurelio Cangemi eccellenza della medicina e uomo!

Sulla Sanità lo Stato spesso combina disastri, per fortuna ci sono uomini e donne che salvano vite

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
04 Luglio 2021 09:34
Bonagiuso racconta: il dr. Aurelio Cangemi eccellenza della medicina e uomo!

Gentile Direttore,

non volendo abusare del mio ruolo di collaboratore della sua testata, mi permetto scriverle queste righe, non tanto per espettorare una esperienza ansiogena e dolorosa personale, quanto per testimoniare l’empatia e la capacità del personale medico del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Castelvetrano, in specie del suo primario, Dott. Aurelio Cangemi, a detta di tutti, e non solo mia, uomo dedito interamente alla sua missione medica. Non starò a tediarla, né a tediare i lettori, su cartelle cliniche, diagnosi, emergenze, urgenze.

Sono dati che restano consegnati alla privacy di ciascuno. Però non voglio tacere la mia assoluta gratitudine per avere tolto nebbie e ansie dal mio cuore e dalla mia mente con una autorevolezza simile soltanto a quella dei padri. Dal Pronto Soccorso, in cui lavora la Dottoressa Antonella D’Angelo, cui mi lega affetto personale, e di cui quindi non tesserò le lodi, al reparto di Chirurgia, le mie giornate al Vittorio Emanuele sono state sì lunghe e sì emotivamente pensanti. Perché quando si è pazienti, si attende con devastante stasi, come dice Pirandello nell’Uomo dal fiore in bocca, il responso sulle proprie malattie; ma in quel silenzio surreale, in cui si è abitati dai pensieri più reconditi, vedere un primario al lavoro, tra un intervento e un altro intervento, per essere presente al tuo consulto, all’esame che avrebbe deciso quale via intraprendere, e scusarsi per il ritardo “poiché era in sala operatoria” e sì, perché sono soltanto due di turno, ha suscitato in me la situazione ideale per un paziente.

Io mi sono sentito accogliere, accudire. Sapevo, mentre il liquido anestetico mi fermava la coscienza al numero sei, che Aurelio Cangemi mi aveva detto “a te ci penso io. So tutto, ho tutto chiaro, stai tranquillo”. Che sarà? Poco? Tutto, insieme alla manualità e competenza che non sta a me indagare, e all’empatia. Piccole enormi cose che mi hanno fatto riflettere. Sono entrati i potenti nelle stanze del lavoro diurno in un ospedale civile, aperto a tutti, anche alla signora che non ha ben capito l’esame, o al vecchietto da solo che è smarrito? Hanno compreso che quel presidio rafforza la stima nello Stato, oh sì nello Stato, laddove la fuga verso i professoroni o le cliniche private devasta lo Stato e il suo ruolo? È sulla sanità che lo Stato si gioca le mutande.

Con me lo Stato ha vinto, perché ha uomini come Cangemi a parargli il culo. Adesso ricambi, lo Stato. Perché questi uomini vanno aiutati a lavorare meglio, perché quando riescono a farlo bene, non hanno concorrenti. Grazie Dottore Cangemi. Grazie dal profondo del cuore.

Giacomo Bonagiuso

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