Non si tratta solo di rischio personale, ma di un vero e proprio meccanismo economico che incatena la dipendenza individuale al potere della criminalità organizzata: questo è il messaggio chiave del convegno “La droga alimenta la mafia”, che farà tappa in due istituti superiori di Mazara del Vallo e Castelvetrano il 28 e 29 ottobre 2025.
L'iniziativa, promossa nell'ambito degli incontri istituzionali per i giovani, mira a smantellare l'idea che l'acquisto o l'uso di sostanze sia un atto isolato. Al contrario, si vuole illustrare agli studenti come la domanda di droga rappresenti la linfa vitale del sistema mafioso, trasformando il consumo in un involontario finanziamento al crimine.
Il convegno è strutturato per evidenziare il ciclo di causa-effetto: l'uso di sostanze illegali genera un flusso di denaro costante, e questo denaro viene reinvestito per esercitare un controllo capillare e violento sul territorio. Portare questa analisi critica direttamente nelle aule del Liceo Classico “G. Pantaleo” di Castelvetrano e dell'Istituto Tecnico “Francesco Ferrara” di Mazara del Vallo (rispettivamente il 29 e il 28 ottobre, con inizio alle 10:30) è una scelta strategica. La scuola diventa così il luogo deputato a una cruciale opera di educazione civica e legalità, dando voce a un confronto senza filtri.
Per rendere il messaggio il più incisivo e completo possibile, gli organizzatori hanno chiamato a raccolta figure istituzionali di alto profilo e testimonianze dirette.
Il dott. Fernando Asaro, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, offrirà la prospettiva della magistratura. Il suo intervento sarà fondamentale per inquadrare gli effetti giudiziari e sociali che il traffico di droga produce a livello locale, con un focus specifico sull'impatto sulle fasce giovanili e sui minori.
Al suo fianco, il dott. Antonio Pignataro, Dirigente Generale della Pubblica Sicurezza e consulente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, illustrerà il fenomeno come emergenza di ordine pubblico. Il suo contributo chiarirà agli studenti le strategie di prevenzione e contrasto messe in atto dallo Stato contro le reti criminali che lucrano sulla dipendenza.
Un equilibrio fondamentale viene assicurato dalla presenza della Comunità “Incontro”, che porterà il punto di vista di chi lavora quotidianamente per il recupero. Accanto alla severità della Procura e della Pubblica Sicurezza, la testimonianza degli operatori aggiunge un elemento di speranza, legando i concetti di prevenzione e responsabilità alla possibilità concreta di cambiamento e di redenzione.
L'obiettivo è trasformare l'incontro in un momento di consapevolezza attiva. Agli studenti non viene chiesto solo di astenersi dal consumo, ma di comprendere che ogni singola scelta in materia di droga ha una ricaduta collettiva, alimentando o meno il potere mafioso.
Il confronto diretto con le diverse componenti – dalla Questura alla Comunità di recupero – ha lo scopo di illustrare la rete di protezione dello Stato e di chiarire come le istituzioni lavorino sinergicamente per contrastare un fenomeno che è, allo stesso tempo, un problema di salute, sicurezza e legalità.