Crisi idrica nel trapanese, è emergenza

25 comuni preannunciano una crisi sociale ed economica

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
19 Novembre 2025 09:17
Crisi idrica nel trapanese, è emergenza

La provincia di Trapani è in piena e drammatica emergenza idrica. Nonostante le recenti piogge, le riserve d’acqua sono ai minimi storici, mettendo a rischio la fornitura a tutti i 25 Comuni e preannunciando una crisi sociale ed economica che potrebbe esplodere tra Natale e l’inizio del 2026. L’allarme lanciato dalle autorità locali, in primis l’ATI Idrico e il Presidente del Libero Consorzio  Salvatore Quinci, svela un fallimento strutturale e gestionale che sta esasperando il conflitto tra cittadini e agricoltori. Il cuore della crisi, il bacino della diga Garcia principale, è fonte di approvvigionamento per il sovrambito.

I numeri diffusi dall'ATI Idrico, guidata dal presidente Francesco Gruppuso, sono impietosi: la riserva è scesa dai 22 milioni di metri cubi del 2024 ai 18 milioni di oggi, ma ciò che preoccupa è la continua mancata ricarica. Gruppuso e il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, sollevano un interrogativo: come mai l’acqua non arriva nell’invaso anche quando piove?

L’ATI denuncia con forza che la Cabina di regia regionale avrebbe autorizzato prelievi per uso irriguo, pari a oltre 5 milioni di metri cubi, che hanno compromesso l’accumulo d’acqua potabile. Queste scelte imprudenti sono all’origine di una potenziale guerra tra poveri, come aspramente sottolineato dalla deputata regionale M5S Cristina Ciminnisi, con l’acqua deviata verso le campagne e sottratta ai centri abitati, lasciando 16 Comuni completamente a secco.

Il quadro è reso ancora più torbido dalle dichiarazioni del deputato nazionale Davide Faraone, che dopo un sopralluogo ha parlato di numeri falsati, stimando una disponibilità reale di appena 500 mila litri, un dato sei volte inferiore a quello dichiarato. Il sospetto è che si stia giocando con l’emergenza a causa di responsabilità tecniche, amministrative e politiche che Gruppuso chiede di individuare con urgenza. Mentre il bacino Garcia si svuota in modo anomalo, il territorio deve affrontare la beffa della Diga Trinità.

Questo invaso, essenziale per l’agricoltura del Belìce, si trova a una soglia critica (61,88 metri, poco sotto il limite massimo autorizzato di 62 metri). L’assurdo è che, a causa della mancata esecuzione dei lavori di innalzamento a 64 metri – che avrebbero incluso rimozione dei fanghi e messa in sicurezza – l’acqua delle prossime piogge sarà irrimediabilmente scaricata in mare.

Questo fallimento di programmazione, denunciato da agricoltori e da sindaci come Giacomo Anastasi di Petrosino, significa che migliaia di ettari di coltivazioni rischiano di morire, gettando gli agricoltori in ginocchio per la quarta stagione consecutiva. È l’ennesima riprova di politiche idriche regionali che sono state emergenziali, mai strutturali, come ribadisce la deputata Ciminnisi.

Il Presidente del Libero Consorzio Quinci, insieme all'ATI Idrico, invoca un intervento immediato e una strategia strutturale da parte di Regione, Genio Civile, Protezione Civile e Autorità di Bacino, affinché l'attuale emergenza non sia solo l'ennesima crisi da tamponare. È indispensabile capire la ragione profonda del mancato rifornimento del Garcia e ridefinire l’intero sistema di approvvigionamento.

Nel frattempo, l'ATI ha dovuto predisporre soluzioni estreme, come il prelievo diretto dall'invaso Garcia tramite una zattera galleggiante, un’operazione che richiede 40-50 giorni. Altre richieste riguardano l’accelerazione dei lavori sul modulo dissalatore di Trapani e, soprattutto, l’interconnessione del sistema Montescuro Ovest con quello regionale e il collegamento, ancora in corso, tra Siciliacque e il Lago Arancio.

La situazione è precipitata al punto che il sindaco Gruppuso ha avvertito che, senza interventi decisi, l’acqua basterà solo fino ai primi di gennaio. L’appello finale alla cittadinanza è di un uso parsimonioso e responsabile dell'acqua, bene prezioso e oggi più che mai limitato, ma la vera sfida resta quella istituzionale. La crisi Garcia-Trinità si configura come la sintesi di un fallimento che rischia di segnare un drammatico spartiacque per il futuro del territorio trapanese.

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