La Regione Siciliana è al centro di una dura polemica scatenata dall'introduzione di una nuova misura denominata "Contributo di Solidarietà", un balzello economico obbligatorio per diverse operazioni legate all'anagrafe canina. Il provvedimento, istituito con il Decreto Assessoriale n. 1166 del 22 ottobre 2025, è stato duramente criticato da associazioni animaliste, volontari e forze politiche, che lo definiscono una vera e propria "tassa sugli animali" che rischia di ostacolare la lotta al randagismo.
Il Decreto, che si basa sull’articolo 10 della Legge Regionale 15/2022, impone i seguenti versamenti:
- 20 euro per l’iscrizione di un singolo cane.
- 80 euro per l’iscrizione di una cucciolata superiore ai tre soggetti.
- 10 euro per ogni passaggio di proprietà.
- 10 euro aggiuntivi a carico dei veterinari per ogni microchip registrato.
Secondo Armando Turturici, volontario animalista di Caltanissetta, dietro il nome apparentemente nobile si nasconde una misura che penalizza chi agisce con senso di responsabilità. "In una terra come la Sicilia, dove il randagismo è un’emergenza cronica, introdurre un costo aggiuntivo significa ostacolare chi si impegna per salvare e far adottare cani abbandonati", ha dichiarato Turturici.
Il timore espresso è che, per motivi economici, i cittadini e i volontari vengano scoraggiati dal registrare gli animali, aumentando il fenomeno dei cani fantasma, non censiti e non identificabili, vanificando così gli sforzi di controllo della popolazione canina.
"Questa non è solidarietà", ha aggiunto Turturici, "ma una tassa che penalizza chi vuole fare la cosa giusta. Parliamo di cifre importanti che si sommano a spese già gravose per chi ogni anno salva centinaia di animali".
La misura è stata anche oggetto di un'interrogazione urgente all’Assessore regionale alla Salute presentata da Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico. Dipasquale ha denunciato l'iniquità e l'inefficacia del decreto, sostenendo che si "penalizzano i cittadini che rispettano la legge, mentre chi non registra i cani resterà nel sommerso senza controlli."
Il parlamentare ha inoltre sollevato critiche sulle modalità operative del pagamento, definita "lunga e complessa" in quanto avviene tramite il sistema PagoPA, e per la mancanza di un'adeguata fase informativa o transitoria. Questi disagi rischiano di generare ritardi e un aumento del carico di lavoro per gli uffici delle ASP.
Un ulteriore punto critico riguarda i veterinari liberi professionisti, che dovendo versare un contributo per ogni registrazione, potrebbero riflettere tale costo sulle tariffe delle prestazioni, riducendo l’accessibilità alle cure.
Il volontario Turturici ha sottolineato come la Sicilia sia l'unica regione a imporre un simile onere: "Nessun’altra regione italiana – né Piemonte, né Lombardia, né Lazio, né Toscana – impone un contributo simile. Le iscrizioni all’anagrafe canina sono gratuite o coperte dal servizio sanitario veterinario pubblico"
L’interrogazione di Dipasquale chiede esplicitamente alla Regione di:
- Sospendere il decreto.
- Rivedere gli importi.
- Prevedere esenzioni per chi adotta cani da rifugi o per famiglie in difficoltà economica.
- Migliorare il coordinamento tra ASP e Comuni.
"La Regione deve tornare sui suoi passi" conclude Turturici, "e concentrarsi sulla lotta al randagismo, che provoca sofferenze e costi enormi ai comuni, invece di fare cassa con i più fragili". Similmente, Dipasquale ha chiosato: "La Sicilia ha bisogno di norme efficaci, non di balzelli inutili".